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Prostituzione: rete abolizionista italiana per l’approvazione della legge sul modello nordico

Prostituzione: rete abolizionista italiana per l’approvazione della legge sul modello nordico

Adesioni alla rete abolizionista italiana per l’approvazione della legge sul modello nordico: aumentano le firme

Mercoledi, 19/09/2018 - Riceviamo e torniamo a pubblicare
Rete abolizionista italiana per l’approvazione della legge sul modello nordico
Colpire la domanda di prostituzione dei clienti è colpire al cuore lo sfruttamento sessuale e la tratta delle donne.


Le sottoscritte organizzazioni femminili e femministe, insieme alle associazioni nazionali e alle organizzazioni sindacali che si riconoscono in linea con la Risoluzione europea del 26 febbraio 2014 (Honeyball) e con la Convenzione di Istanbul, ribadiscono che la prostituzione è una forma di oppressione e violenza sulle donne, che colpisce la nostra libertà, la nostra dignità come cittadine, la nostra salute e ostacola lo sviluppo della parità tra le future generazioni di donne ed uomini.

La prostituzione costituisce la più grave minaccia alla libertà, alla salute e alla promozione sociale delle donne, non solo di quelle intrappolate nella tratta degli esseri umani: di tutte le donne (La risoluzione europea del 26 febbraio 2014).

La prostituzione è un fenomeno di genere che riguarda tutte: in essa vi sono implicate 87% donne e bambine (dati europei); 7% uomini, 6% transgender; e i clienti sono più del 90% uomini. La domanda di prostituzione da parte degli uomini non si ferma alle donne, coinvolge anche i minori e mette a rischio la vita e la salute di tanti bambini e bambine.

Ognuna di noi sente il diritto e il dovere di porre in atto la difesa dei diritti acquisiti: anche della legge Merlin, n. 75 del 1958, una delle prime ad aver stabilito con chiarezza che nessun uomo ha diritto di proprietà, anche temporanea, su una donna.

Il pagamento delle prestazioni sessuali è una forma di proprietà temporanea inammissibile e soprattutto una forma di violenza maschile contro le donne e i minori, criminogena e insieme complice di crimini contro la persona perpetrati da reti criminali organizzate. Il denaro non elimina, ma serve solo ad occultare l’abuso sessuale commesso, come dice Rachel Moran, sopravvissuta alla prostituzione e attivista di SPACE (associazione globale di donne fuoriuscite dall’industria del sesso), “nella prostituzione non viene comprato il sesso, ma l’abuso sessuale”.

Tutte le forme di contrasto ai commerci illegali e criminali implicano la punibilità del compratore e indicano la fattuale complicità dei clienti, nel caso della prostituzione il cliente viene invece protetto e tutelato in deroga al principio di eguaglianza tra cittadini.

Le forme legali di esercizio imprenditoriale del lenocinio, in Europa e mondialmente, hanno aperto un mercato che rende inefficaci le protezioni per le vittime della tratta e della prostituzione organizzata.

Di fronte agli esiti disastrosi sulle vittime, nei paesi legalizzatori, è stato introdotto il principio del rischio “consapevolmente assunto” da chi vende prestazioni sessuali, il che comporta che le lesioni volontariamente inferte alle prostituite non sono di fatto perseguite penalmente.

Per quanto riguarda il modello Germania, secondo le inchieste e i dati riportati da Der Spiegel, già nel 2013, e successivamente confermati dalla polizia tedesca, dalle associazioni impegnate nella lotta contro tratta e sfruttamento sessuale e dal gruppo di psicologi esperti di traumi (rappresentati da Ingeborg Kraus), dopo l’approvazione della legge nel 2002 è in atto una grave violazione di diritti umani delle persone prostituite: si registra un aumento della tratta a scopo sessuale, riguardante in particolare le donne dei paesi dell’est che costituiscono il 95% del totale delle donne prostituite nei bordelli tedeschi, che nella maggioranza dei casi vivono nella totale illegalità e ‘invisibilità’, senza accesso alle cure sanitarie (infatti solo 44 donne in prostituzione su 400.000 sono ‘registrate’ ). La polizia poi lamenta l’impossibilità di fatto di individuare i casi di tratta nascosti dietro la presunzione o la dichiarazione resa (sotto ricatto) di una libera scelta. Il tutto in un sistema sostanzialmente iniquo di controlli sanitari che garantiscono solo il cliente, in quanto effettuati solo sulle donne.

Nel 2016 un’ulteriore inchiesta del Daily Telegraph ha confermato il dato in crescita della tratta, interna all’Europa, di donne dei paesi più toccati dalla crisi e un aumento del volume d’affari dei bordelli legali che arriva a toccare i quattro punti percentuali di PIL. Le donne, anche minori, Greche, Moldave, Serbe, Bulgare, Rumene e Montenegrine, sono le più colpite dalla tratta interna all’Europa.

Uno studio condotto dalla London School of Economics su 150 paesi ha dimostrato come la regolamentazione porti ad un’espansione incontrollata del mercato del sesso e aumenti in modo evidente la tratta a scopo sessuale, le violenze e le morti. (Legalized Prostitution Increase Human Trafficking? by Professor Eric Neumayer, 2013)

La marginalizzazione delle prostitute è un fenomeno che dunque è legato alla mancanza di contrattualità nei sistemi di reclutamento, alla violenza e alla povertà che annullano la libertà di scelta.

Il danno politico e sociale che viene arrecato alle cittadine nel prefigurare uno scenario che normalizza la prostituzione e la tratta è incalcolabile, soprattutto in paesi come il nostro dove l’esigibilità dei diritti e il controllo della legalità sono ancora molto fragili e corruttibili. Non ultimo è il danno che si ripercuote sulle future generazioni come codifica della disparità tra uomo e donna che normalizza anche la violenza che da essa origina, come dice il preambolo della convenzione di Istanbul.

La passata esperienza di legalizzazione (fino al 1958) nel nostro paese ha rappresentato la naturale “evoluzione di un servizio reso ai soli uomini coscritti”, poi esteso a tutti gli uomini in zone cittadine circoscritte separate con muri (ancora visibili) dal resto delle città, muri che irrimediabilmente sarebbero ricostruiti, visto che la legalizzazione è richiesta dai benpensanti per nascondere, separare, ghettizzare la prostituzione contraddittoriamente e profondamente voluta.

L’inaccettabilità della prostituzione non è in discussione per noi, tuttavia intendiamo denunciare il pensiero diffuso sull’ineluttabilità della stessa e la cultura che la sostiene, antica come lo stupro come arma di guerra.

La complicità delinquenziale dei clienti può essere banalizzata solo in un quadro che istituzionalizza l’esercizio del sesso come bisogno unilaterale, che presuppone l’acquisto dei corpi.

La regolamentazione dello sfruttamento e la depenalizzazione del favoreggiamento, presuppongono appunto quel quadro ideale.

Le argomentazioni umanitarie, secondo le quali luoghi ad hoc controllati sarebbero sede di protezione delle donne, sono smascherate dalla stessa impossibilità del controllo sanitario dei clienti, della ineluttabile schedatura delle donne, da quella che sarebbe la necessaria resa “all’approvvigionamento di donne prostituite” (per soddisfare la crescente domanda della clientela) attraverso la tratta interna ed esterna all’Europa”.

Chi proclama la necessità dell’emersione, attraverso la legalizzazione, della prostituzione, lo fa in una realtà che non deve far più emergere nulla visto che tutto avviene sotto gli occhi di tutti ed è cinicamente tollerato, in particolare la violenza perpetrata dai clienti. Il dieci per cento di tutti i crimini sessuati contro donne e bambine, stupro, percosse, ferimenti e uccisioni sono perpetrati su prostituite. Nella prostituzione la donna è oggetto di violenza non solo da parte dei trafficanti ma anche da parte dei clienti che ne richiedono ‘i servizi sessuali’.

Nella prostituzione (non solo di vittime di tratta) è maggiore la violenza che le donne subiscono (il 35% in più di violenza rispetto alla popolazione femminile generale con un 26% in più di dipendenza da alcool e droghe) e maggiormente è in pericolo la salute:

– Il rischio di HIV è di 13.5 volte più elevato che nella popolazione generale femminile (dati OMS), Il disturbo post traumatico da stress è presente nel 68% dei casi e nell’80% è presente la depressione; i livelli di dissociazione sono similari a quelli della popolazione psichiatrica. Inoltre, secondo un recente report condotto dal ginecologo Wolfgang Heide, le donne prostituite in Germania a 30 anni hanno già segni di invecchiamento precoce, hanno inoltre una serie di disturbi psicofisici quali: dolori cronici addominali, gastriti e infezioni frequenti e ogni tipo di malattie a trasmissione sessuali.

Di contro, alle realtà regolamentariste in Europa (tra cui principalmente la Germania come il bordello più grande d’Europa), è stato ampiamente dimostrato – da numerose ricerche – come il modello abolizionista/nordico sia l’unico efficace nel contrasto alla tratta e allo sfruttamento sessuale; dall’approvazione di questa legge abolizionista in Svezia, la prostituzione di strada è dimezzata, nessuna persona prostituita è stata uccisa (contro le 123 donne uccise da clienti in Germania) e dalle intercettazioni della polizia emerge come i trafficanti definiscano la Svezia “a bad market” e spostino i loro traffici in Paesi regolamentaristi come la Germania dove possono agire in un regime di totale impunità.

Noi chiediamo e sosteniamo con forza l’approvazione di una legge del parlamento Italiano che, in adesione al modello abolizionista (nordico e francese) e considerando la prostituzione una forma di violenza sulle donne (Risoluzione europea Honeyball), introduca anche nel nostro paese il contrasto alla domanda di prostituzione, attraverso la esclusiva penalizzazione dei clienti (dove il reato è costituito dall’acquisto di servizi sessuali e non dai servizi resi da chi è prostituita) e fornisca alle donne alternative concrete attraverso percorsi di fuoriuscita dalla violenza, in linea con la Convenzione di Istanbul.

Promotrici dell’iniziativa:
UDI Napoli – Salute Donna – Resistenza Femminista – Iroko Onlus
Per comunicare l'adesione: link

Aderenti alla rete:
1. Differenza Donna
2. UDI di Catania
3. UDI Monteverde
4. Arcidonna
5. ArciLesbica
6. Dream Team
7. Donne in Quota
8. Articolo 1
9. Nuovi orizzonti
10. Arcilesbica Modena – Il corpo delle donne non si compra, non si vende e non si affitta
11. Coordinamento Nazionale donne della Cisl
12. Coordinamento donne Cisl Campania
13. Coordinamento donna Cisl Napoli
14. Associazione I Girasoli dell’Est
15. Donne Insieme
16. Senonoraquando Genova
17. Il Ricciocorno Schiattoso
18. Associazione GMA di Napoli
19. Associazione Ebano di Milano
20. Associazione Maddalena
21. Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
22. Cooperativa “le Tre Ghinee”/Le Nemesiache
23. “La Ragnatela” antiviolenza di Catania
24. La Città Felice di Catania
25. l’Universo Dentro – Ortona
26. Movimento per l’Infanzia di Firenze
27. Associazione Cora
28. Associazione Eleonora Pimentel
29. Archivia – Donne In Relazione
30. Associazione “Fermaletuemani”
31. Rete SNOQ Napoli
32. Terra di Lei
33. One Billion Rising Napoli
34. Consigliera di Parità Napoli
35. UDI Territoriale di Portici
36. First Cisl (parità di genere)
37. Radfem Italia
38. EVA – Ricomincio da capo
39. Cooperativa Xenia
40. Associazione Federico nel cuore
41. Elvira Reale
42. Stefania Cantatore
43. Esohe Aghatise
44. Elisa Ercoli
45. Valentina Benedetti
46. Micaela Cacciapuoti
47. Irene Ciambezi
48. Giovanni Ramonda
49. Teresa Potenza
50. Anna Letizia
51. Laura Capobianco
52. Pina Tommasielli
53. Liliana Ocmin
54. Maria Luisa Nolli
55. Carla Cantatore
56. Giulia Cavicchia
57. Giovanna Crivelli
58. Fiorenza Taricone
59. Raffaella Capuozzolo
60. Emanuela Mariotto
61. Gabriella Ferrari Bravo
62. Maria Pia Marroni
63. Enza Tempone
64. Geraldina Speranza
65. Roberta Trucco
66. Chiara Lo Scalzo
67. Michelangela Barba
68. Lucia Ferilli
69. Marcella De Carli
70. Maria Esposito Siotto
71. Andrea Mazzeo Fazio
72. Luisa Festa
73. Enza Turco
74. Carla Calce
75. Andrea Coffari
76. Vittoria Camboni
77. Anna Di Salvo
78. Annamaria Raimondi
79. Rossana Casalegno
80. Carla Capaldo
81. Esther Basile
82. Laura di Mascolo
83. Caterina Serrao
84. Ofelia de Renzo
85. Rossana Panachia
86. Angela Lanza
87. Lisa Giannetta
88. Marina Longo
89. Donatella Martini
90. Teresa Coppola
91. Teresa Boccia
92. Rossana Ciambelli
93. Maria Rossetti
94. Francesca Bertolacci
95. Isabella Bonfiglio
96. Suny Vecchi Frigio
97. Anna Maria Visconti
98. Cinzia Lorusso
99. Betty Argenziano
100. Wilma Marrone
101. Valeria Damiani
102. Laura Bassi
103. Maria Teresa Vallefuoco
104. Rosanna Sanzone
105. Alberta Tagliacozzo
106. Isabella Mele
107. Pina Orpello
108. Clara Pappalardo
109. Giovanna Scassellati
110. Rosa Di Matteo
111. Maddalena Celano
112. Giovanna Cacciapuoti
113. Tina Quarto
114. Tilo Pez
115. Ida Orlando
116. Mariolina Coppola
117. Antonella Penati
118. Mario Guarino
119. Stefania Maggio – Sono abolizionista. I prostitutori vanno sanzionati e fermati. Fermate la domanda e scomparirà l’offerta.
120. Sara Nicolini – L’unico modello perseguibile è quello che criminalizza il vero criminale, il cliente.
121. Maddalena Rufo
122. Mariangela Cascone
123. Marzia Galardini – Sottoscrivo.
124. Rita Paltrinieri
125. Sara Crescimone Messina – FEMMINISTORIE Catania condivide e aderisce.
126. Marcello Cicirello – Aderisco all’appello. Grazie.
127. Tiziana Pezzuolo
128. Cristina Barbieri – Sono perfettamente d’ accordo.
129. Francesca Cirelli
130. Irene Starace
131. Daniela Tuscano – Il sistema prostituente è l'(in)dègno corollario dello sfruttamento androcapitalista della donna. Va abbattuto!
132. Giuseppe Medugno
133. Catia Tebaldi – D’accordissimo con voi. La prostituzione e’ una violenza sessuale contro le donne. Il femminismo italiano “moderno” che ridicolizza noi radicali perché non approviamo le lavoratrici del sesso ha torto e col tempo se ne dovranno rendere conto. E’ orribile pensare che qualcuna pensa sia femminista usare il proprio corpo in questo modo e pensare che sia libertà. Mi dispiace molto di tutto questo. Non avrei voluto io che sono ragazza degli anni 70 che finisse cosi’.
134. Deborah Obertello – Aderisco al Comunicato della rete abolizionista italiana per l’approvazione della legge sul progetto nordico.
135. Angela Parentela – Confermo adesione comunicato Rete Abolizionista per approvazione della legge sul modello nordico.
136. Luisa Vicinelli – La responsabilità è solo maschile.
137. Bianca Sofia Porcelli
138. Paola Lazzarini
139. Antonella Berte’ – I puttanieri pagano per stuprare. Quello che comprano i puttanieri non e’ sesso. Il sesso e’ piacere per tutte le persone coinvolte. La prostituzione e’ stupro a pagamento.
140. Samantha Trezzi – Sono favorevole all’approvazione del modello nordico, più rispettoso della dignità della persona e punitivo nei confronti dei clienti.
141. Anna Nestucci – Legalizzare lo sfruttamento è legittimare definitivamente misoginia e pedofilia, e peggiorare la tratta, di cui l’industria del sesso ne costituisce almeno più del 90% del volume.
142. Elisabetta Meglioli
143. Silvia Santarelli
144. Rossana Fortunato – Avanti tutta! Girlpower!
145. Maria Simona Borella – Approvo in toto il comunicato. Anche se si volesse contestare l’abolizionismo a livello teorico, i dati su “l’esperimento” tedesco non possono essere ignorati. BASTA SFRUTTAMENTO, BASTA VIOLENZA!
146. Maria Azzola – Aderisco.
147. Annarita Avezzu’
148. Sofie della Vanth
149. Ilaria Brunetti
150. Valentina Iamotti
151. Elena Marini
152. Megi Pajtesa
153. Antonella Zambelli
154. Giuliana Caleo
155. Nadia Talarico
156. Martina Nuti
157. Roberta Cabrini
158. Beatrice Diana Carli – i nostri corpi non sono in vendita.
159. Alessandro Del Pozzo – Firmo perché mi sembra il minimo che un UOMO possa fare.
160. Lucia Nesi – Concordo con questa iniziativa per il suo alto grado di civiltà.
161. Bruno Tomasello
162. Maria Chiaramonte
163. Daria Rizzo – Dobbiamo riuscirci.
164. Isabella Marchesani
165. Nicoletta Randi
166. Lidia Laffranchi – Not for sale.
167. Manuele Mencarini – La prostituzione è un crimine contro i diritti umani, FERMIAMOLA!!!
168. Maria Angela Bonas – Aderisco.
169. Giuliana Ruoti
170. Daniela Luciani – Aderisco pienamente alle ragioni esposte e chiedo al Parlamento Italiano di legiferare in merito.
171. Massimo Quinzi
172. Chiara Delpero
173. Laura Tagliabue
174. Anna Amat di San Filippo – I bambini maschi e femmine devono crescere in una società dove le donne non siano “corpi da stuprare”. Colpendo i clienti , stupratori a pagamento, possiamo fermare la mentalità che vede, nell’acquisto dei corpi delle donne, la normalità.
175. Arianna Vacca
176. Maria Amigo-Rodriguez
177. Francesca Tomasso
178. Alessio Stalla – Le donne non sono in vendita.
179. Marcella Candido
180. Flavia Rizzica – Nessuna persona venderebbe il proprio corpo a soggetti nei cui confronti prova disgusto se non si trovasse in una situazione di totale disperazione psichica e materiale, approfittare di questa disperazione non e’ libertà è disumanità ed egoismo.
181. Sara Checconi
182. Federica Molteni
183. Deborah Carducci
184. Fabiana Sacco
185. Donata Leone
186. Nazzarena Desideri
187. Francesca Scattoni – No alla prostituzione! Il corpo vendibile di una sola donna è il corpo vendibile di tutte!
188. Armanda De Angelis – Sono molto contenta che ci siamo decise ad intraprendere questa azione. Grazie. Io ci sono.
189. Silvia Mignani
190. Luisa Cighetti
191. Valeria Failoni – Dopo essermi adeguatamente informata, sono convinta che il modello nordico/abolizionista sia il migliore per tutelare la salute e i diritti delle donne e dei minori.
192. Mary – É urgente punire i clienti delle prostitute che sono i veri sfruttatori delinquenti e violentatori. Inoltre si richiede di conoscere i nomi e l’iscrizione nel registro Italiano degli autori di reati sessuali. Come in America. Sex offender registry.
193. Maria Pia Simonetti – Proviamo. Anche la legge aiuta a costruire nuove mentalità.
194. Melissa Merlin
195. Elena Valentini – Tenete il cazzo nelle mutande.
196. Cristina Mencarelli
197. FEMMINISTORIE Catania
198. Emanuela Mariotto – Per abolire la più antica oppressione degli uomini sulle donne.
199. Edda Furini – Sarebbe una legge di civiltà e, forse, di rieducazione al rispetto delle donne, alla necessità di costruire un rapporto vero tra uomo e donna non basato solo sull’atto sessuale.
200. Alice Amodio
201. Associazione di donne Armonie Bo – Piena adesione.
202. Maria Cristina Oddo
203. Lucia Simone
204. Samantha Ghio
205. Gerardina Speranza – La prostituzione non è una libera scelta.
206. Lucia Celant
207. Fatma Shafei
208. Mattia ventura
209. Lucia Ferilli – Sostengo le donne di Resistenza femminista condividendo il contrasto alla domanda di prostituzione.
210. Marialuigia Di Vincenzo – Aderisco al comunicato, non è accettabile la mercificazione della donna.
211. Carmen Dell’Aversano
212. Cinzia Varone
213. Daniela Palladino
214. Elisabetta Covini
215. Associazione DonneinQuota
216. Susanna Cardelli – Per chi ancora dice che tanto lo sfruttamento sessuale non può venir fermato: allora vogliamo smettere anche di combattere la corruzione, gli omicidii, il furto e tutte le forme criminali che esistono da secoli e secoli? Certo che no, cerchiamo comunque di fermarle, e non smetteremo di combatterle. Per chi dice che alcune donne, però, scelgono di vendersi: Allora quando si parla di povertà si può dire che, però, al mondo ci sono un paio di miliardari che stanno bene? Per chi chiede “Cosa disse Harriet Tubbs?”: Lei disse che ne avrebbe salvati molti di più se solo avessero saputo di essere schiavi! Nessuna di noi è libera e rispettata finché c’è chi crede che comprare una donna vada bene. Chi lo crede si dovrà ricredere.
217. Silvia Marzi
218. Giulia De Meo
219. Cinzia Francabandera
220. Alessandra Ibba
221. Susanna Barbagli – Aderisco e condivido!!
222. Cristina Martiradonna
223. Patrizia Palumbo
224. Daria Dibitonto
225. Claudia Achilli – Aderisco e sottoscrivo quanto esplicitato nel comunicato. Basta sfruttamento. Le donne non sono merce ad uso e consumo di frustrati che pensano che pagando possano ottenere ciò che vogliono.che vengano puniti come meritano.
226. Ilaria Coli
227. Paola Frisoli – Concordo e mi impegno a diffondere questo documento.
228. Caterina Pafundi
229. Michelina Lammardo
230. Tiziana Dimartino
231. Enrico Simionato
232. Sharon Pellegrino – Sono d’accordo. Sia donne che uomini non devono più essere considerati come merce e le future generazioni devono aver ben presente questa cosa.
233. Michela Masucci
234. Dorotea Coco
235. Silvia Ruggeri
236. Daniela Falconetti – Vorrei un mondo rispettoso di tutti gli esseri umani, senza distinzione di sesso. Vorrei pene severe per chi maltratta donne, bambine e bambini, e tutte le persone che si trovano in condizioni di disagio e fragilità, pene severe per chi usa violenza e uccide, anche solo mentalmente. Mi auguro che anche l’Italia adotti il modello abolizionista nordico (senza purtroppo nascondere una punta di pessimismo), ma c’è seriamente bisogno di un cambiamento culturale, di creare una comunità consapevole basata sull’ascolto e il rispetto, sull’amore e la solidarietà. Un abbraccio a tutte le donne, al loro coraggio e forza.
237. Nicola Lazzerotti – Sono fermamente convinto del modello nordico, colpire il “cliente” è il solo modo di fermare una tragedia di tale portata. A questo lego la necessità di bloccare le linee politiche (drammaticamente trasversali) che immaginano con la riapertura delle case chiuse o la creazione di zone rosse l’unico modo di risolvere il problema. Le politiche di paesi come l’Olanda e la Germania, che hanno sperimentato queste soluzioni, dimostrano che in questa maniera si favoriscono i fenomeni di tratta. Sono a disposizione per sostenere, per quanto mi è possibile, le vostre iniziative e per divulgarle. Un abbraccio e in bocca al lupo.
238. Paola Mauri
239. Maurizio Marchi
240. Rosanna Rondelli – Aderisco alla rete.
241. Emanuela Martignetti
242. Maria Stella Cammarota
243. Giuliana Longo – La prostituzione è la realtà più abbietta che la mente dell’uomo – inteso come maschio – abbia organizzato. Basta schiave!!
244. Agnese Forte
245. Edda Billi – Io insisto: il problema VERO è il CLIENTE.
246. Giulia Sironi – Difendiamo i diritti e la dignità delle donne! Not for sale!
247. Flavia Morra
248. Elisa Romagnoli
249. Sabina Di Luca Sidozzi
250. Antonella Lombardo – Campi di rieducazione per guarire dal patriarcato.
251. Barbara Giorgini
252. Irene Sebastianelli
253. Cristina Mocci
254. Alberto Musa
255. Tina Bianco

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