Mercoledi, 12/05/2010 - Ultimo appuntamento con i seminari in-formativi nelle scuole promossi dall’Ufficio della Consigliera di Parità della Provincia di Avellino, guidato da Domenica Marianna Lomazzo. Dopo la tappa montellese presso il liceo scientifico “Rinaldo D’Aquino”, diretto da Paola Di Natale, il secondo modulo del ciclo seminariale, intitolato “Discriminazioni sui luoghi di lavoro, violenza e molestie. Strumenti legislativi di prevenzione e contrasto, approda domani, giovedì 13 maggio (dalle 9 alle 13), presso l’istituto di istruzione secondaria superiore “Francesco De Sanctis” di Sant’Angelo dei Lombardi, diretto da Antonio Carbone. Questi gli interventi in programma: ad apertura dei lavori la Consigliera di Parità Lomazzo interverrà su “Discriminazioni sui luoghi di lavoro”. A seguire, la Consigliera di Parità supplente della Provincia di Avellino, Antonella De Angelis, relazionerà su “Il fenomeno del mobbing”. Prenderanno poi parola Rosarie Guerriero, presidente Comitato Pari opportunità Asl Av1 e presidente Centro Antiviolenza Filo di Arianna, che si soffermerà sul tema “Violenza e molestie sessuali”. Mentre la Questura di Avellino concluderà con l’intervento “Violenze e molestie: denunce, prevenzione e contrasto”, a cura di Maria Felicia Salerno, dirigente Ufficio Prevenzione generale e Soccorso pubblico. Al termine della mattinata, agli studenti e alle studentesse dell’istituto santangiolese sarà somministrato un questionario realizzato dagli esperti del progetto “Diritti e pari opportunità nel mondo del lavoro”, promosso dall’Ufficio della Consigliera di Parità in sinergia con la Provincia di Avellino e i Centri per l’Impiego del territorio, per rilevare la conoscenza delle pari opportunità e delle tematiche connesse nell’universo giovanile. Inserire i frutti dell’esperienza condivisa con l’Ufficio della Consigliera di Parità in un progetto specifico sulla legalità e la Costituzione, che il liceo “Rinaldo D’Aquino” di Montella sta portando, avanti è solo uno dei risultati conseguiti finora dall’iniziativa. Lunedì 10 maggio, presso l’istituto altirpino diretto proprio da una donna, Paola Di Natale, si sono tirate le somme di un’azione di sensibilizzazione sul tema delle pari opportunità che è stata accolta con entusiasmo dagli studenti e dalle studentesse di Montella, oltre che dal corpo docente. Il confronto è stato infatti di quelli concreti e coinvolgenti. La Consigliera di Parità Lomazzo ha illustrato la normativa di genere sulla discriminazione: dal decreto legislativo 198/2006 (Codice delle Pari Opportunità, di recente modificato dal decreto legislativo 5 del 2010, in attuazione della direttiva CE 54 del 2006 sul principio delle pari opportunità e parità di trattamento tra uomini e donne in materia di occupazione e impiego), che dà più tutela e aumenta le sanzioni.
Poi si è soffermata sulla definizione di “discriminazione”: qualsiasi comportamento che può produrre una situazione di svantaggio o sfavore per lavoratrici o lavoratori in ragione del loro sesso. Nelle discriminazioni (che possono essere individuali -dirette e indirette- o collettive) rientrano le molestie e le molestie sessuali. Infine, il punto sulla tutela anti-discriminatoria e sul ruolo della Consigliera di Parità, che può rimuovere la discriminazione in sede di conciliazione entrando in contatto con il datore di lavoro. Nei casi più forti si può invece arrivare al ricorso in giudizio presso il Tribunale Civile o il Tar. Insomma: “Pari diritti ed opportunità tra uomini e donne – è il messaggio della Consigliera Lomazzo – significa progresso per tutti”. <br>
<b>Mobbing: quando si “immobilizza” l’altro </b> <br>
Come si arriva dalla discriminazione sui luoghi di lavoro al mobbing è stato l’argomento al centro della lezione di Cerbone, ricercatore dell’Università degli Studi del Sannio. Un fenomeno che ha “una sua precisa identità sociale, ma non ancora normativa”, spiega. Perché: “Non esiste una nozione unitaria fissata per legge, ma ci si rifà alle sentenze dei giudici per un suo riconoscimento giuridico”, evidenzia l’accademico. “To mob” significa attaccare, assalire, accerchiare: un fenomeno che rimanda al comportamento delle specie animali e che tra gli uomini (a lavoro, a scuola …) si innesca laddove c’è discriminazione di genere, ossia quando “si immobilizza l’altro”. Ad esempio, sul luogo di lavoro si manifesta quando un dipendente è oggetto di soprusi ripetuti e sistematici da parte dei superiori o dei colleghi con pratiche dirette ad isolarlo o ad espellerlo. Ma come ci si tutela in assenza di legge? In primis, chiamando in causa la Costituzione (artt. 3, 32, 41) e il Codice Civile (art. 2087). A fronte dell’accertamento medico del danno psichico indotto da tale comportamento sistematico, il riconoscimento previsto sono la reintegrazione a lavoro e il risarcimento danni. <br>
<b>Stalking: a scuola “con” la Polizia</b><br>
Pratico ed entusiasmante l’approccio che gli studenti e le studentesse montellesi hanno avuto poi con Maria Felicia Salerno, dirigente Ufficio Prevenzione generale e Soccorso pubblico della Questura di Avellino, diretta da Antonio De Iesu. “Prevenire è meglio che curare” è la formula che il Vice Questore rivolge subito alla platea studentesca. “Dal 2009 – spiega Salerno – è stato introdotto un nuovo reato, quello degli “atti intimidatori”. Esso avviene soprattutto nella sfera endo-familiare e prevede la reclusione da 6 mesi a 4 anni. Si tratta di una forma di violenza fisica, ma soprattutto psicologica, che avviene attraverso pedinamenti, telefonate, sms minacciosi, chat. Lo stalker ha in genere problemi relazionali e il più pericoloso arriva alla violenza fisica”. Questa volta il termine rimanda alla sfera della caccia: “to stalk” significa infatti “snervare la preda con un comportamento perdurante al fine di catturarla”. Spesso i protagonisti in negativo sono ex coniugi o vicini di casa. “Su 16 casi pervenuti al nostro Ufficio Denunce, la maggior parte, quasi l’80 per cento, riguardano ex coniugi, aggiunge Salerno. Qual è la procedura per difendersi? L’autorità giudiziaria, dietro querela di parte, può perseguire penalmente lo stalker; poi c’è la strada della pubblica sicurezza, ossia ci si rivolge al Questore per un ammonimento ufficiale. “Nei nostri 16 casi, in genere, dopo tale ammonimento le molestie sono continuate e si è giunti alla querela di parte”, prosegue il Vice Questore. Ovviamente, prima dell’ammonimento gli atti persecutori vengono documentati dalla Squadra Mobile e dall’Ufficio Investigativo. Ma, soprattutto, la Polizia, con il proprio ufficio di relazioni con il pubblico e con la partecipazione ad iniziative di questo tipo, fa opera di prevenzione, per far sì che il reato non avvenga. Per questo: “Le forze dell’ordine sono a vostro servizio – conclude Salerno – anche e semplicemente per parlare con voi”. Il Vice Questore saluta infine il pubblico studentesco ricordando Rita Atria, giovane collaboratrice di giustizia, figlia di mafiosi, legata a Paolo Borsellino. <br>
<b>Cosa fare se la violenza è di casa</b><br>
Salvare la donna dalla violenza, in particolare quella domestica, che è la più diffusa, è il ruolo del centro antiviolenza Filo di Arianna, presieduto dalla sociologa Rosarie Guerriero. La quale fa un’analisi dettagliata del fenomeno: “La violenza tra le mura di casa – spiega - in genere non viene denunciata ma è consumata nel segreto. Essa si basa sulla sottomissione, sull’assenza di autostima. Chi violenta non si assume la responsabilità del proprio gesto, ma rimanda tutto alla vittima, che si sente colpevole. La violenza è un ciclo, un lavoro continuo, sottile, finalizzato a demolire l’altro, nel lavoro o nella coppia”. In genere, soprattutto se c’è un legame affettivo, è difficile rivolgersi ai centri per chiedere aiuto, perché si ha paura di rimette in discussione tutto. Una paura, questa, da scardinare. <br>
<b>La Consigliera di Parità della Provincia di Avellino, dott.ssa Domenica Marianna Lomazzo</b>
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