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Caterina Bon Brenzoni

Caterina Bon Brenzoni

Nel 2011 ricorre il 150 anniversario dell’unificazione d’Italia. Numerose donne parteciparono portando contributi di idee, entusiasmo, coraggio… Ad esempio una poetessa veronese, Caterina Bon Brenzoni.

Martedi, 12/10/2010 - Gli altri articoli si trovano www.noidonne.org: ‘Dalla Rete… lista’ 1. Le donne del Risorgimento; 2. Caterina Bon Brenzoni…;



Caterina Bon nacque a Verona nel 1813 e vi morì nel 1856.

Nacque dal conte Alberto Bon e dalla marchesa Marianna Spolverini. Mostrò d’avere intelligenza vivace e pronta.

All'età di diciotto anni sposò il conte Paolo Brenzoni, appassionato d'arte e appartenente a una famiglia della recente nobiltà veronese.

Il 31 marzo 1833 la coppia ebbe un figlio, Giuseppe, che morì il giorno dopo. Nel 1834 nacque un altro bimbo, Alberto, che visse appena due anni. Gli avvenimenti dolorosi incisero negativamente sull'animo della contessa, che era per natura malinconica e schiva, tuttavia non le impedirono di trasformare la sua casa in un raffinato salotto letterario, meta degli intellettuali e dei nobili veronesi. Mantenuta dalla dote e dal lavoro del marito, che si occupava d'arte, Caterina poté dedicarsi completamente alla letteratura e alla poesia, sue grandi passioni. Nel suo circolo, dalla seconda metà dell'Ottocento, erano presenti personaggi come Giuseppe Zamboni, abate e fisico italiano, padre dell'elettromotore perpetuo, il conte Paolo Perez, Carlo Giuliari e Cesare Betteloni.

Sui larghi piani e ai ceruli confini

Dell'orizzonte m'era dolce il guardo

Protender lungo, ed ascoltar pensosa

L'aura oscillante d'indistinti suoni,

Per fuggenti acque, fremiti di selve,

E ferver d'opre ed echeggiar di canti

Amori e ire e nascimenti e morti.

Nell'autunno del 1849, presso i suoi congiunti, i Conti Miniscalchi, nella Villa di Colà, ebbe l’occasione di conoscere la scienziata scozzese Maria Somerville.

La sua salute tuttavia declinava rapidamente. Morì a 43 anni nella sua Villa di Sant'Ambrogio, Verona.

'Poscia a occidente il mio bel Sant’Ambrogio; dove villeggiavi, e così presto, poverina, morivi, Musa delicata, Caterina Bon-Brenzoni, salendo a quei Cieli, che così splendidamente avevi cantati.'

Aleardo Aleardi

http://it.wikisource.org/wiki/Canti_%28Aleardi%29/Canti_patrii/Per_un_giuoco_di_palla_nella_valle_di_Fumane





Il lutto fu grave per tutti coloro che l’avevano amata e apprezzata. I poveri che ella soccorreva ebbero alla sua morte il tangibile segno della sua grande generosità. Nel testamento che Caterina lasciava, la bontà e la carità dell'animo suo si spandevano come un profumo. Diede tutto in opere di carità, chiedendo perdono ai familiari a cui sottraeva per tale scopo una parte cospicua del suo patrimonio.



La città di Verona ha onorato la poetessa intitolandole un istituto superiore. Istituto Professionale Bon Brenzoni, Economia Aziendale Turistico e Moda in Via XX Settembre 19, Verona,



Tra le sue opere I Cieli, il carme Ad Alessandro Manzoni, il canto Dante e Beatrice e infine quello dedicato a Santa Elisabetta d'Ungheria.



Dopo aver ascoltato Mary Somerville Caterina immagina l’esistenza di altri terre simili alla Terra su cui viviamo.



Forse il Signor perennemente esulta,

Mondi più belli che non è la terra

Negli spazi gittando, e statuisce

Le leggi ad altri abissi, ad altri cieli!

E a quella guisa che è per noi diletto

Trarre i pennelli, e le lontane cime

Sengar d’ardue montagne, o le dorate

Porpore dei tramonti in sulle tele,

Ei si trastulla l’orbite segnando

A novelli pianeti, a novi soli;

Aure più miti vi sospende intorno,

O li circonda di più vivo lume;

Altri monti vi posa, ad altri mari

Il confine prescrive, o li gioconda

Di fiori, e selve, e fonti altri da questi.



I cieli Bon Brenzoni



Mary Fairfax Greig Somerville (1780 -1872) è stata una matematica scozzese.

Figlia di un ammiraglio, studiò danza, pianoforte e disegno. Il precettore dei fratelli aveva procurato loro gli Elementi di Euclide e un libro di algebra; Mary li leggeva di nascosto, soprattutto la notte, contro la volontà del padre. Anche una volta sposata continuò a studiare intensamente lottando con i suoi impegni familiari e le ristrettezze economiche. Rimasta vedova, sposò Somerville, un uomo colto che la incoraggiò nei suoi studi.

Nel 1838 Mary Fairfax Somerville divenne, insieme a Caroline Lucretia Herschel, membro onorario della Royal Astronomical Society, onore mai concesso prima a una donna.

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