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XII DIVERGENTI - Festival Internazionale di Cinema Trans. Miglior film 'Soy niño’ di Lorena Zillerue

XII DIVERGENTI - Festival Internazionale di Cinema Trans. Miglior film 'Soy niño’ di Lorena Zillerue

Successo per l’unico Festival di cinema trans in Italia e uno dei pochi in tutto il mondo: focus specifico sul tema del ‘sex work’. Premiati i vincitori della XII edizione, dedicata alla narrazione e rappresentazione dell’esperienza trans

Lunedi, 05/12/2022 - Anche quest’anno è tornato il Festival “Divergenti”, l’unico Festival cinematografico in Italia, e uno dei pochi in tutto il mondo, interamente dedicato alla narrazione e rappresentazione dell’esperienza trans, proponendo una delle più importanti vetrine dedicate alla migliore cinematografia trans italiana e internazionale. Svoltosi negli spazi della Cineteca di Bologna (Cinema Lumière e sala Cervi) dall’1 al 3 dicembre, ‘Divergenti’ è stato organizzato dal M.I.T. - Movimento Identità Trans, sotto la rinnovata direzione artistica di Nicole De Leo e con Porpora Marcasciano come direttrice onoraria, in tre intense giornate che hanno allargato lo sguardo sull’esperienza trans nelle varie parti del mondo e all’interno dei differenti contesti culturali, cercando di approfondire le questioni attinenti ai diritti civili e sociali.

La giuria, composta quest’anno dall’attivista e politica Titti De Simone, dal regista Simone Cangelosi e dal giornalista Giuliano Federico, ha valutato i dieci film in concorso, ed assegnato i seguenti riconoscimenti: ‘Soy niño’ di Lorena Zilleruelo, il documentario sul percorso di transizione di un’adolescente nel Cile di oggi, si aggiudica il premio di 1000 euro come Miglior Film; l’intenso ‘Mee Too’ realizzato dai membri del collettivo Lesvos LGBTQI+ Refugee Solidarity, riceve una menzione speciale insieme a ‘Nuestros cuerpos son sus campos de batalla’ della regista francese Isabelle Solas, sulle lotte politiche e di vita di un gruppo di donne trans in Argentina, e a ‘Casa Susanna’, ultimo documentario del cineasta francese Sébastien Lifshitz, su una casa ritrovo immersa nel verde delle Catskill Mountains per travestiti americani degli anni '50 e '60.

La serata di premiazione si è chiusa con la proiezione speciale di ‘Vestita D’Azul’, prezioso documentario storico di Antonio Giménez-Rico del 1983, che esplora le vite e gli amori di un gruppo di sei donne transgender che vivono a Madrid negli anni successivi al passaggio della Spagna alla democrazia. Un lavoro pioneristico, ritratto di una cultura che finalmente emerge dall'ombra dopo essere stata nascosta per troppo tempo.

La XII edizione del Festival ha avuto un focus specifico, incentrato quest’anno sul tema del ‘sex work’, che da sempre attraversa il mondo trans. “Per molte persone trans* resta ancora l'unica opzione lavorativa” dichiarano Porpora Marcasciano e Nicole De Leo “Il paradosso è vivere in una società che non permette l'accesso al lavoro e criminalizza in maniera più o meno diretta l'unico strumento che spesso le persone trans hanno a disposizione”. Il tema è stato esplorato anche alla luce dei divieti e delle sanzioni che alcuni partiti vorrebbero imporre nel nostro Paese, come quelle proposte nel disegno di legge di recente presentato dalla senatrice Maiorino e ispirato al modello nord europeo, un approccio repressivo che desta preoccupazione.

In questa direzione si inserisce la scelta della madrina del festival che per questa edizione è stata Pia Covre, storica attivista e fondatrice, con Carla Corso, del Comitato per i diritti civili delle Prostitute, e tra le fondatrici, anche, dell’associazione LILA.

Nucleo centrale del festival il Concorso Internazionale, che per la dodicesima edizione ha proposto al pubblico dieci potenti opere, tra documentari e fiction, provenienti da diverse parti del mondo, che hanno mostrato la resilienza e la forza delle comunità trans mettendo in evidenza una varietà di prospettive e identità trans, con una gamma di generi e tematiche che vanno dalle storie di donne trans in lotta da una vita per la loro identità e i loro diritti come ‘Nuestros cuerpos son sus campos de batalla’ dell’argentina Isabelle Solas (menzione speciale), che approfondisce il viaggio politico e le vite di Claudia e Violeta o ‘Travesti Odyssey’ del cileno Nicolás Videla, storia di una performance teatrale messa in scena durante le proteste contro corruzione e diseguaglianze a Santiago del Cile nel 2019; al percorso di transizione di un’adolescente nel Cile di oggi, raccontato in ‘Soy niño’ (vincitore come Miglior Film) da Lorena Zilleruelo, fino alle difficoltà dei migranti LGBTQI+ nel ‘campo di detenzione’ a Lesbo, narrate e filmate dagli stessi protagonisti nel lavoro in anteprima assoluta ‘Mee Too’ (menzione speciale). Non sono mancati titoli che vanno a scavare negli archivi del movimento trans, come ‘Casa Susanna’ (menzione speciale), ultimo documentario del cineasta francese Sébastien Lifshitz, presentato in anteprima all’ultima Mostra Cinematografica di Venezia (evento speciale), su una casa ritrovo immersa nel verde delle Catskill Mountains per travestiti americani degli anni '50 e '60, in un’epoca in cui la pratica del travestitismo era considerata illegale; e il prezioso documentario storico del regista e sceneggiatore spagnolo Antonio Giménez-Rico del 1983, Vestida de Azul, che esplora le vite e gli amori di un gruppo di sei donne transgender che vivono a Madrid negli anni successivi al passaggio della Spagna alla democrazia. Tra le opere più interessanti, l’anteprima italiana di ‘The Oleanders’ della filmmaker greca Paola Revenoti, presente al festival, una passeggiata notturna ad Atene attraverso gli occhi di Betty Vakalidou, Eva Koumarianou e della stessa regista che rivisitano tutti i luoghi della città in cui lavoravano come sex workers. Tra i corti, Pinned Into A Dress di Gianluca Matarrese e Guillaume Thomas, film di apertura della 37esima Settimana della Critica di Venezia, ritratto di Miss Fame, alias Kurtis Dam-Mikkelsen, drag queen, artista discografica e personaggio televisivo, modella icona nell’alta moda; Veni Etiam di Alex Hai, ospite del festival, e Mahtab Mansoor, storia di una gondola e del suo gondoliere attraverso i canali di Venezia; e Echi di Paoli De Luca, il racconto degli ultimi momenti di una ragazza, prima della sua operazione di riaffermazione sessuale.

Anche per questa edizione, il Festival è stato arricchito da una serie di appuntamenti collaterali, che hanno allargato i confini della rassegna coinvolgendo la città di Bologna e creando occasioni di incontro, scambio, confronto e intrattenimento intorno alle tematiche trans e non solo. Evento di anteprima alla Cineteca di Bologna, è stato la proiezione de Le favolose, ultimo film di Roberta Torre, con protagoniste Nicole De Leo e Porpora Marcasciano insieme ad altre cinque donne che si ritrovano per rievocare con una seduta spiritica Antonia, morta anni prima e seppellita per volere della famiglia con abiti maschili. La proiezione si è tenuta alla presenza delle protagoniste.


Tra gli eventi collaterali:

In occasione della Giornata mondiale contro l'Aids, nei locali del M.I.T. di Bologna, si è svolto un momento di formazione sui trattamenti pre e post esposizione (PrEP e PEP) dando voce a chi conduce questa battaglia da anni. A condurre l’incontro, infatti, è stato invitato Sandro Mattioli, Presidente dell’associazione Plus, insieme al quale si è cercato di fare chiarezza su questi trattamenti, cosa sono, come funzionano e come si collocano nella quotidiana lotta contro lo stigma associato all’AIDS.

Presso la Sala Tassinari del Comune di Bologna, ha avuto luogo la tavola rotonda “Migrazioni lgbtqia+ e lavoro sessuale. Lotte e sfide” alla quale, tra gli altri, ha partecipato la vice sindaca Emily Clancy. Il lavoro sessuale è spesso una delle poche fonti di guadagno e sostentamento disponibili per molte persone migranti LGBTQIA+: di questo e delle loro sfide quotidiane, si è parlato all’interno del seminario insieme a chi sta su questo fronte tutti giorni erogando servizi e percorsi di tutela a favore delle persone migranti LGBTQIA+, sex worker e non.

Al Mambo è stata presentata AMORE ARTE e RIVOLUZIONE narrazione e sguardi dall'Underground al Queer, una Lecture performance di Porpora Marcasciano, che aggirandosi tra i disegni, esposti nella mostra a lei dedicata “Non sono dove mi cercate”, ha raccontato il contesto culturale e politico coevo agli anni di produzione delle sue opere, dal 1973 alla prima metà degli anni Ottanta.

Anche nel 2022 il Festival ha contato su decine di collaborazioni nuove e rinnovate. Quest’anno è entrato in rete con Divergenti anche il Florence Queer Festival, per un accordo di collaborazione culturale e operativa insieme a Divine Queer Festival, Lovers Film Festival, MiX Festival Internazionale di Cinema LGBTQ+, Sherocco Festival e USN|expo Sardinia Queer Short Film Festival.

Ideata e organizzata da MIT - Movimento Identità Trans, la XII edizione di Divergenti è realizzata con il contributo di Regione Emilia-Romagna, con il sostegno di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, in collaborazione con Cineteca di Bologna, StickerMule, Festival MiX, Lovers Film Festival, Sardinia Queer, Film Expo, Divine Film Festival, Sherocco Festival, Reggio Film Festival con il patrocinio dell’Ambasciata Argentina in Italia.

L’evento è realizzato nell’ambito del Patto di collaborazione generale per la promozione e la tutela dei diritti delle persone e della comunità LGBTQI nella città di Bologna.

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