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UDI, il Congresso e gli happening artistici

UDI, il Congresso e gli happening artistici

XVI congresso Udi - Dal video di Ilaria Scalmani alla testimonianza di Lidia Menapace ai canti di 'Sebben che siamo donne' di Buffa, Mangani, Marchesi agli organetti di Donegà

Mercoledi, 01/06/2016 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2016

“Io vado… all’UDI” realizzato da Ilaria Scalmani e promosso dall’UDI Modena con la collaborazione del Centro Documentazione donna di Modena e il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Il documentario, realizzato con la partecipazione dell’UDI nazionale Archivio Centrale, Associazione Nazionale Archivi dell’UDI e Rete Regionale degli archivi UDI Emilia-Romagna, nasce all’interno del progetto “Io vado… all’UDI. 70 anni di partecipazione politica delle donne modenesi dell’Unione donne in Italia” e ha come fulcro le interviste a due storiche partigiane e protagoniste dell’associazione: Marisa Rodano e Marisa Ombra, entrambe presenti al Congresso. (articolo sul Congresso in www.noidonne.org)



Ancora un video con “Non si può vivere senza una giacchetta lilla”, con Lidia Menapace e la regia di Novella Benedetti, Chiara Orempuller e Valentina Lovato (prodotto da Decima Rosa). Un docufilm che racconta la vita intensa e appassionata di Lidia Menapace, partigiana, senatrice della Repubblica italiana, fondatrice del “Manifesto”, pacifista e femminista militante, che per motivi di salute non è riuscita ad intervenire al Congresso. Attraverso un racconto in prima persona e l’osservazione discreta del suo instancabile impegno quotidiano nell’educazione e promozione dei diritti civili, il docufilm dipinge un ritratto intimo di una donna coraggiosa e eccezionale che ha contribuito a scrivere pagine importanti della storia repubblicana del nostro Paese.





Musica poi, con “Sebben che siamo donne”, canti di donne nella storia per voce di Susanna Buffa, Isabella Mangani, Sara Marchesi e Stefano Donegà alla chitarra. Un omaggio a storie individuali e collettive di donne, unite nelle lotte e nelle conquiste politiche, sociali e culturali. Storie in cui il canto, come forma di denuncia, protesta e incontro, è nato sul terreno fertile di una cultura musicale popolare più antica. Canti che oggi sono forma e sostanza di un racconto condiviso e che fanno un po’ di luce sulla strada che è stata aperta da quelle lotte al futuro di tantissime altre donne e uomini.





A chiudere la scena musicale del Congresso UDI è stato “Il Giardino della Pietra Fiorita”, ensemble di organetti diretta dal Maestro Alessandro Parente che rappresenta sei regioni dell’Italia centro-meridionale (Abruzzo, Lazio, Puglia, Molise, Campania e Calabria) e ha lo scopo di ridare vita a questo meraviglioso strumento che è l’organetto. Il repertorio per l’esibizione dedicata al Congresso UDI è stato scelto in base al contenuto e al significato di ogni singolo brano e si è composto di diverse “suite”: una dedicata alla musica più antica (precedente alla nascita dell’organetto), una dedicata alla donna, una dedicata alla guerra, una dedicata alla musica della Louisiana e un’altra ancora dedicata alle nostre radici e alla nostra cultura popolare.

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