Il film di Edoardo De Angelis si aggiudica il ‘Premio del Pubblico BNL’ con la storia di Maria, dalla tragedia della riduzione in schiavitù alla speranza di una rinascita.
Martedi, 06/11/2018 - Quest’anno ha vinto un’opera italiana, alla Festa del Cinema di Roma, e non era scontato data la varietà e qualità delle pellicole in concorso. Si tratta del film “Il vizio della speranza” (trailer) del regista napoletano Edoardo De Angelis, che si è aggiudicato il “Premio del Pubblico BNL” alla 13a edizione del RFF: è la storia di Maria, una donna segnata da un tragico passato e da un triste presente che fa il mestiere di Caronte, traghettando agli inferi (sul fiumeVolturno) donne straniere, per lo più prostitute nigeriane, che affittano i loro uteri per i lauti introiti dei loro magnaccia. Cappuccio in testa e passo risoluto, in compagnia del suo cane, Maria fa su e giù per il fiume, senza sogni né desideri, finché un giorno si riaffaccia in lei, timida e imprevista, la speranza, nella forma più potente ed ancestrale, perché ‘restare umani è da sempre la più grande delle rivoluzioni’. La speranza è come un vizio, anche in un contesto degradato come quello di Castel Volturno, privo dei diritti elementari, terra di nessuno, dove insieme al traffico di droga è andato crescendo il traffico delle maternità surrogate ai danni di donne tenute in condizioni di schiavitù, anche lì può avvenire una nuova nascita, una rinascita, e può fiorire il seme dell’umanità che si risveglia e cerca nuove vie da percorrere, quali che siano.
“Nel fotogramma, passato, presente e futuro - racconta il regista - la storia delle donne e degli uomini è scritta sul corpo: nelle cicatrici il passato, nei gesti il presente, negli occhi il futuro. Il corpo è lo strumento principale della narrazione perché la sua materia mobile esprime la trasformazione dei personaggi; è veicolo tematico in quanto mostra la bellezza ferita di essere umani in attesa di qualcosa o qualcuno, disperati attaccati a un’ultima speranza; infine, il corpo esprime la volontà dell’anima di sovvertire l’ordine della disperazione, attraverso la resistenza e, al momento giusto, la ribellione. La vita si ostina a lottare contro la morte: l’arco del mondo si trasforma attraverso la nascita, la morte e la rinascita. Tutto ciò che resta immobile muore. Ciò che si muove vive. Per chi ha la forza di resistere, il premio è il miracolo del mondo che nasce”.
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