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Sconfiggere l’omofobia con l’arte

Sconfiggere l’omofobia con l’arte

I ragazzi del laboratorio teatrale di Digayproject in scena dopo l'attacco omofobo del 27 giugno.

Lunedi, 07/07/2014 -
Due settimane fa l’attacco. Lanci di feci, insulti volgari e minacce di morte. A farne le spese alcuni giovani presenti in quel momento nella sede romana di Digayproject, l'associazione, fondata da Imma Battaglia, attivista e consigliera comunale di Roma Capitale, che promuove i diritti LGBT ed è impegnata da anni in campagne e azioni contro le discriminazioni, con un'attenzione particolare a quelle legate all'orientamento sessuale. 



Dai racconti dei ragazzi e delle ragazze che si trovavano all'interno della sede al momento dell'aggressione. è emerso che il gruppo omofobo era composto da alcuni uomini tra i quindici e i quaranta anni, che hanno agito a volto scoperto. Non una ragazzata dunque, ma un atto intimidatorio in piena regola, condotto da persone che dovrebbero essere anagraficamente distanti dalle bravate (non di per sè meno gravi e preoccupanti) adolescenziali. Quello che di sicuro non sapevano gli aggressori, e che forse nemmeno immaginavano, è che i presunti "froci di m" contro cui hanno scagliato ingiurie e sterco, sono in realtà un gruppo eterogeneo di ragazzi e ragazze, molti dei quali eterosessuali, che stavano provando lo spettacolo che andrà in scena giovedì sera al Gay Village: dodici giovani che da un anno si esercitano nella recitazione guidati da Maria Chiara Cucinotta, autrice del testo "Non adesso", una storia di ebrei e disagio mentale. Perchè - come ricorda Maria Laura Annibali, direttrice artistica del laboratorio teatrale e presidente di Digayproject, raggiunta telefonicamente - "l'associazione ha come mission la lotta contro ogni tipo di discriminazione." 



Oltre a suscitare rabbia e disprezzo, gli autori di questo attacco appaiono infinitamente piccoli e insignificanti davanti al cambiamento culturale profondo che sta attraversando - per fortuna - questo paese. Una speranza crescente, quella di potersi allineare, seppur a fatica e ancora senza strumenti legislativi concreti, agli altri paesi del continente in quanto a rispetto e riconoscimento nei confronti di chi ha un orientamento sessuale che si discosta dall'eteronormatività. In questo contesto, le associazioni in difesa dei diritti LGBT rappresentano sempre di più un punto di riferimento anche per tanti eterosessuali che vogliono sentirsi parte della battaglia per il riconoscimento dei diritti di tutti, aspetto che è emerso dalla partecipazione di tanti di loro al pride romano e nelle altre città di Italia.



E quale strumento migliore dell'arte per intraprendere un percorso di sensibilizzazione verso chi ancora non ha sposato la causa dei diritti? In quest'ottica è nato il laboratorio teatrale di Digayproject, perfettamente in linea con i documentari scritti da Maria Laura a tematica lesbica "L'altra altra metà del cielo" parte 1 e 2. "Quest'anno il tema dello spettacolo dei ragazzi è la discriminazione etnica e il disagio mentale, e speriamo per il prossimo anno di poter affrontare la disabilità. Sia il lavoro dei ragazzi, che i miei documentari, sono rivolti ad un pubblico eterosessuale che ancora non ci conosce e che amerei molto che ci conoscesse."



Il brutto episodio del 27 giugno sembra non aver lasciato traccia nei ragazzi, pronti - racconta Maria Laura - ad andare in scena con lo spettacolo. "Ho visto la prova generale e ho avuto l’impressione che loro siano andati avanti come se non fosse successo nulla. I ragazzi sono molto sereni e coraggiosi, e continuano tutte le sere a fare le prove in sede. E' un gruppo bello, eterogeneo e c'è anche un ragazzo straniero, simbolo del fatto che Digayproject è davvero aperta a tutte le differenze." Un invito caldo a tutti e tutte, curiose e curiosi, attivisti e non, a partecipare allo spettacolo di giovedì. 

 

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