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GLASS, uno sguardo diverso sui superpoteri

GLASS, uno sguardo diverso sui superpoteri

Recensioni amatoriali da un punto di vista di genere

Domenica, 20/01/2019 - MPAA - Motion Picture Association of America film rating system PG-13
Italia: T | 2h 9min | Drama, Mystery, Sci-Fi
17 Gennaio 2019

Voglio spezzare una lancia a favore di GLASS, nonostante le critiche che arrivano durissime per il terzo film della trilogia su una sorta di superpoteri umani troppo umani. Personalmente sono uscita dalla sala entusiasta, il cerchio tracciato con Unbreakable (2000) e Split (2016) è stato chiuso dignitosamente. Leggendo chi scrive tutto intorno a me sembra io sia una delle poche persone ad averlo apprezzato. Ci ho pensato e ripensato, e non si può negare, la sceneggiatura ha una serie di voragini quindi non stupisce che si spari a zero.

A peggiorare le cose c'è un personaggio (e un'attrice) che affossa il tutto, sia per la trama che per interpretazione. Peccato, poteva essere invece un elemento molto solido e interessante, anche perché unica donna a contendere la scena in minutaggio che invece viene sprecato in lunghi e didascalici spiegoni, farciti anche di alcune assurdità.

Cosa c'è di buono quindi? Un sacco di roba per quel che mi riguarda.
Primo, è un ottima occasione di rivedere/recuperare i due precedenti.
A s s o l u t a m e n t e. Due film che meritano assai. Per dire, tutta l'introduzione nel treno di Unbreakable è spettacolo vero, e da un punto di vista di genere anche. Perfetto. E qui mi fermo[1], perché sto parlando di GLASS, ma fidatevi e, se non li avete visti è davvero un buon momento.

Che altro?

I caratteri principali -protagonisti e co-, tutti tranne quella citata sopra, sono fantastici, emozionano e catturano anche in quelle scene che di solito a me stuccano assai, ovvero quando abbiamo occasione di vedere tizi e tizie che se le danno di santa ragione. In questo caso invece mi hanno coinvolto, in alcuni momenti addirittura coinvolto parecchio e senza particolari effetti speciali, anzi posso dire in tutta tranquillità che fanno tutto le riprese e il montaggio. En passant aggiungo una cosa che ritengo vada premiata (si, lo penso) è il "rimanere con i piedi per terra", voler fare le cose che si hanno in testa e nel cuore, anche rischiando sia in termini di carriera che di risorse. E mi sembra che M. Night Shyamalan lo faccia. Assume il rischio e insiste nel voler parlare di fumetti e supereroi in un modo tutto suo. Trovo la cosa adorabile.

Tornando nel merito, le relazioni sono in primo piano, è un film che parla di come ci vediamo e di come siamo viste, percepite. Che posto abbiamo nel mondo, quali aderenze. Che letture abbiamo della realtà e quanto queste letture sono condivisibili. I temi sono un pò quelli di (alcuni) fumetti e la parte migliore è che sono le immagini stesse che ci fanno entrare in contatto con le questioni esposte. Questo è uno dei motivi per cui la regia di Shyamalan rimane interessante. Ho trovato splendidamente rappresentata una specifica relazione tra due personaggi. Poteva essere una banalità, ci si è andati proprio vicinissimo, ma non lo è. Anzi, volendo cogliere sfumature delicate, è una relazione potente che viaggia su binari propri in una narrazione che sembra essere -questa si- totalmente di un altro mondo.

Queste persone si parlano. Si parlano in un linguaggio loro, è comprensibile e funziona, perché condividono qualcosa. Si parla di riconoscimento. Non da meno, la donna in questione ha da dire qualcosa riguardo alla figura della "vittima senza agency" che mi ha lasciato di stucco e lo fa in una sola battuta. Chi ha scritto quella battuta è consapevole dei dibattiti in merito? In relazione proprio alle vittime di violenza di genere, perché stiamo sempre lì, uno di questi tizi se la prende con giovani donne e tutta la vicenda si presta anche ad alcune ambiguità, ma c'è questa affermazione cristallina che risuona alle mie orecchie chiarissima, chissà se sono io che ho le traveggole. Probabile, fate sapere in caso. Questo un pò il succo. Quello che ha rilevanza nel film non sono gli snodi narrativi, questi sembrano semplici pretesti in cui inserire vicende umane.

Supera il bechdel test[2]? Se si, lo passa di poco mi sembra. Ma più di questo un problema è che a parte la relazione di cui sopra (che comunque rimane controversa nonostante tutto il bello che ci ho visto io), le donne sono poco rilevanti, abbozzi di rilevanza ecco. Rilevanti in funzione di...qualcun altro per lo più. E questo forse è più difficile per me da digerire rispetto ai difetti di trama che in molti/e hanno evidenziato.


NOTE.
[1] anche sulla questione delle ossa ci sarebbe da dire o su quella del primo
fumetto che si vede. Davvero piccole grandi soddisfazioni.
[2] feminist frequency, "the Bechdel Test for Women in Movies "


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