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Addio a Elisabetta Destasio Vettori

Addio a Elisabetta Destasio Vettori

Profonda,tagliente e netta era la sua voce poetica, capace di lasciare segni, di vincere la fragilità e l’impermanenza delle cose umane.

Giovedi, 25/09/2025 - Ieri, 24 settembre, ci ha lasciato Elisabetta Destasio Vettori, dopo una lunga malattia. Era nata a Roma nel 1968 e, nella capitale, aveva sempre vissuto. E’ stata poetessa, consulente editoriale, figura di riferimento per il panorama letterario italiano; ha operato nel mondo delle produzioni teatrali e musicali; collaborato, tra gli altri, con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. E’ stata anche membro del Premio Poesia Città di Fiumicino. Nel 2019 ha curato e diretto la rassegna “Poeti in itinere”, ampliando sempre di più il suo già forte impegno culturale. La sua ultima pubblicazione, per i tipi di Les Flâneurs, è stata “Da luoghi profani”, con la prefazione di Roberto Deidier. Precedentemente, per Annales Edizioni, la Destasio Vettori aveva dato alle stampe la silloge “Sogno d’acciaio”, seguita da “Corpo in animae”. I suoi versi sono presenti nell’Atlante dei Poeti del portale Griselda, del Dipartimento di Italianistica dell’Università di Bologna. Nel 2019 alcuni suoi inediti sono stati tradotti in arabo e inglese per la rivista Alaraby Aljadeed. Da settembre 2022 aveva assunto la direzione di “Spazio Parola”, una struttura dedicata alla pubblicazione, diffusione poetica e ufficio comunicazione per opere letterarie.

Profonda,tagliente e netta era la sua voce poetica, capace di lasciare segni, di vincere la fragilità e l’impermanenza delle cose umane. Versi, i suoi, radicati nel mondo, pur se tesi verso l’infinito oltre. Elisabetta era una combettente, capace di affrontare a viso aperto le dialettiche culturali. Forte e dolente: la sua parola resterà a lungo tra quanti l’hanno conosciuta, e non solo.

“Il silenzio ha detto
La protezione di un cielo,
quello che serve – un tocco,
una rosa canina diventata
trina
come dire eccomi, guarda
ogni cosa è
lo sguardo che lasci,
ogni volta
una luce impenetrabile”.

(Tratta da Da luoghi profani, Les Flâneurs Edizioni).

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