Forse la vera rivoluzione per le donne sarà quella di riappropriarsi del proprio corpo, del proprio piacere, di se stesse, giocando tanto per giocare
Venerdi, 14/05/2010 - A cinquant’anni dall’invenzione della pillola, la rivoluzione che sganciò la sessualità di noi donne dalle funzioni riproduttive della nostra specie, questo nostro genere, figlio di una divinità resa minore, torna a perdere quelle poche sue sudate conquiste che pensavamo fossero il bene condiviso delle più: il nostro diritto di autodeterminazione, buttato nel fiume delle corsie d’ospedale per una pillola del giorno dopo e delle obiezioni di coscienza (mi viene da ridere) dei farmacisti (e le farmaciste cosa ne pensano?), la legge di tutela della maternità taglieggiata brunettianamente, la scuola con quel bell’impianto pedagogico elementare che ci invidiavano all’estero. Abbiamo perso anche molto altro. Il diritto al rispetto del nostro corpo grazie all’uso mercenario che un mondo ancora declinato esclusivamente al maschile biecamente ne fa.
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