Il film francese con Juliette Binoche esplora il desiderio adulto di giocare, amare e cambiare identità sui ‘social’
Mercoledi, 16/10/2019 - Nell’epoca dei social e del virtuale, si tende a pensare che solo i giovani abusino dei network on line e/o ne facciano un utilizzo talvolta improprio. Sono invece molti gli adulti che, spesso nascondendo la loro vera identità ed età, si costruiscono una personalità virtuale, per gioco, per sentirsi ancora giovani, per curiosità, per sondare la propria capacità di sedurre gli altri. È quanto accade a Claire, splendida cinquantenne, nel film “Il mio profilo migliore” (ispirato al romanzo “Quella che vi pare/Celle que vous croyez”, di Camille Laurens), diretto dal francese Safy Nebbou ed interpretato dalla brava e sempre intensa Juliette Binoche.
“Grazie al mondo virtuale - afferma il regista - è facile inventarsi una nuova identità e una nuova vita: quella che vorremmo vivere: i social network offrono infinite possibilità di “relazioni pericolose”. Claire cerca di risolvere un conflitto interiore diventando un’altra. Quello che mi ha colpito di lei, in primo luogo, è il suo essere una donna invisibile. Una situazione emblematica che vivono le donne che hanno più di 50 anni. Ma non volevo affrontare questa storia con un approccio militante o semplicemente rivendicativo. Per me, Claire è una sorta di anti-eroina, insieme complessa e paradossale. La sua dimensione tragica è mossa da un senso di colpa distruttivo. Tuttavia, supera l’umiliazione e il dolore con la sua forza vitale. E lo fa attraverso la fantasia, ovvero essere un’altra. Diciamo che è una donna in difficoltà, una vittima in parte della nostra società. C’è, in lei, questa sensazione di essere obsoleta o rifiutata, in altre parole questa consapevolezza del tempo che passa, che non è solo riservata alle donne, ma è universale.”
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