La politica non è un mestiere, è una missione. La presenza femminile in politica non è solo una questione di numeri, ma soprattutto di nuovi punti di vista
Domenica, 31/05/2020 - “Eravamo consapevoli che il voto alle donne costituiva una tappa fondamentale della grande rivoluzione italiana del dopoguerra. Avevamo finalmente potuto votare e far eleggere le donne. E non saremmo state più considerate solo casalinghe o lavoratrici senza voce ma fautrici a pieno titolo della nuova politica italiana”. Così la deputata Filomena Delli Castelli ricordava il 2 giugno 1946, il giorno in cui anche le donne occuparono il proprio posto nella vita politica italiana.
Secondo gli ultimi dati del Censis, in Italia metà delle donne non ha un impiego fuori casa, contro il 75% degli uomini occupati, posizionandoci così all'ultimo posto (l’ultimo posto!) nella classifica europea. Non solo: una donna occupata su tre (il 32,4%) ha un impiego part-time, mentre nel caso degli uomini questa percentuale si riduce all'8,5%. È la mentalità che vede la donna “sacrificarsi per la famiglia” a determinare questo imbarazzante divario. Non basta imporre delle quote rosa fucsia o bordeaux per ottenere la vera uguaglianza; quella arriverà solo con un profondo cambiamento di mentalità collettiva.
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