Promosso dall’Associazione mondiale di giornaliste e scrittrici, un incontro porta alla luce le condizioni particolari delle donne nella tragica guerra palestinese e si lanciano alcune proposte di pace
Domenica, 16/11/2025 - Denunciare il silenzio mediatico sulle condizioni drammatiche specifiche vissute dalle donne all’interno del dramma più complessivo vissuto dalle persone nella tragedia della guerra a Gaza è stato l’obiettivo dell’iniziativa promossa dall’AMMPE Italia, sede italiana dell’Associazione delle giornaliste e scrittrici AMMPE mondiale, organizzazione nata nel 1969 a Città del Messico. Oggi questa rete opera in venti paesi, come ha ricordato in apertura la vicepresidente Patricia Mayorga, e ogni due anni organizza un’assemblea che ha al centro temi e questioni di attualità, come l’ambiente, il futuro digitale, la pace, ecc. “In un mondo globalizzato - sottolinea - bisogna muoversi come donne in una dimensione globale”.
stata inserita tra i crimini di guerra dalla Corte Internazionale a seguito di quanto avveniva nel guerra del Vietnam con il napalm largamento utilizzato contro campi e foreste. E tanti - prosegue la Pergamo - sono a Gaza ma anche in Cisgiordania i modi con cui si colpiscono i civili : tagliando le fonti fondamentali di vita di famiglie, gruppi. Innanzitutto a cominciare dalla risorsa acqua . A fronte degli 80 litri al giorno a persona di cui potevano godere le famiglia a Gaza oggi sono solo 6 i litri di acqua disponibili a persona e spesso non potabile e malsana per tutti gli usi. Le donne sono colpite per la loro indispensabile igiene intima e spesso si sacrificano per dare acqua ai loro familiari. Ancora più crudele è la distruzione avvenuta a Gaza e in Cisgiordania della fonte alimentare fondamentale , l’agricoltura e l’allevamento. Distruggere la terra è distruggere le comunità, le famiglie, la storia di popolazioni insediate da tanti anni”.
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