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Bologna- Presentazione 'Salariate dell’amore. Storie e faccende di meretrici nell’Ottocento bolognes

Bologna- Presentazione 'Salariate dell’amore. Storie e faccende di meretrici nell’Ottocento bolognes

Sabato 18/12 h 19.00 Sara Accorsi e Anna Natali presentano il loro ultimo libro alla Libreria Modo Infoshop (Via Mascarella 24/b) di Bologna

Lunedi, 13/12/2010 -
Appuntamento per sabato 18 dicembre ore 19.00 alla Libreria Modo Infoshop di Bologna. Sara Accorsi e Anna Natali presenteranno ai lettori “Salariate dell’amore”. Un libro che, con rigore storico e leggerezza narrativa, ripercorre la storia della prostituzione nel bolognese e racconta le storie di meretrici, clienti, medici, mammane e soldati emerse da uno studio attento di materiali d’archivio risalente alla seconda metà dell’Ottocento (1859-1893). Dopo l’unificazione d’Italia una delle prime azioni di Cavour fu l’introduzione del Regolamento sulla Prostituzione, (esteso a Emilia, Piemonte, Liguria e Lombardia), per contenere la propagazione delle malattie veneree assai diffuse tra le truppe impegnate sui campi di battaglia e di cui le meretrici erano considerate le uniche responsabili. Pericolo per la morale, la salute e l’ordine pubblico, queste donne erano soggette a controlli coercitivi di tipo medico e poliziesco. Coloro che volevano esercitare legalmente “il mestiere” dovevano essere iscritte a un registro, che permetteva alla polizia e ai medici di effettuare incursioni nei postriboli, di sottoporre le donne a visite ginecologiche settimanali, e di trasferire nei sifilocomi le prostitute trovate infette.

Con l’articolo 10 del Regolamento i Direttori degli Uffici Sanitari furono obbligati a presentare una relazione annuale al ministero dettagliando i loro interventi: la prostituzione da “chiacchiera” divenne un sapere concreto di carattere politico-amministrativo, e si produsse quel carteggio nutrito (corrispondenze, moduli, ricevute, trascrizioni di verbali e di delibere, lettere di reclamo o di petizione, verbali di arresto o di traduzione in carcere, certificati medici e bolle di accettazione in ospedale, fogli statistici e comunicazioni anche personali di protesta, di dissenso di giustificazione), che sta alla base si questa ricerca. Nacque così la “pornografia” intesa come “scritto relativo alla prostituzione”, che passando di mano in mano ad agenti e ufficiali esponeva le donne e la loro intimità a letture sfacciate. Donne il cui comportamento non si adeguava al modello femminile tradizionale (straniere, disoccupate, donne povere, senza fissa dimora o trovate in luoghi sconvenienti) venivano arrestate con l’accusa di prostituzione clandestina anche in mancanza di prove. Il contatto con l’autorità era violento e discriminate, la visita ginecologica fatta senza il rispetto di misure igieniche minime, e il sifilocomio era organizzato come una prigione. Si agiva sulla donna ignorando completamente il cliente (“come se il contagio avvenisse all’insaputa dei soggetti coinvolti”, si lascia sfuggire il medico), mai oggetto di alcuna ispezione, mai ritenuto corresponsabile della trasmissione.

Scritto a quattro mani, "Salariate dell’amore" è diviso in due parti. La prima parte narrativa, di Sara Accorsi, dà vita con brio a undici personaggi realmente esistiti. Reali sono le vicende raccontate, immaginato è il punto di vista di chi per varie ragioni era legato alle faccende del meretricio. Come la Luzi, prostituta dai tanti nomi e scandali, il dottore delle visite settimanali, Ugolini, il generale delle truppe alle prese con l’emergenza del contagio per i suoi soldati, la mammana impegnata a gestire gravidanze e a trovare collocazione ai nascituri. Nella seconda parte Anna Natali, dopo rapidi cenni alla storia della prostituzione che offrono al lettore una preziosa cornice di riferimento, si addentra nella disamina specifica della storia della prostituzione nell’Ottocento e nella provincia bolognese.

Conseguenza della miseria e dell’ignoranza e non frutto di una libera scelta (“con la tavola piena si fa presto a sparar giudizi!”, dice la vicina di casa), tramandata di madre in figlia e spesso di suocera in nuora, la prostituzione nell’Ottocento bolognese era un fenomeno drammatico e contraddittorio, perché contemporaneamente accettato e osteggiato dalle istituzioni pubbliche. "Salariate dell’amore" è un libro che svela una pagina segreta del nostro passato a un presente che, con le sue escort, le sue questure e i suoi festini, in storia continua a essere rimandato. Purtroppo.



Eleonora Grandi

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