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Emma Perodi, la toscana che scelse Palermo.

Emma Perodi, la toscana che scelse Palermo.

scrittrice, giornalista, attivista sociale. Una donna straordinaria e dimenticata.

Giovedi, 21/11/2013 - Palermo l'ha dimenticata. Eppure Emma Perodi l'aveva scelta come sua patria d'elezione.

L'aveva scelta e l'aveva amata,restandoci a lavorare per più di vent'anni, dal 1895 fino al 1918, l'anno della sua morte.

Emma era nata a Cerreto Guidi (Firenze) nel 1850 in una famiglia di elevato ambiente sociale e la sua formazione culturale era avvenuta a Firenze, anche se viaggiò molto. Conosceva tre lingue, francese, inglese e tedesco, il che, insieme alla sua sensibilità artistica, le consentì di diventare un’apprezzata traduttrice (nel 1903 tradusse dal tedesco la prima versione italiana de “Le affinità elettive” di Goethe, nel 1905 dal francese “Un divorzio” di Paul Bourget).

La sua attività letteraria inizia come giornalista, a Firenze e a Roma. Collabora con "La Rivista della Moda", con “Il Fanfulla della Domenica”, e con una tra le più importanti pubblicazioni dedicate alle donne, la rivista "Cornelia" diretta da Aurelia Cimino Folliero, testimoniando una vicinanza agli ambienti femministi dell'epoca.

Ma suo centro d’interesse diventa presto la letteratura per l’infanzia, che conobbe in Italia dalla fine dell’Ottocento agli Anni Venti una straordinaria fioritura. La Perodi trova così un suo spazio e un suo stile speciale nell’ambito dei grandi scrittori per bambini e ragazzi, con Capuana, De Amicis, Collodi, Salgari, Vamba.

Dal 1883 assume insieme a Carlo Collodi la direzione del "Giornale dei Bambini", fondato da Ferdinando Martini, che ospitò a puntate Le avventure di Pinocchio, col titolo di “Storia di un burattino”.

Emma, abile e fantasiosa, aliena da moralismi e indottrinamenti, compone per i ragazzi veri e propri reportage per vivificare ai loro occhi e rendere interessanti episodi e personaggi storici. "Adelaide Ristori", "Marchesa Capranica del Grillo", "Le passeggiate al Pincio-era antica, Medioevo, Risorgimento" sono esempi di quel giornalismo attento e fedele ai fatti, ma modernamente mescolato al racconto, in cui fu maestra.

L'opera più famosa di Emma Perodi è "Le Novelle della Nonna", edita nel 1892, dove leggende e tradizioni toscane, in particolare del Casentino, sono rielaborate e inserite in una "cornice" come nella tradizione iniziata dal Boccaccio. L'ordito di un rassicurante quadro familiare ( la saga di una dinasty di contadini, i Marcucci, visti nella loro quotidianità) si intreccia alla trama delle novelle raccontate da nonna Regina, percorse da inquietanti atmosfere di ispirazione gotica e precorritrici del fantasy: un mondo misterioso e perturbante popolato da streghe, diavoli, fantasmi, con incursioni nel magico e nell'horror, che emoziona i bambini ma anche gli adulti.

Nel 1895, quando l'editore Salvatore Biondo la chiama a Palermo per un suo progetto, una collana dedicata all'infanzia, Emma Perodi ha pubblicato a Milano, Firenze, Roma, con Perino, Bemporad, Salani, Treves: è già una scrittrice affermata.

Il progetto di Salvatore Biondo -destinato ad avere un lusinghiero successo- è "La Bibliotechina aurea illustrata", rivolta a tutti i ragazzi tra i 7 e i 14 anni. Emma ne assume la direzione con la passione e l'entusiasmo che la caratterizzano, e vi imprime il suo brand: una scrittura "nuova" per l'infanzia che pur mantenendo una funzione educativa, tiene presente l'aspetto artistico e la leggerezza dei toni, alternando realismo e finzione, quotidianità e avventura con un risultato di grande modernità. Si avvale di collaboratori come Luigi Capuana (con cui Emma Perodi ha particolare affinità per il comune interesse per le fiabe e le tradizioni popolari, e che inizia la collaborazione alla biblioteca con “Una birichinata”), tutti i migliori autori che scrivevano nelle riviste di avventure del tempo:Yambo, Onorato Fava, Athos Gastone Banti, Egisto Roggero, ed Emilio Salgari che fra il 1900 ed il 1906, con lo pseudonimo di “Capitano Guido Altieri”, pubblica per Biondo vari libri: Lo schiavo, Sulla Costa d’oro, Un dramma nel deserto, Lo schiavo della Somalia (storia vera), L’uomo dei boschi, Nel paese degli zulù, La Stella del Sud, Il piccolo guerriero del Transwaal, Il re dei re, L’eroe di Karthum (racconto storico), Il re di Tikuno, I pirati del Riff.

Emma è affascinata dalla Sicilia.

In un viaggio a Piana dei Greci (Piana degli Albanesi) i costumi "da gran festa" delle donne le ispirano brani descrittivi quasi poetici:"Il vestito è adorno di una cintura d'argento e d'oro con una borchia sul davanti alta un palmo che pare una pace sacra, come se ne conservano nei tesori delle cattedrali....,,,,pendenti, spille, collane d'oro completano questo ricchissimo vestiario che pare quello di certe Madonne...Le donne sono tutte colori, tutto uno scintillio d'oro, di ricami, di gemme..."

Gli anni siciliani la stimolano allo studio delle leggende e delle tradizioni del luogo, e nel libro:"Al tempo dei tempi…” ( 1909-1910) raccoglie "fiabe e leggende siciliane di terra e di mare", in tre volumi che le suddividono in “Fiabe e leggende dei monti, del mare, delle città” di Sicilia.

Pubblica inoltre con Biondo "I briganti di Cerreto Guidi" e "Cuoricini d'oro", uno dei suoi tanti e fortunati libri di lettura per le classi elementari: in 5 volumi, illustrato con acquerelli dell'artista fiorentino Anichini, è di impianto sorprendentemente moderno, corredato di proposte interattive, quali domande alla fine di ogni racconto o lezione per sollecitare una migliore comprensione del brano, ed esercizi di composizione in relazione ai temi trattati.

Per “Il Giornalino della Domenica” che viene pubblicato a partire dal 1905, scrive "Rinuzza" ( 1905), e il racconto "Lo sceccu educatore" (1908).

Per la “Bibliotechina aurea illustrata” appaiono nel 1910 “Vivo o morto” e “Il piccolo pecoraio”, e nel 1912 “Perché gli orsi hanno la coda mozza”.

E' difficile confinare in una sintesi l'attività poliedrica di questa originale scrittrice che spaziò nell'ambito del fiabesco e del sociale, dell'attualità e della tradizione, della storia, del reportage, del racconto, della ricerca, che scrisse poetici libri di fate (Le fate d'oro, Il libro d'oro delle fate, Nel regno delle fate, Le fate belle) e libri di denuncia sociale ( come "Bruno Pecile", Roma 1911, che descrive le dure condizioni di lavoro dei minatori di carbon fossile); la sua ampia e diversificata bibliografia ne attesta la prolificità e la vastità di interessi. Oltre ai libri già menzionati possiamo ricordare "I bambini delle diverse nazioni a casa loro" (Bemporad 1890), “I racconti della zia” (Milano 1884), “Nel caldo del fuoco” (Milano 1887), “Flick, tre mesi in un circo”, (Roma 1883), “Cuore del popolo, libro per l'adolescenza”, (Firenze 1892), “Cento dame romane, profili biografici” (Roma 1895), “L'abbandonata” (Firenze, Salani, con i pregevoli disegni di Carlo Chiostri), “Sorellina” (Firenze, Salani 1907).

Emma Perodi non tornò più in Toscana, il suo "luogo" letterario per eccellenza, quello dove maggiormente la sua fantasia aveva trovato alimento facendole dar vita all'universo magico e tenebroso delle Novelle della Nonna, il libro a cui soprattutto è legata la sua fama.

La Sicilia l'aveva stregata.

Morì a Palermo il 5 marzo 1918.

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