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Stragi quotidiane

Stragi quotidiane

Versione Santippe - Stamattina, svegliandomi, ho acceso la tv per guardare il tg...

Camilla Ghedini Martedi, 02/08/2016 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2016

Oggi, mentre scrivo, è il 21 luglio. Nelle ultime due settimane, nell'ordine, c'è stato lo scontro frontale tra treni in Puglia, l'attentato di Nizza, il fallito golpe in Turchia. Stamattina, svegliandomi, ho acceso la tv per guardare il tg, una prassi consolidata e automatica. L'antenna però non andava, mi dava assenza di segnale, e non sono riuscita a 'connettermi' subito col mondo. A quel punto ho acceso il pc e ho controllato i quotidiani on line. E mi sono rassicurata: nelle ultime otto ore, cioè da quando sono andata a dormire, non è successo nulla. E ho provato sollievo. E poi angoscia. Sì, perché mi sono resa conto che ormai vivo aspettando stragi. E ogni giorno 'senza' pare un giorno regalato. Questi sono i momenti in cui, forse erroneamente, sono felice di non avere figli. Vivrei con il terrore che potesse capitare loro qualcosa, con la certezza che trasformerei il mio istinto di protezione in soffocamento, che diventerebbe privazione, quindi sottrazione di esperienza. Perché oggi, soprattutto un giovane, ha il diritto e dovere di non essere solo cittadino d'Europa - che fa acqua da tutte le parti - ma del mondo. Nei social, in queste settimane, spesso mi sono imbattuta in commenti accorati di mamme che commentavano il loro sgomento e la loro volontà di non accendere la tv per un po', per non vedere, per non sentire. Che significa però non sapere. Ma, io mi chiedo, è una scelta possibile? È giusta? È sen'altro legittima e comprensibile perché anche io, ora, qui alla tastiera, sono consapevole che magari in qualche parte del mondo sta avvenendo una nuova carneficina, o stanno progettando una nuova carneficina. Eppure io, qui nel mio studio, mi sento sicura. Certo, non più sicura come un anno fa, per non dire 10 anni fa. Io stessa ora, quando prendo un treno, mi guardo attorno, la suggestione fa la sua parte regalandomi sensazioni negative. La razionalità sta nel non permettere alla paura di prendere il sopravvento. Quando leggo i tweet del nostro Premier, che parla di necessità di essere forti e di non piegarci al 'nemico' mi viene da ridere. Anzi da piangere. Ma cosa vuol dire? Anzi, vorrei proprio chiederglielo. 'Matteo, ma puoi tacere ogni tanto? Ma puoi comunicare qualcosa di vero, di profondo, evitando vacuità e retorica? Me lo dici, Matteo, nella pratica, che cosa significano le tue parole?'. Io non potrei vivere senza sapere cosa succede intorno a me, per un senso di partecipazione al quale sono stata educata fin da bambina, con un papà che mi spiegava che quel che succede nel mondo mi riguarda, mi tocca, sempre e comunque. Ciononostante capisco chi desidera isolarsi, tappandosi orecchie e occhi, perché siamo saturi di violenza. Siamo saturi di fanatismo. Siamo saturi di senso di impotenza. Io sono satura di opinioni da due soldi, di analisi semplicistiche, di tuttologi. Questa mattina senza tg, però, lo ammetto, mi ha rinfrancato. Sento di poter respirare. Davanti agli occhi non mi sono passate immagini di morti, torture, invocazioni di pene capitali, come quelle del Presidente turco, Erdogan. Ora sono le 10, il pezzo sta prendendo il via. Speriamo che oggi sia una giornata serena. Quando sarà pubblicato, invece, temo che quella descritta sarà solo una 'vecchia' pagina di storia. Chissà.

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