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Gli anni confusi

Gli anni confusi

Il romanzo sul decennio degli anni '70 di Marco Rossi Lecce

Lunedi, 07/06/2010 -
Romanzo in parte autobiografico, in parte di fantasia, la trilogia Gli anni confusi racconta con disincanto e arguta ironia le avventure sessuali e gli avvenimenti politici di un decennio ancora oggi scottante, tanto da condizionare le recenti ricorrenze del trentennale del 1977 e del quarantennale del 1968 che, tra esaltazioni e denigrazioni di parte, hanno evitato di avviare un reale ripensamento critico su una stagione coraggiosa, fatta di grandi utopie e idee confuse, importanti conquiste civili ed errori fatali, dal terrorismo alla droga, chiudendosi in sordina in quel profetico 1980, che con la marcia a Torino dei 40.000 e il sopraggiungere dell’AIDS proclamò la fine di ogni “fantasia al potere” e il potere camaleontico delle vecchie consuetudini: Dio, soldi e famiglia. Tanto che anche a sinistra ci si è dimenticati di pensare la vita umana come movimento e trasformazione.

Il libro comprende i racconti: La notte brucia – Roma 1977, Tremate! Tremate! Le streghe son tornate! e Gli anni confusi, che da il titolo all’intera raccolta. A fare da sfondo alle storie sono le strade e i vicoli, allora maleodoranti e bui, di Trastevere a Roma, storico quartiere generale di quelle giovani avanguardie che credevano di cambiare il mondo con la violenza di un gesto piuttosto che l’incerta ricerca di un dialogo plurale.

Alla ricerca ossessiva di un oggetto del desiderio e all’inseguimento perpetuo di un’immagine femminile assente o sfuggente, comunque incomprensibile in ogni modo destabilizzante, l’autore ripercorre la lotta politica di quei giorni, gli scontri di piazza con le forze dell’ordine, i collettivi, la liberazione sessuale e il femminismo, andando a scavare lì dove la cultura ufficiale, di destra come di sinistra, non vuole entrare, preferendo piuttosto lasciare il passo al Vaticano: nel complesso rapporto uomo-donna, nel difficile confronto con un uguale eppure diverso che, anche già solo con la sua presenza fisica, può mettere in scacco presunzioni e convinzioni che hanno costruito la nostra identità più profonda. Forse bisogna ripartire proprio da lì per affrontare di nuovo temi nodali quali la violenza, le questioni razziali, nazionali, culturali?

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