Festival di Cannes, 78ma edizione: il cinema come mezzo di inclusione e parità
La presidente di Giuria Juliette Binoche durante la cerimonia di apertura ha ricordato Fatima Hassouna, la giovane fotoreporter uccisa a Gaza, presente in un film selezionato a Cannes
Mercoledi, 14/05/2025 - Si è aperta ieri la 78° edizione del Festival cinematografico più noto e importante del mondo, che si terrà a Cannes dal 13 al 24 maggio 2025. La cerimonia di apertura è stata dedicata ad Émilie Dequenne, attrice belga morta di tumore nei giorni scorsi a 43 anni, protagonista del film ‘Rosetta’, vincitore della Palma d’Oro a Cannes nel 1999.
È con questo omaggio che l’attore Laurent Lafitte si è rivolto al pubblico del Grand Théâtre Lumière, quando si sono accese le luci della 78a edizione del Festival di Cannes: con ironia e impegno, l'attore francese ha voluto in particolare rendere omaggio alle attrici e agli attori di sempre, nel corso di una cerimonia più che mai segnata da echi provenienti da tutto il mondo.
Citando come esempi James Stewart, Jean Gabin, Joséphine Baker, Marlène Dietrich, Richard Gere, Isabelle Adjani, Taraneh Alidoosti, Rock Hudson, Adèle Haenel e Volodymyr Zelensky, Laurent Lafitte ha invitato i presenti a imitare il loro coraggio, «attraverso i nostri discorsi, le nostre scelte e i nostri rifiuti, per essere all'altezza di questa frase di Frank Capra: 'Solo gli audaci dovrebbero fare film'».
«Ci chiediamo sempre se il cinema possa cambiare il mondo - ha proseguito nel segno dell'abbraccio del film ‘Un uomo, una donna’, che appare nel manifesto dell’edizione 2025 - Ma se chiediamo al cinema sempre più inclusività, rappresentazione e parità, allora è proprio vero che può cambiare il mondo. E a volte basta raccontare la storia di un uomo e di una donna per toccare il sublime e l'universale».
Sono poi saliti sul palco i nove personaggi che compongono la giuria internazionale del lungometraggio di quest'anno, fra cui la ‘nostra’ Alba Rohrwacher, con Halle Berry, Payal Kapadia, Leïla Slimani, Dieudo Hamadi, Hong Sangsoo, Carlos Reygadas e Jeremy Strong, e la loro presidente Juliette Binoche, "nata attrice proprio in questa stanza".
L'attrice francese ha parlato con attenzione del grande fragore del mondo di oggi, invitandoci a coltivare gentilezza e fiducia, a guarire la nostra ignoranza, a lasciar andare le nostre paure e il nostro egoismo, a cambiare rotta e, di fronte all'orgoglio, a riscoprire l'umiltà.
"In tutte le regioni del mondo - ha aggiunto la Binoche - gli artisti lottano ogni giorno e trasformano questa resistenza in arte. Il 16 aprile, all'alba a Gaza, la fotoreporter venticinquenne Fatima Hassouna e dieci suoi familiari sono stati uccisi da un missile che ha colpito la loro casa. Ha scritto: ‘La morte mi ha attraversato. Il proiettile del tiratore mi ha attraversato e sono diventata un angelo’: il giorno prima della sua morte, ha saputo che il film in cui recitava era stato selezionato qui, al Festival di Cannes. Fatima avrebbe dovuto essere con noi stasera. L'arte rimane, è la potente testimonianza delle nostre vite, dei nostri sogni, e noi, spettatori, la abbracciamo. Che il Festival di Cannes, dove tutto può cambiare, contribuisca a questo!»
Ancora un omaggio al grande regista scomparso lo scorso gennaio, David Lynch: la cantante franco-canadese Mylène Farmer ha eseguito per lui, con la sua voce eterea, una nuova canzone che ci invita alla pace di un lungo sonno.
Al culmine della cerimonia, Leonardo Di Caprio è stato accolto dal pubblico con una standing ovation: l'attore americano ha introdotto infatti l’ospite d’onore della serata Robert De Niro, cui il Festival ha dedicato la Palma d’Oro alla Carriera (l’anno scorso assegnata a Meryl Streep): a lui Di Caprio deve il lancio della sua carriera e l'incontro con Martin Scorsese. Prima di consegnare la Palma d'oro onoraria a De Niro, Di Caprio ha espresso la sua ammirazione per il grande attore cresciuto a Little Italy.
“Stasera ho il grande onore di essere qui davanti a voi per rendere omaggio a qualcuno che è il nostro modello - ha affermato - L'opera di Robert De Niro si riflette nel modo in cui ha ispirato gli attori a considerare la loro arte non solo come un'interpretazione individuale, ma come una trasformazione. Robert De Niro non è solo un grande attore, è L'Attore. Con Martin Scorsese, hanno raccontato le storie più leggendarie del cinema, storie senza compromessi. Non si sono limitati a fare film, hanno ridefinito cosa potesse essere il cinema. Hanno elevato il rapporto tra attori e registi a un crogiolo di condivisione del rischio”.
Nel ringraziare il pubblico per la calorosa accoglienza De Niro (81 anni) ha affrontato senza mezzi termini il tema della democrazia negli Stati Uniti, a conferma dell’impegno sociale e politico che lo ha da sempre contraddistinto.
“Nel mio Paese stiamo lottando duramente per difendere la democrazia, che davamo per scontata. Questo riguarda tutti. Perché le arti sono, per loro essenza, democratiche. L'arte è inclusiva, unisce le persone. L'arte è una ricerca di libertà. Include la diversità. Ecco perché l'arte oggi rappresenta una minaccia. Ecco perché rappresentiamo una minaccia per gli autocrati e i fascisti di questo mondo. Dobbiamo agire, e dobbiamo agire subito. Senza violenza, ma con passione e determinazione. Il momento è arrivato. Tutti coloro che hanno a cuore la libertà devono organizzarsi, protestare e votare quando ci sono le elezioni. Stasera dimostreremo il nostro impegno rendendo omaggio alle arti, nonché alla libertà, all'uguaglianza e alla fraternità.”
A chiudere la cerimonia e ad aprire i dodici giorni di proiezioni della 78a edizione, è stato il regista americano Quentin Tarantino , che ha dichiarato aperta la Mostra urlando a pieni polmoni e gettando il microfono: “Per me è un onore dichiarare aperta il 78° Festival di Cannes”.
Alla cerimonia di apertura, trasmessa in diretta su France 2 e a livello internazionale su altre emittenti, è seguita la proiezione del film ‘Partir un jour’ della regista Amélie Bonnin, un’opera all’insegna della leggerezza, uscita oggi nelle sale cinematografiche francesi.
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