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Spigolando tra: Dalla Mitologia alla Realtà. Il femminile d’Europa ai nostri giorni

Spigolando tra: Dalla Mitologia alla Realtà. Il femminile d’Europa ai nostri giorni

May, Sturgeon, Le Pen, Merkel: un potere femminile potente su cui riflettere. Le donne ai vertici politici Eu rappresentano chi vuole uscirne, chi vuole rientrare e chi vuole uscirne.

Martedi, 21/03/2017 - Dalla Mitologia alla Realtà

Il femminile d’Europa ai nostri giorni





Non è la prima volta che mi capita di ricordare proprio per Noi Donne il mito che accompagna il nome Europa; di questa Europa così importante per tanti di noi.

Solo per memoria, secondo la mitologia, Zeus si invaghì violentemente di una bellissima principessa e per possederla si trasformò in un toro bianco che la giovane Europa, così si chiamava la principessa, trovò forte e gentile e quasi fosse un cavallo alato accettò di montarlo. Lui la portò sulle onde del mare e poi di ritorno all’isola di Creta dove “la prese” sotto un platano. La storia continua con un lungo seguito ma noi la interrompiamo qui e con un salto di secoli, tra mito e realtà dei nostri giorni, un dato ci chiama a una riflessione interessante e per nulla facile anche se a me sembra necessaria.

Ed è quel dato per cui oggi la nostra Europa risulta una terra, un territorio dove le donne contano molto, hanno potere e risultano pensare tutto e il contrario di tutto nei programmi che guardano al futuro dell'Unione europea tanto da sgomentarci.

Se ce lo avessero pronosticato anni fà, forse non ci avremmo creduto.

Ed è proprio una signora della politica, la Premier Theresa May, colei che con convinzione guiderà con inizio formale il 29 marzo l’Inghilterra fuori dall’Unione Europea rendendo concreta in due anni la “famosa” Brexit.

Ma è ancora la stessa May che dovrà gestire un problema di non facile soluzione. Il riferimento è alla richiesta della Scozia attraverso la sua premier donna, Nicola Sturgeon, di avere un nuovo referendum che riproponga la scissione della Scozia dal Regno Unito, quindi la sua autonomia e proprio per poter rimanere in Europa. Un'Europa da cui, invece, vuole veder uscire il proprio paese un'altra donna politicamente forte e da alcuni anni in crescita di consensi.

Il riferimento è a Marine Le Pen, che concorre alle elezioni presidenziali francesi per il Front Nationale e che tutti i commentatori danno come vincente al primo turno ma (e speriamo sia un pronostico credibile) non al ballattaggio.

Ed è a siglare questo ventaglio di protagonismi femminili così contradditori che hanno un potere sul destino dell’Europa, che per ultima ma in primia posizione, c'è la donna che fino ad oggi l’Europa ha difeso e sponsorizzato.

Il riferimento è ovviamente alla Cancelliera Angela Merkel, che peraltro mai è stata in difficoltà come in questa fase; sempre più vicina ad una campagna elettorale dove da pochi giorni sa che si dovrà confrontare con Schultz presidente dell’SPD, scelto con il 100% dei consensi del suo partito, avvenimento quasi unico. La Merkel è tornata “sconfitta” dall’incontro con il Presidente USA Trump, incontro cui è andata non solo in rappresentanza della Germania ma dell’Europa tutta. I due Capi di Stato hanno incontrato divergenze potenti sula politica economica USA e sull'immigrazione. Significativo lo sgradevole episodio di Trump che, fingendosi distratto, si è sottratto alla stretta di mano. Un episodio - un'umiliazione, anche - che tutti i mezzi d’informazione citano come quello che passerà alla storia dell’incontro stesso.

Come se non bastasse, la Merkel vede un attacco smodato di Erdogan che ne chiosa il comportamento come nazista, rispetto alle manifestazioni permesse o non permesse in Germania ai turchi lì residenti (sono circa 1 milione e mezzo) in occasione del Referendum che si terrà in Turchia per cambiare la Costituzione verso un regime presidenziale. Si tratta si tensioni che mettono in crisi gli stessi accordi tra Turchia ed Europa per gli emigranti e che sono aggravate dall'invito/provocazione ad “invadere” Germania e Olanda Europa mettendo al mondo almeno 5 figli per famiglia.

Le contraddizioni che l’Europa vive attraverso diffusi e conflittuali poteri con tanta rappresentanza istituzionale femminile, mi interrogano con preoccupazione nella speranza che l’Europa rimanga un fatto politico consolidato seppure a una o due velocità. E seguiremo, sono sicura, in tanti con ansia e interesse l’incontro di sabato 25 marzo in occasione dei 60 anni del Trattato di Roma, che speriamo non sia solo immagine e retorica.

Ma per tornare al femminile di questa nostra Europa mi domando: se avessi la bacchetta magica, cosa chiederei io a queste donne potenti ? Di quale diversità femminile chiederei conto ? O forse è davvero una domanda retorica o addirittura senza senso che fa sorridere i più?

Sarebbe interessante discuterne per non vedere il sogno di un'Europa unita, garanzia di democrazia, essere violentato come fece Giove il bianco toro, rivelatosi infine per chi era veramente: con la principessa Europa ingannata dal suo potere di trasformismo.

Paola Ortensi



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