Mercoledi, 17/06/2009 - L’On. Pierferdinando Casini ha affermato che in questo Parlamento siedono donne insignificanti. Ovviamente si è aperta una bagarre di dichiarazioni a difesa dell’onore calpestato del nostro sesso, o meglio, di quella parte del nostro sesso che siede nelle aule parlamentari. Sappiamo che è piccola (la nostra parte) e sappiamo pure che l’altro sesso è sovrarappresentato con evidente e diffusa insignificanza! Dunque hanno ragione le parlamentari che, in modo del tutto bipartisan questa volta, hanno reagito all’insulto dell’illustre collega? Ebbene forse è arrivato il momento di dire, controcorrente, che c’è una grande ipocrisia in questa reazione di donne contro Casini. La rappresentanza delle donne nelle istituzioni politiche risponde ormai da tempo al diretto gradimento del capo di turno. Può dispiacere ma questa è la verità. Ma non riguarda le donne: riguarda tutti, e cioè la democrazia. Parliamo di un dato che coincide esattamente con la fine dei grandi partiti popolari, che sono stati abbattuti dai sistemi maggioritari e dall’ingresso diretto in politica delle lobbies economiche e di potere, (vedi il partito berlusconiano che ne è stato l’esempio di scuola).
La verità è che il degrado di cui tutti si stracciano le vesti è invece esattamente voluto e perseguito, da anni, da tutti coloro che, consapevolmente o meno, hanno distrutto la partecipazione dei cittadini, dei lavoratori e, dunque, anche delle donne alla vita democratica. Che in nome dell’attacco alle conquiste sociali del paese, frutto di anni di lotte dei movimenti, quelli femminili in primo luogo, e della sinistra, si sarebbero massacrate anche le conquiste di dignità e libertà delle donne, può oggi sfuggire solo a quelli /e che della politica hanno fatto la loro nicchia privata, una vera e propria carriera, un mestiere, che, della vita reale delle donne italiane, si occupa ormai ben poco. Se ci stupisce che oggi una giovane donna possa indifferentemente aspirare a fare la velina o la parlamentare, riflettiamo su questo. E allora non ci stupirà più di tanto che nessuna delle parlamentari attuali vada oltre una banale difesa (in sé legittima) di sé stessa, di fronte alle parole di Casini che hanno invece posto un problema reale. Allora, per serietà: a Casini chiediamo se non si senta anche lui responsabile della degenerazione oligarchica della politica. E poi parliamo di concezione della politica, di come si dovrebbe fare e di come invece si fa, oggi, la selezione dei e delle dirigenti. Appunto per non essere ipocrite, almeno le donne, a fronte di un Parlamento in cui si è nominati. E di fronte ad un Governo in cui si può diventare ministre per l’amicizia privata con Berlusconi.
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