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Consenso libero e attuale: un passo indietro? - di Mirella Ferlazzo

Consenso libero e attuale: un passo indietro? - di Mirella Ferlazzo

Nonostante l'accordo tra maggioranza e opposizione, è arrivato lo STOP alla modifica dell’articolo 609 bis del codice penale che definisce come stupro ogni atto sessuale senza il consenso della donna 'libero e attuale'

Giovedi, 18/12/2025 - Meno di 1 mese fa avevamo gioito per l’accordo raggiunto in Commissione Giustizia alla Camera tra maggioranza e opposizione sul testo del disegno di legge che dichiara stupro ogni rapporto sessuale privo di consenso. Ed ecco che un clamoroso passo indietro della Lega al Senato riavvolge il nastro e svela il vero volto della destra sulle politiche che riguardano le donne e la loro autodeterminazione nei rapporti sessuali.

La modifica dell’articolo 609 bis del codice penale che definisce come stupro ogni atto sessuale senza il consenso della donna “libero e attuale” era stata il frutto di un accordo o meglio di un compromesso tra le due relatrici della legge, di maggioranza e opposizione, raggiunto dopo numerose audizioni con magistrati, avvocati, associazioni femminili, centri antiviolenza, ecc. Definizione molto più attenuata rispetto a quello che la Convenzione di Istanbul, testo fondamentale sulla violenza di genere, all’art.36 definisce come stupro, ovvero: “l’engagement non consensuale di attività sessuale con una persona commesso con la forza, la coercizione, la minaccia o l’inganno, o nei confronti di una persona incapace di dare il proprio consenso”.

Ma tant’è, l’accordo si era trovato e alla Camera il testo è passato con voto unanime e favorevole di tutte le forze politiche, suggellato da un preaccordo politico tra la Premier e la Leader del partito democratico. Abbiamo guardato a questo risultato con soddisfazione e sollievo, fiduciose che si aprisse un capitolo nuovo nelle aule dei tribunali per le donne vittime di violenza, che hanno avuto il coraggio di denunciare il loro stupratore.

Ma in Senato il Vice Premier Salvini ha imposto uno stop all’iter della legge, chiedendo ulteriori riflessioni sul concetto di consenso, come se un No può essere interpretabile come un Ni o un quasi Si. Dunque la legge è ferma al Senato e non si conoscono le modifiche e gli approfondimenti che la Lega vuole proporre all’aula. La stessa Lega che, in occasione della ratifica della Convenzione di Istanbul da parte dell’Unione Europea, insieme a Fratelli d’Italia, ha espresso parere contrario. Dunque non c’è certo da aspettarsi proposte migliorative a un testo faticosamente costruito e giunto all’ approvazione alla Camera.
Chi si intende di politica suggerisce che questo dietro fronte della maggioranza arriva all’indomani dei risultati delle elezioni regionali in Campania, Puglia e Veneto che hanno con largo vantaggio confermato 2 regioni al centro sinistra e triplicato i consensi allo stesso in una regione a vocazione leghista da anni.

Dunque gli accordi politici saltano sulla pelle delle donne. Ma alle donne che aspettano da anni leggi che riconoscano i loro diritti nelle aule dei tribunali cosa raccontiamo nel frattempo? Che il vice premier Salvini sta approfondendo il tema del consenso, magari proponendo pene ancora più severe di quelle attuali, come se un autore di uno stupro, di una violenza o di un femminicidio può essere fermato al pensiero di qualche anno in più di carcere?

Speriamo di non esserci illuse e confidiamo nelle donne in Parlamento, che ancora una volta facciano squadra e portino a casa una legge giusta dove il No è sempre No.

Articolo di Mirella Ferlazzo, gentilmente concesso, è stato pubblicato il 18/12/25 in Riformismo e Solidarietà   

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