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QUELLO CHE TU CHIAMI AMORE, un evento al Museo Novecento di FIRENZE

QUELLO CHE TU CHIAMI AMORE, un evento al Museo Novecento di FIRENZE

Previsto per il 25 novembre prossimo, in occasione della GIORNATA INTERNAZIONALE per l’eliminazione della violenza sulle DONNE

Mercoledi, 22/11/2023 - Dedicata a GIULIA CECCHETTIN ed a tutte le donne vittime di violenza, quest’anno, come ogni anno, in occasione del 25 novembre, ci sarà la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne, realizzata dal Museo Novecento di Firenze che ha organizzato un progetto speciale al fine di rendere questa celebrazione ancor più attuale, oltre che simbolica, coinvolgendo autrici contemporanee e ribadendo l'importanza di un impegno sociale, politico e culturale contro ogni tipo di violenza e discriminazione di genere.

Quest'anno il progetto vede coinvolta la storica e cantautrice Letizia Fuochi che presenterà un evento ‘live’ dal titolo "Quello che tu chiami amore" con inizio alle 17.30 nella Sala Cinema del Museo Novecento. Nell'occasione verrà esposta l'opera "Fiori Secchi" della grande artista Antonietta Raphaël Mafai (Kaunas, 29 luglio 1895 – Roma, 5 settembre 1975), proveniente dai depositi delle collezioni civiche. L'ingresso all'evento sarà gratuito fino ad esaurimento posti.

“Si rinnova l’impegno del Museo Novecento sul tema della lotta alla violenza sulle donne in occasione della Giornata internazionale del 25 novembre - ha detto la vicesindaca e assessora alla Cultura Alessia Bettini -. Coinvolgere autrici contemporanee, aggiunge una prospettiva attuale e preziosa a questa lotta, che sottolinea l'importanza di un impegno sociale, politico e culturale condiviso. Un’iniziativa che contribuisce a sensibilizzare tutto il pubblico sull’oltraggio insopportabile rappresentato dalla violenza sulle donne, che mina i fondamenti stessi della dignità umana. La violenza di genere non è solo un problema delle donne, ma una sfida che richiede il coinvolgimento di tutta la comunità attraverso un lavoro di costruzione della coscienza che deve essere quotidiano, costante e senza sosta per creare una società in cui le donne possano davvero vivere libere dalla paura”.

“La tragica e violenta morte di Giulia Cecchettin, brutalmente assassinata da Filippo Turetta, non è che l’ennesimo episodio di femminicidio, quello che non stentiamo a definire, più che una piaga sociale, una guerra civile – ha affermato Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento. La violenza sulle donne mette alla prova la tenuta della nostra civiltà democratica e sotto accusa i comportamenti, i gesti e tutte le espressioni che vanno ad offendere moralmente e fisicamente la dignità umana e contro il rispetto della vita e della libertà delle donne.
Per affrontare questa drammatica involuzione abbiamo bisogno di tanta arte e poesia, di nuove parole ed immaginazioni, cioè di rendere la nostra umanità sempre più sensibile e consapevole, finalmente liberata dai miti della virilità e del machismo (...)”.

"In Messico - spiega Letizia Fuochi - narrano che le donne portano in sé la LUZ DE LA VIDA - LA LUCE DELLA VITA: dalla profondità del corpo, della mente e dell'anima, cresce in loro una voce antica e nera, l'istinto della conoscenza. Raccoglierò voci e canzoni di personalità tenaci, testarde, visionarie, appassionate e resistenti che hanno agito in nome del riscatto. Da Gerda Taro (la grande e prima fotoreporter della Storia) a Gilda Larocca, da Maria di Nazareth a Chavela Vargas, da Frida Kahlo a Michela Murgia, un filo rosso senza tempo unirà senza distanze né contraddizioni donne segnate dallo stesso coraggio e dal medesimo destino".

La voce di Letizia Fuochi continuerà a risuonare nella sala cinema del Museo Novecento anche dopo l'evento del 25 novembre, trasformando lo spazio in un luogo di riflessione.

Fino al 10 dicembre l'opera "Fiori Secchi" della Mafai resterà esposta, accompagnata eccezionalmente da un nuovo episodio del podcast Labirinto900, curato dalla Fuochi, che esplorerà il significato e l'importanza di celebrare il 25 novembre rinnegando qualsiasi tipo di violenza e discriminazione agìta in nome dell'amore.

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