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DORIS LO MORO: MATTARELLA e LEGGE ELETTORALE

DORIS LO MORO: MATTARELLA e LEGGE ELETTORALE

Il gradimento del nuovo Presidente della Repubblica e gli interrogativi per le riforme

Giovedi, 05/02/2015 -
Il gradimento sul nuovo Presidente della Repubblica è altissimo ma è noto che esistono alcuni timori sulle possibili ripercussioni negative dovute al metodo seguito da Matteo Renzi per aggregare il consenso delle forze politiche su Sergio Mattarella. Il timore più espresso è quello che sulla nuova legge elettorale, votata di recente al Senato e ora attesa alla Camera, si addensino forti nubi dato che Forza Italia l'aveva votata in rispetto ad un patto Berlusconi-Renzi stretto al Nazzareno, che poi Renzi (proprio con la candidatura Mattarella) avrebbe violato.

La legge elettorale era stata approvata al Senato tra fortissime polemiche, contrarietà e strappi all'interno degli stessi gruppi parlamentari. Il più vistoso? Quello che si è prodotto all'interno del PD tra illustri donne del partito, con Angela Finocchiaro, presidente della Commissione Affari Istituzionali, che ha messo a punto il testo poi approvato e Doris Lo Moro (capigruppo PD nella medesima commissione) che non ha votato la legge e che si è addirittura dimessa dall'incarico per protesta.

Ora la Senatrice Lo Moro è in attesa speranzosa che la legge venga modificata alla Camera e un appello in tal senso lo rivolge a Renzi, non a Mattarella che pur avendo sostenuto la necessità (anzi la priorità) di questa legge si è proposto solo come imparziale arbitro della dialettica parlamentare, non come possibile forza in campo.

La contrarietà della Senatrice Moro è dovuta soprattutto al fatto che la nuova legge non produrrebbe futuri Parlamenti composti da uomini e donne voluti dal popolo ma (al 60%) da uomini e donne bloccati e espressi dalle forze politiche.

In previsione del riesame della legge elettorale ricordiamo, per sommi capi, che cosa contiene.

1) Innanzitutto un premio di maggioranza per garantire la governabilità. il partito che avrà più voti e che avrà superato la soglia del 40% avrà un numero di seggi pari al 55% dei consensi e quindi non sarà obbligato a estenuanti trattative con le altre forze politiche (e neanche a ricatti di coalizione) per poter proporre e approvare le sue leggi.

2) Se nessun partito raggiungerà la soglia del 40% dei consensi si andrà al ballottaggio tra le due forze più votate.

3) Per poter entrare in Parlamento il partito che si presenta alle elezioni dovrà ottenere almeno il 3% dei consensi.

4) Le liste di partito saranno proposte in 100 collegi elettorali e ognuna avrà un capolista che sarà sicuramente eletto e che almeno nel 40% dei casi sarà una donna. Anche nella composizione delle liste si dovranno presentare, almeno al 40%, delle donne

5) Ogni elettore potrà esprimere fino a due preferenze, ma in questo caso dovrà votare un uomo e una donna e non due uomini o due donne.

6) La legge dovrà decorrere dal 1 luglio 2016.

La Senatrice Lo Moro, nel ricordare questi punti, sottolinea che sul piano della politica di genere questa legge è molto soddisfacente, ma sottolinea che prevedere un Parlamento bloccato al 60% da persone volute dai Partiti, e non votate dai cittadini, rappresenta una ferita per la nostra democrazia.

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