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“Full Time –Al cento per cento”: da Venezia nelle sale, un film sulle donne a tempo pieno

“Full Time –Al cento per cento”: da Venezia nelle sale, un film sulle donne a tempo pieno

Il regista franco-canadese Eric Gravel firma la pellicola che racconta la storia di una madre lavoratrice single e del suo correre quotidiano per far quadrare i conti

Martedi, 05/04/2022 - Sono tante, tantissime, le donne che si rispecchieranno nella protagonista del film ‘Full Time–Al cento per cento" (titolo originale: À plein temps)’, nelle sale da pochi giorni distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection, che racconta le rocambolesche disavventure di Julie, una madre single con due bambini ancora piccoli, che vive alla periferia di Parigi, in campagna, ma lavora in un hotel di lusso al centro città (come capo cameriera) e deve far quadrare ogni giorno una situazione decisamente complessa, tra orari da incastrare, baby sitter ansiosa, alimenti non pagati dall’ex marito completamente assente e soldi in esaurimento.

Quando finalmente ottiene un colloquio di lavoro per una posizione ambita da tempo (ricercatrice di mercato in un’azienda), a completare il quadro già impegnativo della sua esistenza, scoppia uno sciopero selvaggio di livello nazionale che paralizza il sistema dei trasporti pubblici. Il già fragile equilibrio che Julie ha creato, tra mille compromessi familiari, alzatacce per arrivare in orario al lavoro, fughe non autorizzate dall’hotel per effettuare i colloqui in azienda, è messo in serio pericolo, come anche la sua salute mentale e le relazioni stesse con gli adorati figli. Julie deciderà di lanciarsi in una frenetica lotta contro il tempo, correndo il forte rischio di inciampare: costretta a fermarsi a causa di una serie di eventi inevitabili, la sua vita prenderà una direzione insperata, verso una normalizzazione.

“Full Time –Al cento per cento”, premiato alla 78a edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nella sezione Orizzonti per la Miglior interpretazione femminile di Laure Calamy (già nota protagonista della serie ‘Chiami il mio agente!’, disponibile su Netflix) e per la Miglior regia di Eric Gravel, ha incantato pubblico e critica diventando la vera sorpresa - così come è stato definito il film dal direttore del Festival Alberto Barbera - della Mostra di Venezia.

Girato con un ritmo frenetico, per evidenziare il ruolo di una madre single in costante movimento e alle prese con un capitolo piuttosto caotico della sua vita, il film mantiene la macchina da presa il più vicino possibile alla protagonista, in modo vivace, come fosse un film d’azione, rilevando ogni movimento, dal più fluido al più brusco, sfrecciando e schivando, e rappresentando così il suo stato d'animo. Il regista, per scelta, limita spesso il campo visivo a Julie, per sentire quasi il suo affanno.

Inoltre il film mette il focus su una delle categorie di lavoratori fra i più vulnerabili, quelli degli alberghi (che non chiudono mai), per i quali scioperare o avere una qualsiasi forma di rappresentanza è praticamente impossibile, mostrando, durante lo sciopero, un’atmosfera che mescola lotte quotidiane e grande solidarietà, a metà strada tra i fasti del cuore di Parigi e le distanze della sua periferia ed all’interno dello sfidante vortice che riempie le giornate di una lavoratrice e mamma single.

“Attraverso la lente di questa donna, sola con i suoi figli - racconta il regista - sollevo la questione del ritmo delle nostre vite e delle nostre lotte quotidiane. Proprio come Julie, io vivo in campagna. Volevo parlare dei miei vicini, delle persone che vedo ogni giorno sul treno e che si ostinano a voler vivere lontano dalla capitale per avere una migliore qualità di vita. È un equilibrio difficile da raggiungere e non tutti riescono a trovare il modo di farlo funzionare. Julie è una guerriera, per lei ogni mezzo è accettabile, il che a volte include piccoli aggiustamenti su alcune verità. Julie è un'eroina quotidiana e volevo mostrare tutte le sue sfaccettature. La vediamo con i suoi figli, i suoi colleghi, i suoi amici, al suo colloquio di lavoro. Ogni volta, non è sempre la stessa donna ed è la somma di queste donne che ci dice chi è davvero Julie. Ha i suoi difetti, può essere il suo peggior nemico e può essere tenace fino all'ostinazione. È forte e fallibile allo stesso tempo.”

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