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Una nuova biblioteca delle donne intitolata a Goliarda Sapienza

Una nuova biblioteca delle donne intitolata a Goliarda Sapienza

A Roma (quartiere Montagnola) l'iniziativa, partita dall'esperienza del bookcrossing e diventata una realtà aperta alla città

Mercoledi, 04/11/2020 - Da poco più di un mese a Roma, nel quartiere della Montagnola c'è un grande fiocco rosa. Che in questo periodo di Covid 19 e di ulteriore conseguente drastico calo delle nascite è veramente cosa degna di nota e sintomo di grande coraggio. Il 3 ottobre 2020 è nata la Biblioteca Goliarda Sapienza, una biblioteca popolare interamente dedicata alle donne - scrittrici, lettrici, testimoni, ma sempre protagoniste - frutto dello sforzo congiunto e della passione dell'Associazione Donne di carta e del Collettivo Donne Contro supportate e affiancate dall'Associazione Che Guevara Onlus. La biblioteca è dedicata a Goliarda Sapienza intensa e appassionata attrice, scrittrice, artista siciliana del secolo scorso. Ne parliamo con Sandra Giuliani dell'Associazione Donne di Carta

Innanzitutto come mai proprio in questo periodo così complesso e difficile avete deciso di far nascere una biblioteca delle donne?
Anche in tempi di pace sarebbe stata un’impresa perché il Sapere, anzi i Saperi delle donne, non hanno cittadinanza piena nella nostra società e il mondo editoriale non si sottrae ai “vuoti di memoria” o a quei pregiudizi che vogliono le donne scrittrici di certi generi, per lo più letterari, celando l’enorme apporto in tutti i campi. Tanti anni fa a Roma c’era la Libreria delle donne che riparava in parte a questa assenza; Archivia – impresa ben più autorevole della nostra – costruisce memoria della storia delle donne, ma arriva a un target già, come dire, preparato e colto. E il mondo scritto delle e dalle donne resta sempre ai margini, non è mai oggetto di investimenti economici o parte di una visionarietà culturale. Credo che anche noi come associazione eravamo un po’ rassegnate a questo stato di cose. Poi è successo qualcosa. Sono alcuni anni che Donne di carta, con altre due associazioni Fare Arte e 11Radio, sta portando avanti un progetto di bookcrossing nel municipio VIII a Roma: “Biblioteca a cielo aperto”. Un bookcrossing sistematizzato, ossia dotato di locali (negozi, sedi associative) sparsi sul territorio che hanno adottato scaffali tematici, e di un catalogo on line, da noi implementato, che comunica alla comunità quali titoli possano essere presenti e dove reperirli. Un “passa, prendi e porta un libro” che trasforma questi punti in una biblioteca diffusa. A forza di scambi - grazie anche al pulmino (Porter della Piaggio riadattato) che come Donne di carta abbiamo messo a disposizione come punto mobile di bookcrossing - abbiamo accumulato titoli veramente notevoli ritrovandoci tra le mani anche edizioni fuori commercio e autrici che solo alcune di noi - a volte essere “anziane” è un vantaggio - avevano letto e amato. Perché disperdere questo tesoro? Dovevamo salvarlo. Dall’oblio, dal macero, dall’ignoranza, e restituirgli una possibilità di vita.
Abbiamo proposto a uno dei nostri Bibliocorner - così definiamo i punti di diffusione - di inventare insieme una Biblioteca delle donne. L’Associazione Che Guevara e il Collettivo Donne contro, che opera in quella sede, si sono mostrati entusiasti: hanno liberato una stanza, acquistato librerie e anche diversi titoli “nuovi”. A conferma che dal basso si investe nella cultura. Soprattutto se in prima linea ci sono donne.

Come si inserisce questa iniziativa nella realtà del vostro quartiere e in quella della città di Roma, ormai sempre più multietnica?
Essere più associazioni è una ricchezza perché ognuna apporta la propria competenza e anche la propria visione. Donne di carta ha nel suo DNA la vocazione alla mediazione culturale poiché intende la lettura come un modo per comprendere e abitare meglio il mondo, quindi ben oltre i libri come oggetti, ma piuttosto come pretesto per raccontare, conoscere, scambiarsi esperienze e saperi, e il Collettivo Donne contro, come l’Associazione Che Guevara, hanno una storia lunghissima di relazioni sociali con il territorio della Montagnola, in particolare con la comunità Bangladesh che frequenta il Circolo attirata dai corsi di italiano e anche da diversi servizi sociali. La comunità Bangladesh, infatti, ci ha subito donato alcuni titoli in lingua originale e noi abbiamo selezionato titoli in lingue europee che il sistema del bookcrossing ci aveva fatto incontrare.

Che tipo di libri ospitate? Qual è stata la vostra idea guida in questa scelta? Avete pensato anche ad una consultazione online?
“Goliarda Sapienza” è una biblioteca popolare, anzi una biblioteca di comunità: i suoi fondi derivano da donazioni, bookcrossing, cessioni personali di noi socie. È fatta dai lettori e dalle lettrici, dalle loro/nostre abitudini di lettura. Qualche casa editrice ci ha promesso titoli per le ragazze (come Sinnos), molte donazioni sono atti di generosità di singole persone o di Centri di documentazione delle donne, e mi piace dirlo, anche da lontano: da Siena, da Venezia, per esempio. Una giovane donna, che sta diventando una collaboratrice preziosa, Francesca Pozzo, ci sta portando la biblioteca personale di una storica, Angela Groppi; qualcun’altra ci ha promesso la propria emeroteca; qualcuna ci ha già donato documentazione e titoli su Donne e Comunicazione, vero Loredana?, con una ricchezza storica di interventi che ci ha commosse. Del bookcrossing, da cui tutto nasce, resta forte il senso che la cultura è soprattutto relazione tra le persone. Non possiamo, per ora, accogliere tutto nella piccola stanza dove esponiamo per di più titoli narrativi che aprono le frontiere facendo entrare il mondo e tutte le lingue possibili. Abbiamo varie sezioni: Editoria “ragazze”, Arte, Poesia, Teatro e diversi titoli saggistici: curiamo con molta attenzione il settore storico e facciamo salti di gioia quando arrivano titoli sugli studi di genere. Man mano che gli scaffali dichiarano la loro vocazione ci segniamo i titoli che mancano, quelli autorevoli, quelli indispensabili in modo da dar loro la caccia tramite il bookcrossing, il passaparola e a poco a poco l’acquisto. Ciò che è esposto e ciò che per ora resta nelle scatole è catalogato e consultabile, via via, on line sul Catalogo CaMuT (Catalogo municipale tematico: www.bibliotecaacieloaperto.org) che accoglie tutti i titoli di “Biblioteca a cielo aperto” che sono circolanti nel municipio VIII, e quelli della Biblioteca “Goliarda Sapienza” sotto il nome di Che Guevara, sede ospitante. Inoltre esistono versioni pdf del catalogo, curate in particolare da Alessandra Attanasio, che circolano sulle pagine web dell’associazione Che Guevara (www.cheguevararoma.it) e ultimamente anche sulla pagina Facebook dedicata alla “Biblioteca delle donne Goliarda Sapienza”. Non possiamo offrire consultazione in sede, ma il prestito è sempre attivo e il giorno per prelevare o portare il titolo, o conoscerci, è il giovedì dalle 11.30 alle 18.30. Per chiunque non potesse basta una mail per un appuntamento mirato, che contempla anche la semplice spedizione: bibliotecagoliardasapienza@gmail.com

Come nasce la dedica della biblioteca a Goliarda Sapienza, attivista politica, ma prima ancora artista a tutto tondo, che si è sempre saputa mettere totalmente in gioco, una tra le maggiori scrittrici del '900?

Intitolarla a lei è stata una scelta unanime. Antonella Fortunati, socia di Ddc, ha regalato un quadro alla nostra Biblioteca con tre diverse meravigliose espressioni di Goliarda e Maria Claudia Benincà, socia del Collettivo Donne contro, ha disegnato in stile liberty il suo nome sulla porta. Quale casa migliore se non una biblioteca popolare, di comunità, per Goliarda? Un modo semplice per continuare a dirle grazie.

Anche se in questo periodo fare progetti non è facile, cosa vi proponete per il futuro di questo bellissimo progetto culturale e sociale che avete fatto nascere?
Siamo agli inizi di un percorso che vogliamo lunghissimo perché si basa sul costruire relazioni, e quindi reti, con le comunità multietniche, le realtà bibliotecarie, i centri di documentazione e le università e con chiunque voglia collaborare con noi. Sta già succedendo. Ma come ben sappiamo una biblioteca non è un deposito, è una fabbrica di idee, un servizio permanente di mediazione culturale e quindi appena finito di selezionare e di catalogare, renderemo vivo questo patrimonio raccontando le idee e le vite che abbiamo salvato. Non ci spaventano i limiti: il catalogo on line ci consente di superare la piccola stanza, le chiusure da Covid19 ci spingono a inventare formule online: dirette a porte chiuse, cammei e interviste video per far circolare ovunque questi Saperi. È un’impresa nata sotto il segno del reciproco vantaggio: avere memoria è un bene comune. Più le persone se ne renderanno conto più saremo in tante a disegnare le tappe di questo viaggio. E tante e tanti sono intervenuti quel 3 ottobre 2020 a tagliare il nastro.


Biblioteca Goliarda Sapienza
via Fontanellato 69 – quartiere Montagnola
Roma - mail: bibliotecagoliardasapienza@gmail.com

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