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Shakespeare femminista. Perché no?

Shakespeare femminista. Perché no?

Donatella Mei torna in scena con 'Desdemona, Ofelia, Giulietta e le altre. Ovvero se Shakespeare fosse stato femminista'. Dal 18 al 21 gennaio a Roma (teatro Elettra)

Giovedi, 11/01/2018 - Dopo cinque anni torna in scena Desdemona, Ofelia, Giulietta e le altre. Ovvero se Shakespeare fosse stato femminista, con una programmazione prodotta da Ivanna Facchin  (Roma, Teatro Elettra) dal 18 al 21 gennaio. Il testo di Donatella e Valerio Mei è una rivisitazione in chiave comica dei cinque personaggi femminili più famosi della tragedia Shakespeariana: Desdemona, Ofelia, Giulietta, Caterina (la bisbetica domata) e Lady Mac, che in questo spettacolo sarà Lady MacDonatel's.
Pur mantenendo la motivazione shakespeariana, trama e dialoghi si intrecciano in una esilarante attualità. Abbiamo rivolto qualche domanda a Donatella Mei, protagonista insieme a Francesca La Scala, Francesca Cati, Barbara Abbondanza, Gloria Annovazzi e Stefano Vigilante.

Ci piacerebbe sapere come è nato questo testo e perché hai voluto riproporlo al pubblico…
Circa 6 anni fa lavoravo contemporaneamente alla stesura di due spettacoli, Si chiamava Donatella come me e Desdemona Ofelia Giulietta e le altre... Il primo decisamente drammatico il secondo decisamente comico, entrambi però parlano della condizione femminile e dei passi (ancora vergognosamente insufficienti) che la nostra società ha compiuto nella direzione del rispetto delle donne. Ora, a cinque anni dal debutto di questo spettacolo, rappresentato per una sola settimana nell'ormai defunto Teatro dei Satiri, ho sentito il bisogno di riproporlo, per la sua attualità.

Un approccio di parte, quindi, cioè femminista. Viste le premesse ci piacerebbe sapere con quali reazioni il pubblico femminile - e quello maschile - hanno accolto le varie rappresentazioni.
Il pubblico per fortuna, sia quello maschile che quello femminile, ha risposto molto bene alla messa in scena, divertendosi e partecipando. Bisogna dire che il pubblico femminile è di solito superiore nei numeri a quello maschile, e se questo è vero in quasi ogni rappresentazione teatrale, nelle mie, per ovvie ragioni, è ancora più evidente. Va detto che sono rare in questo paese le autrici comiche, e suppongo che il pubblico maschile abbia qualche prevenzione al riguardo. Per questo è necessario insistere e promuovere l'autorialità se non di genere, che nasca da una mente uterina….

Una battuta pungente….. cosa intendi dire?
Una mente uterina è una mente che genera pensieri e comicità con un approccio più interiore, proveniente da tessuti emotivi rilavorati e rielaborati. Non c'è spazio per la comicità "di pancia" che spesso la fa da padrone in quella maschile. Per le donne, abituate a lamentarsi, si tratta di un triplo salto mortale, per questo va sostenuta e incoraggiata in ogni dove.


Informazioni
Teatro Elettra: Roma, Via Capo d’Africa, 32
Spettacoli ore 21, domenica ore 18
http://www.teatroelettra.org/cartellone.html

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