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Dalla signora Thatcher a Sanae Takaichi. Trionfa la Parità?

Dalla signora Thatcher a Sanae Takaichi. Trionfa la Parità?

Sono tante le donne arrivate ai vertici senza 'quote rosa' e si scopre che 'nel mondo siamo più reazionarie che progressiste...'

Mercoledi, 29/10/2025 - Due underdog al governo: esempi del trionfo della parità. La prima, figlia del droghiere di Grantham, Gran Bretagna; l’altra giapponese, con babbo metalmeccanico e mamma poliziotta. In entrambe, una volta laureate, è prevalsa l’ambizione politica e hanno fatto carriera. Economiste. Conservatrici. Tekaichi addirittura ultraconservatrice.
Margaret era nata nel 1925 e oggi festeggerebbe cent’anni, non amata dal popolo, ma ritenuta maestra da Tekaichi: certamente reazionaria se da giovane parlamentare intendeva mantenere la pena di morte e da ministra tagliò il latte ai bambini delle elementari. Ma fu anche capace di votare per l’aborto e i gay.
La signora giapponese si è impegnata contro i migranti, è militarista, ha procurato qualche preoccupazione al suo partito, il liberal-democratico Pld, durante la campagna elettorale per aver sostituito il partito Komeito buddista (ora all’opposizione) con il piccolo Partito dell’Innovazione, destrorso, scelta ben precisa essendo assai critica la situazione economica giapponese.
Infatti Trump aveva imposto al Giappone 550 mld di investimenti negli USA e dazi sull’importazione auto: Taikichi ha affidato le finanze a una donna non progressista, capace di una nuova Abenomix (del primo ministro Abe ucciso nel ’22), mentre il paese soffre di instabilità, non cresce, soffre troppi scandali e, come la nostra Meloni, ossequia Trump in visita mercantile.
Sembra che in tempi difficili “il sistema” si affidi alle governanti e gli elettorati votino le donne. Piuttosto di destra che di sinistra, anche se un’altra signora, in Irlanda, ha conquistato alla sinistra la presidenza (anche se ha votato il 40% degli elettori e il 13 % di schede è stato annullato, segno inequivocabile di contestazione istituzionale).
Ma, in un bilancio femminil- femminista (che è anche lui ormai impopolare), bisogna riconoscere che, se ormai sono tante le donne che nel mondo sono state elette alle massime cariche senza “quote rosa”, siamo diventate a pieno titolo “rappresentanti” istituzionali come gli uomini, normali.
Chi fa un po’ di conti “di genere”, scopre che, nel mondo, siamo più reazionarie che progressiste.
Soprattutto le ragazze debbono interrogarsi. Non se debbono votare a sinistra piuttosto che a destra, ma se vale la pena di sentirsi “rappresentate” dalle donne che si omologano.
E gli elettorati sono omologati? In Italia abbiamo raggiunto il massimo della parità: la presidenza del Consiglio e il capo dell’opposizione. Sta per caso cambiando qualcosa nei nostri interessi e diritti? Davvero non esiste più l’aspirazione di governare “a misura di genere”? perché la parità salariale qualche avvertimento lo dà: anche con l’assoluta uguaglianza di stipendio, se vai in maternità, al ritorno trovi che dopo la sostituzione pro tempore non ti hanno conservato il tavolo o addirittura le funzioni e, comunque, stai perdendo qualcosa ai fini della carriera. Poi bisognerà chiarire perché sono così tante le donne che abbandonano il lavoro quando l’assistenza a bambini o agli anziani resa impossibile dalla politica dei servizi che non combinano con il bilancio domestico e si finisce con la domesticità per motivi economici.
Intanto il governo, così come i partiti, chiede leggi di sostegno non la priorità dei diritti a partire dal diritto di maternità. E torna a parlare di aborto, maternità surrogata e di Roccella.
Stiamo accettando che le cariche pubbliche siano conformate sul modello unico. Non è assolutamente “unico” il corpo, ma ancor meno l’anima, che le donne hanno reso sempre più sensibile alla loro differenza: conoscono la violenza, anche propria, ma non la vogliono come norma delle relazioni, personali in primo luogo, ma anche quelle comuni, anche quelle internazionali: non vogliono gli stupri, come non vogliono la guerra.
La dittatura argentina cadde quando lady Thatcher piombò ad affondare l’incrociatore Belgrano dei generali che difendevano le “loro” isole Malvinas (le Falkland per gli inglesi). Brava. Come un uomo. Anzi, megliio.
 

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