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Ma… La donna ha una identità autonoma oltre il sesso, la maternità, l’assistenza?

Ma… La donna ha una identità autonoma oltre il sesso, la maternità, l’assistenza?

Un esempio di come sono cancellati i talenti delle donne e le loro capacità di gestire, decidere, eccellere

Mercoledi, 05/02/2020 - Prima pagina de La Repubblica (31/01/2020): “il virus cinese fa paura…si può trasmettere da uomo a uomo”. Nell’articolo interno al quotidiano si legge nel titolo: “il nuovo virus cinese si trasmette tra uomini”.
Io, che sono donna mi rincuoro e penso: almeno per le donne il virus è immune, considerando che viene usato il termine uomini invece di quello di persone”.
Leggo l’articolo e rimango basita; primo, perchè il corona virus colpisce indistintamente uomini e donne, senza distinzione di sesso. Secondo, perchè proprio su Repubblica, che è un quotidiano culturalmente avanzato nei confronti delle donne, le voci uomo – uomini comprendono le donne, come parte di un’umanità coniugata al maschile.
Così riemerge l’identità della donna, ancora come: femmina dell’uomo, concezione che risale al lontano 1968, espressa dalla voce “donna” sul dizionario Zingarelli. Da allora, non è cambiato niente, dunque? I proclami sull’emancipazione delle donne, sull’identità di genere delle donne, come soggetti di diritto, libere, autonome, autoreferenti appaiono parole vuote di contenuti reali. Ma no!! Le donne sono entrate ai livelli più alti della compagine economica, scientifica e culturale. E allora come si spiega questa riduzione e omissione delle donne nei settori che determinano lo sviluppo di una società? Cerchiamo di capire prendendo ad esempio il nostro Paese, e analizziamo il ruolo della donna nei settori industriale, finanziario, scientifico e culturale, avvalendoci di una rivista, che va per la maggiore, specializzata in economia, finanza e cultura, dal titolo “INDUSTRIA FELIX”, sottotitolo “l’Italia che compete”, con redazione a Milano, e di cui è direttore responsabile Michele Montemurro.
La copertina della rivista in questione, riporta una figura maschile stilizzata e il titolo “l’Italia resiliente”.
Nell’esaminare il contenuto, “Industria felix” non si definisce rivista, bensì magazine con una nota del direttore scritta in inglese (per dare importanza internazionale alla rivista-magazine).
Seguono dopo la copertina due pagine con una lenzuolata di immagini dei sette personaggi di successo nell’economia, nella finanza e nella cultura italiana, tutti maschi, di cui si parla nella rivista.















Vittorio Beretta
(industria carne suina). Nell’articolo che descrive l’attività dell’imprenditore e la sua eccellenza (articolo scritto da un uomo) compare l’immagine di una donna con la cuffia in testa, addetta alla lavorazione dei prosciutti.































Segue Luigi Triolo (industria filtrex) produttore di filtri industriali per impianti petroliferi e motori navali; poi Alessandro Botter (industria vinicola). Nelle pagine interne compaiono i tre membri attivi della famiglia Botter, con al centro una giovane donna che, guarda caso, si appoggia ad uno dei fratelli a mò di sostegno. Segue Domenico Menniti, imprenditore della moda Harmont&Blaine, il bassotto della moda che ha sfidato i giganti, come scrive il giornalista maschio che descrive il personaggio. C’è poi Cristiano Ferrari, presidente della Theras Group, azienda di Salsomaggiore Terme. Segue l’ultimo personaggio eccellente in ambito culturale. È sempre un uomo, Claudio Scamardella per il libro Le colpe del Sud.
Sfogliando le pagine interne, compare una pubblicità della moda, sempre al maschile con l’immagine di un indossatore della Italian Brands.






























Seguono, pagina dopo pagina, gli articoli di economia: dodici articoli scritti tutti da giornalisti maschi di cui compare l’immagine sotto il titolo del rispettivo articolo.
Infine, appare l’industria del Food con l’immagine di un cuoco (maschio) avvolto dalle fiamme della cucina. Per illustrare l’industria del Food vengono riportate immagini di chef tutti maschi, perché secondo i giudizi relativi alle eccellenze nell’alta cucina, espressi dai giornalisti che si occupano nella rivista dell’industria del food, sono competenti solo gli uomini.

 


















Immagini delle eccellenze nell’industria del Food

Nel trattare del settore gastronomico vengono mostrate anche immagini di donne, o come aiuto cuoche, fotografate con la padella in mano, o come eleganti signore che degustano vini pregiati (prodotti da uomini).























Segue una lunga inchiesta dal titolo l’Italia che Cresce, dove sono riportati gli andamenti positivi delle Imprese campioni della crescita resiliente nelle diverse regioni italiane, dove non sono specificati i titolari delle imprese. Diciotto pagine dense di tabelle e percentuali di crescita.
Si apre poi la descrizione delle eccellenze, cioè dei personaggi tutti maschili che abbiamo elencato in apertura. Delle donne non c’è traccia né tra i personaggi, né tra i giornalisti che scrivono gli articoli. Le donne figurano solo nel ruolo specifico del femminile che gli uomini si aspettano da loro. Ciò è evidente trattando dell’imprenditore Cristiano Ferrari, presidente della Theras Group di Salsomaggiore, a capo del progetto biotecnologico per il trattamento del dolore post-operatorio. Ecco aprirsi su due pagine l’immagine dell’équipe e dell’assistenza sanitaria avanzata della Theras Group, dove figurano in grande maggioranza donne nel ruolo di assistenti e infermiere, accanto alle quali compaiono lo stesso Cristiano Ferrari e alcuni dirigenti di sesso maschile.































Stessa valutazione, stessa attenzione alle eccellenze nelle scienze come la medicina (vedi Cristiano Ferrari) dove i personaggi sono coniugati sempre al maschile.
Ma…guarda caso, proprio in questi giorni è emerso un evento che contraddice queste valutazioni. Ad isolare il virus responsabile del corona virus sono state le donne scienziate, ricercatrici presso l’Ospedale Spallanzani di Roma: Maria Capobianchi, direttrice del laboratorio di Virologia, Eleonora Lalle, responsabile della Diagnostica delle infezioni, Concetta Castilletti, responsabilità dell’Unità dei virus emergenti.
Da parte di chi scrive (donna) si ritiene che la valutazione dell’apporto nel nostro Paese delle eccellenze tutte coniugate al maschile, nasconda la volontà maschilista di rimuovere l’apporto delle donne quali protagoniste di un’Italia resiliente; di contro, come sappiamo, ci sono eccellenze femminili in tutti quei settori per secoli, per millenni, gestiti dal dominio maschile. Ci sono donne capitane dell’industria e della finanza, managers, ecc. Per non parlare del contributo delle donne nei settori culturali, protagoniste di straordinario talento, in grado di gareggiare in eccellenze con gli uomini. Ma, a costo di negare l’evidenza, la mentalità maschilista fa in modo di ignorare, di omettere, di rimuovere l’importanza, il valore del contributo femminile nella perdurante, ostinata, cultura patriarcale degli uomini che relegano le donne nei ruoli tradizionali.
Forse per questo ci sono tanti femminicidi in Italia e non solo.


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