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Ancora sul manifesto del PD.... allora è un vizio

Ancora sul manifesto del PD.... allora è un vizio

Il manifesto PD, una scelta inopportuna nei confronti delle donne e non solo

Sabato, 25/06/2011 - Non si possono fare drammi dove drammi non esistono, e non può rientrare in questa categoria un manifesto, becero e vieto, tanto da risultare insignificante per la sua banalità, tuttavia è comprensibile che la sua immagine abbia fatto indignare molte donne. Diciamo quella goccia di troppo.

Il dramma vero di un’icona come quella risiede nel non detto, nel significato sotteso che ci consegna una mentalità retriva, un’assenza di nuovo, ci segnala l’ozio mentale da cui sembrano ormai affetti politici e loro stretti collaboratori, mette a nudo la loro confusa percezione del presente e non solo nei riguardi del mondo femminile. E che dire del loro grafico? è forse lo stesso che con tanta genialità spalmò in copertina, in occasione del rilancio dell’Unità, un sedere con mini gonna jeans provocatoriamente sporgente? un episodio che la diceva lunga, già allora, sul significato sostanziale che accompagnava la scelta di una donna direttora: il giornale era in crisi, forse non ce l’avrebbe fatta a durare, mettiamoci una donna chissà, forse potrà essere un salvagente, se poi andrà male beh, una direttora che poteva fare...?

Non si dovrebbe parlar male degli amici ma a volte è necessario. Specialmente quando compiono azioni quanto meno inquietanti, per non dire poco trasparenti e che si ripetono a catena: mi riferisco al recente allontanamento di Concita Di Gregorio dal suo ruolo nella testata su citata, che non è un fatto privo di significato, è parte sostanziale di uno stesso sistema di valori, di scelte, di comportamenti, di valutazioni politiche (mi farebbe piacere essere contraddetta, per lo meno in parte, dalla sostituzione con un’ altra donna giornalista alla testa del giornale, sempre che anch’essa fosse decisa a non farsi mettere le parole in bocca, non ho mai pensato infatti” una donna vale l’altra”).

Ho letto le proteste da parte di molte donne, appartenenti a movimenti, associazioni, gruppi diversi, a proposito del manifesto in questione,

Ma dico la verità dopo tanti anni che rimesto su queste più o meno sgradevoli poltiglie infette sono quasi stufa di parlarne, l’unica cosa che potrebbe risvegliare un interesse e mi darebbe slancio sarebbe se sentissi alzarsi un richiamo corale, che ci facesse unire tutte in azioni concrete e unitarie che vadano al di là della protesta verbale che in sostanza resta circoscritta e a scadenza ravvicinata.

Forse dovremmo imparare ad usare meglio la rete informatica e le sue immense possibilità per aggregarci con rapidità nei momenti giusti e per uscire compatte e renderci visibili all’esterno con la forza del numero e la determinazione delle proposte.

Per ora siamo un’enorme tela di ragno ma non siamo diventate tessuto, una tela di ragno piena di fori che rappresentano la distanza tra di noi che pure vogliamo le stesse cose e per le stesse cose ci battiamo.

Nel passato tentò un’operazione aggregante il Caucus delle donne, che riusciva a far incontrare davvero una grossa fetta del mondo femminile, ma anche allora succedeva che, finito l’evento, ognuna si rinchiudeva rapidamente nel suo guscio, malgrado i propositi formulati insieme. Ora ci sono altri tentativi simili ma non decollano per lo meno nel senso della visibilità, della strada, dei canali d’informazione. Possibile che non troviamo il modo di lanciarci la palla a vicenda per giocare una partita, un campionato intero che porti qualche punto a casa?

marcella mariani

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