Mentre alcuni nuovi atti istituzionali vanno nella direzione di contrastare la violenza di genere, altre iniziative creano confusione e false aspettative
Martedi, 12/05/2020 - In questo periodo particolare caratterizzato dall’emergenza sanitaria legata al Covid 19, un altro “virus” ha continuato a mietere vittime. Sono state undici le donne morte di femminicidio durante le nove settimane di quarantena, ossia Larisa (4 marzo), Barbara (10 marzo), Bruna (13 marzo), Rossella (19 marzo), Lorena (31 marzo), Gina (2 aprile), Viviana (6 aprile), Maria Angela (16 aprile), Alessandra (19 aprile), Marisa (5 maggio) e Susy (8 maggio). Questo drammatico elenco è stato predisposto da Amnesty Italia, che si è spinta oltre questa tragica conta per chiedere che “siano adottati tutti i provvedimenti necessari per fuggire da uomini violenti, favorendo le modalità di denuncia e mettendo a disposizione luoghi sicuri per le donne che intendono denunciare la violenza e che si trovano in situazione di pericolo".
Chiunque intenda trasformare il protocollo di aprile in altro, rispetto al semplice strumento di pubblicità del numero 1522, sbaglierebbe perché presterebbe il fianco ad illudere le donne bisognose di tutela che un farmacista possa denunciare al loro posto. Si trasformerebbe in tal modo l’approccio del contrasto alla violenza di genere che, da pubblico quale deve essere in primis con il coinvolgimento dei soggetti istituzionali, diverrebbe a carattere individuale, perché demandato a singole persone. In conclusione, mentre la direttiva della Procura della Repubblica di Trento può assumere la valenza di apripista per atti similari da parte di altre realtà giudiziarie, Mascherina 1522, quale termine in codice per denunciare in farmacia la violenza di genere, potrebbe definirsi una vera e propria fake news. Ha proprio ragione l’avv.ta Maria Pia Vigilante, presidente di G. I. R. A. F. F. A. AH! Onlus un’associazione costituita da donne che si occupano di donne vittime di violenza, quando, al riguardo di Mascherina 1522, scrive in rete: “Giù le mani dai corpi delle donne e da queste tematiche che non è possibile trattare con questa superficialità”.
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