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Una casa di sole

Una casa di sole "befane": un'utopia fattasi realtà

Realizzata da un'idea dell'utopista Thérèse Clerc vicino Parigi, la Maison des Babayagas è stata da subito "autogestita, civile, ecologica, femminista, laica.."

Venerdi, 19/09/2014 -
Molti sognano l'eterna giovinezza, specie adesso - nell'epoca della prolungata adolescenza - quando il terrore della senilità attanaglia e paralizza. Tuttavia, per quanti sforzi possiamo fare per procrastinare e recalcitrare, ahinoi... nasciamo, cresciamo e... invecchiamo. Rughe, capelli bianchi, piccoli acciacchi sono solo alcuni sintomi del tempo che fugge.

Del resto, invecchiare bene è possibile. Incanutire ha il suo bello: i ritmi si distendono, la saggezza primeggia sull'impulsività, l'esperienza governa il modo di agire, i ricordi riaffiorano straordinariamente vividi. E allora: perché non invecchiare serenamente e in modo solidale?

Questa è pressappoco la domanda che si è posta Thérèse Clerc, l'85enne utopista che, una quindicina di anni fa, lanciò l'idea di una "Maison des Babayagas". Un nome ironico che ha un debito verso la fiaba slava di Baba-Yaga (qualcosa di simile alla nostra befana), una strega volante su una scopa di betulla.

Ad oggi la Casa delle Befane è una realtà funzionante che, presso Montreuil-sous-bois (non lontano da Parigi), è gestita da donne anziane ultrasessantenni. Inaugurata nel febbraio 2013, la Maison des Babayagas si è fin da subito definita: "autogérée, citoyenne, écologique, féministe, laïque et solidaire", cioè: autogestita, civile, ecologica, femminista, laica e solidale.

Insomma, più di venti locali sociali, una ventina di donne agées, stili di vita rilassati, tanta ecologia e nessuna dolente o forzata solitudine.

Anni fa, quando Thérèse si trovava ad assistere la madre in fin di vita, penosamente costernata all'idea di passare un tale testimone generazionale ai suoi figli, si era lasciata sorprendere da un guizzo di ottimistico femminismo, balenato dal fondo dell'amarezza: «lo sguardo che la società ha su noi donne è tale che, superata una certa età, non veniamo più considerate».

Ora, però, la Maison è qualcosa di concreto, di utile e straordinario, è una struttura che attrae altre donne con storie altrettanto incredibili (come quella di Alimune, scrittrice e poetessa fuggita dal regime di Pinochet con la figlia Clara).

Inoltre, Maisons di questo tipo stanno lentamente (ma inesorabilmente) proliferando in tutto il mondo, tanto da permetterci di riconsiderare in modo nuovo e più sereno la terza età - forse ingiustamente temuta e depauperata di senso.



Marta Mariani

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