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Rita Levi Montalcini

Rita Levi Montalcini

BUON COMPLEANNO - "non è più eticamente accettabile la dilagante sofferenza della maggioranza delle popolazioni a confronto del benessere di una esigua minoranza"

Bartolini Tiziana Venerdi, 17/04/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2009

Il 22 aprile è un compleanno molto speciale. Le cronache ci raccontano che a cento anni lei viaggia e lavora assiduamente. La sua Fondazione è molto attiva e non le manca l'entusiasmo per ideare nuovi progetti. Se c'è un segreto dietro questo straordinario entusiasmo, può rivelarcelo?



Il mio cervello funziona come quando ero giovane perché cerco di utilizzarlo al meglio lavorando sia per la ricerca scientifica, sia a favore di chi ha un disperato bisogno di aiuto, come le giovani donne del Continente africano alle quali il diritto all’istruzione è stato da sempre negato. Si deve spingere il proprio sguardo al di là dell’immediato presente e non fissare l’attenzione su se stessi. La vita sarà tanto più ricca quanto più si saprà vedere in ogni esperienza, anche se apparentemente negativa, il lato positivo che, a lungo andare, può prevalere su ciò che nel presente è causa di angoscia.



Quali sono stati i traguardi che nella sua vita le hanno dato le maggiori soddisfazioni?



A parte la scoperta della proteina in grado di stimolare la crescita delle fibre nervose (Nerve Growth Factor- NGF) per la quale mi è stato assegnato il premio Nobel, la nomina a senatore a vita da parte del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi mi ha molto onorato perché è stato un riconoscimento maggiore del premio ricevuto a Stoccolma in quanto mi è stato conferito dal mio Paese.



Come donna nella sua professione avrà dovuto superare molti ostacoli e diffidenze. Come le è stato possibile?



All’inizio la decisione di iscrivermi all’università fu contrastata da mio padre che aveva deciso che noi tre figlie femmine non seguissimo la carriera universitaria. Dovette poi arrendersi di fronte alla mia ferma decisione. E’ stato l’unico momento nel quale essere donna mi è sembrata una sgradevole realtà. Durante il periodo delle leggi razziali ho avuto difficoltà ma non sono mai stata pessimista, per me l’ottimismo è stato sempre più forte della paura. Una volta inserita nel mondo accademico non ho avuto alcun problema con i colleghi maschi.



Un problema cronico del nostro Paese è la fuga all'estero dei 'cervelli' , motivata dalle scarse risorse economiche destinate alla ricerca. Ma secondo lei è davvero solo quello il problema?



E’ un momento molto difficile. La ricerca scientifica e tecnologica in Italia dispone di ottimi ricercatori che non vengono utilizzati nel migliore dei modi. Molte aziende italiane preferiscono acquistare all’estero il prodotto finito e questo ha una ricaduta negativa sul mondo lavorativo giovanile.



Ogni giorno il mondo cattolico apre fronti polemici su questioni delicate come la fine della vita, la procreazione assistita o il testamento etico. Quale è la sua opinione in proposito?



L’attività scientifica, in quanto attività umana, è soggetta alla legge etica: la scienza non è un assoluto a cui tutto deve essere subordinato ed eventualmente sacrificato, compresa la dignità dell’uomo. Per quanto concerne il testamento biologico ritengo che debba essere adottato solo per la propria persona, nella fase terminale di malattie che sono causa di gravi sofferenze o di patologie che possono portare alla privazione delle capacità mentali, in base ad una precedente dichiarazione formulata ufficialmente nel pieno possesso delle facoltà di intendere e di volere.



Viviamo tempi difficili in cui, tra cambiamenti climatici e crisi economiche, sembra che il sistema possa crollare da un momento all'altro. Lei come vede il futuro?



E’ essenziale fronteggiare le gravi e molteplici cause che provocano le illibertà, quali la povertà, le malattie endemiche, l’analfabetismo e le lotte intestine. Un mondo migliore è realizzabile soltanto se si perverrà alla consapevolezza che non è più eticamente accettabile la dilagante sofferenza della maggioranza delle popolazioni a confronto del benessere di una esigua minoranza.



Le chiediamo di mandare un messaggio, un consiglio alle giovani donne dalle pagine di ‘noidonne’...



Il consiglio che posso dare alle giovani donne è quello di godere dei beni della vita, di avere fede in se stesse e di essere ottimiste, di ritrovare e scoprire il piacere di vivere ogni momento della loro vita e di apprezzarla in tutte le sue espressioni. Mai occuparsi di noi stessi. Pensare agli altri o a quanti hanno un disperato bisogno di aiuto, quali le popolazioni dei paesi del Sud del mondo dove ogni giorno si lotta per la sopravvivenza.



Fondazione Rita Levi – MontalciniOnlus



Alla quasi totalità delle donne africane è impedito l’accesso all’istruzione, ciò è tra le maggiori cause dei problemi di quel Continente. La Fondazione si pone l’obiettivo “di venire in aiuto a popolazioni che vivono in condizioni di estrema indigenza e di impedire che le tragiche situazioni di questi paesi provochino migrazioni di massa e sollevino altri sconvolgimenti a livello globale” nella convinzione che “la creatività e l’efficienza organizzativa, già dimostrata dalle giovani donne africane, potranno innescare meccanismi di trasformazione sociale, essenziali per loro stesse e per l’intero genere umano”. Afferma la Prof.ssa Rita Levi Montalcini nel sito (www.ritalevimontalcini.org): “Così come un battito di ali di una farfalla, nella foresta dell’Amazzonia può provocare, anche a distanza di tempo, un uragano al polo opposto del globo, allo stesso modo le finalità della Fondazione Rita Levi-Montalcini Onlus, mediante l’assegnazione di borse di studio nelle più critiche situazioni africane, possono innescare meccanismi di trasformazione radicali, vantaggiosi a livello mondiale”.



(22 aprile 2009)

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