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Violenza domestica al tempo del Covid-19: le donne scrivono al Presidente Conte

Violenza domestica al tempo del Covid-19: le donne scrivono al Presidente Conte

Iniziativa a sostegno dell'appello della ministra Bonetti per aumentare la diffusione del numero verde 1522 nella comunicazione istituzionale

Lunedi, 23/03/2020 - Riceviamo e pubblichiamo

Al Presidente del Consiglio Avv. Giuseppe Conte
p.c.
Ministra Luciana Lamorgese
Ministra Prof.ssa Elena Bonetti
Ministra Sen. Nunzia Catalfo
Ministro On. Roberto Gualtieri
Ministro On. Alfonso Bonafede
Ministro On. Roberto Speranza

In seguito alla grave emergenza che ha colpito anche il nostro Paese sono state adottate delle misure necessarie per salvaguardare la popolazione dal propagarsi del contagio del virus denominato Covid-19.
Tra di esse vi è la prescrizione di evitare il più possibile gli spostamenti e di rimanere presso le proprie abitazioni se non per esigenze primarie, da cui è nato ashtag #iorestoacasa.
Alla luce di quanto previsto e che risponde ad una legittima ed indiscutibile decisione ed esigenza di Salute pubblica e nazionale e che non è oggetto qui di alcuna messa in discussione, si rileva la necessità di tenere alta e semmai ancora più alta, l’attenzione nei confronti degli effetti che tale indicazione provoca nei confronti delle donne vittime di violenza da parte degli uomini conviventi a vario titolo. Come è noto la percentuale più elevata delle violenze e dei femminicidi avvengono all’interno delle relazioni cosiddette affettive e spesso dentro i luoghi familiari, appunto le case, tanto da aver denominato la fattispecie delittuosa come “violenza domestica” proprio ad indicare la specificità del legame sottostante e scatenante il grave reato.
Pertanto la costrizione, ribadiamo legittima, a restare in casa aumenta in maniera esponenziale le possibilità di perpetrare questa tipologia di reati da parte degli uomini violenti in uno scenario in cui l’attenzione generale è indirizzata a fronteggiare la Pandemia. Riteniamo che sia tuttavia dovere da parte dello Stato e delle Istituzioni tutte salvaguardare la vita delle donne che sono in pericolo e dei figli, spesso minorenni, conviventi che assistono a questi episodi orribili, infondendo un messaggio di presenza mediante la diffusione del numero verde 1522 in ogni comunicazione pubblica che inviti a restare a casa.
Restare a casa è un atto che serve a preservare la vita e non deve diventare il pretesto per gli uomini di negare ad altri i diritti fondamentali e per le donne di accettare in silenzio questa situazione.
E’ quanto mai necessario oggi fare fronte ad una emergenza nella emergenza poiché i provvedimenti richiesti non si trasforminio in una diminuzione di protezione da parte delle Istituzioni Pubbliche nei confronti delle donne.
La solitudine è una delle ragioni per le quali le donne non riescono a denunciare e a fare emergere la violenza che subiscono per anni dentro la loro casa che invece di essere un luogo di rifugio diventa uno spazio di tortura e di negazione di ogni diritto che le spetta in quanto essere umano.
E’ dunque necessario unirsi alla voce della Ministra per le Pari Opportunità Prof.ssa Elena Bonetti nel fare sentire la presenza negli ospedali, nei luoghi di raccolta delle denunce, nelle donne tutte che lo Stato non si è ritirato neanche momentaneamente dalla battaglia contro questo fenomeno ormai drammatico che ha tolto la vita, la serenità e ogni diritti alle donne e ai loro figli.
Si chiede dunque che le comunicazioni istituzionali che invitano a restare a casa siano al contempo accompagnate dalla indicazione del numero verde 1522 per denunciare le violenze subite e allertare ogni Istituzione della necessità improrogabile di controllare, oggi più che mai, che la normativa in tema di contrasto alla violenza di genere sia applicata in maniera capillare in ogni luogo adibito a ricevere le denunce, a curare le donne e a proteggerle.
Per adesioni scrivere a marywally@libero.it
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