La Campagna oltre il pregiudizio e il racconto delle condizioni di vita della minoranza rom che vive nei campi della Capitale
Mercoledi, 27/02/2019 - Campagna oltre il pregiudizio è il titolo di una iniziativa alla quale ho partecipato, promossa da molte associazioni romane, tra le quali, capofila è stata l’associazione “Rete fiore”.
Dopo due giorni rivedo Alia e Sevla, la bimba mostra sul viso segni di miglioramento. Porto madre e figlia all’OVS, un magazzino di abbigliamento a costi accessibili. Compro scarpe, indumenti, giacche di piumino a entrambe, poi andiamo al ristorante cinese, dove mi sorprende la compostezza della piccola nel muoversi e nel mangiare.
Per capire il comportamento di Sevla, dobbiamo considerare che in questi sistemi culturali, la dimensione emotiva determina il legame viscerale, indissolubile tra i membri del gruppo clanico. Il distacco da esso, l’allontanamento, può determinare la percezione di perdita di orientamento, può provocare uno stato di confusione, di anomia, soprattutto nei rapporti spersonalizzati, quali avvengono nella dimensione burocratica. Per questo può capitare ai rom, come nel caso di Sevla, di subire stati d’animo generatori di ansia, di angoscia, di desiderio irrefrenabile di ricongiungimento al gruppo di appartenenza, ai suoi codici di comportamento, allo spazio – tempo ad essi familiare.
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