Le sue sculture traggono ispirazione da una visita alle grotte di Postumia, in Slovenia
Mercoledi, 04/10/2023 - Ho conosciuto recentemente Hélène Foata, un’artista il cui lavoro frattale mi è apparso molto interessante sia dal punto di vista estetico che per la relazione tra arte e natura.Le sue sculture traggono ispirazione da una visita alle grotte di Postumia, in Slovenia, Hélène ne parla cosi
«Stalagmiti, stalattiti, città di anime pietrificata, un mausoleo sacro! Lavorare i materiali, sperimentare la plasticità di ogni scultura è coinvolgente, plasmare a 360 gradi, girando attorno all’opera. Spazio, tempo e materia diventano un tutt'uno inscindibile, una simbiosi. Lavorare sulla forma pura intesa come volume dello (nello) spazio è affascinante. Per questo mi ispiro ai liquidi, alla forma che generano e alle ossa animali o umane che racchiudono una simbologia di autogenerazione, di mutazione, di sublimazione; senza dimenticare le stalagmiti cosi dense, cosi sature di gravità e massificazione».
La scultura è l'espressione prediletta ma un incidente di lavoro segnò l’interruzione dell’attività plastica per un anno e mezzo. In questo periodo Hélène ha indagato il linguaggio digitale aprendosi ad altre possibilità attraverso l’arte frattale. Questo le ha permesso di realizzare ciò che è inimmaginabile in scultura, un’evanescenza tutta nuova. (Foto 5, Creation)
L’artista, nel lavoro frattale, cerca ugualmente i segreti della natura e con il computer sia la gamma di colori che il campo di indagini permettono di sintonizzare frequenze algoritmiche che sostengono la realtà.Partendo dai suoi studi sulla anatomia e la fisiologia, Hélène Foata si è resa conto che sotto l'immagine più piccola visibile al microscopio esiste un reticolo immateriale di figure geometriche che si ripetono e si evolvono all'infinito in maniera simile ma non uguale. (Foto 6)
Ho chiesto a Hélène di precisare meglio ciò che, pur affascinandomi, non conosco.Questo "tessuto" di immagini è composto da frattali. Benoit Mandelbrot, matematico diell’IBM negli anni '60, decise di inserire una formula chiamata Julia, in omaggio al matematico del XX secolo che l'aveva inventata, e si crearono i primi frattali come una magia nel computer. Un flusso di movimenti più o meno organici che si generava con naturalezza. In natura tutto si assomiglia, neuroni e alveoli polmonari, rami e radici di un albero parlano il linguaggio frattale costituito da algoritmi matematici. (Foto 7 unique)
Algoritmi orientati o fissati da Hélène nelle creazioni elaborando e decidendo il momento della conclusione dell’opera sulla base dei suoi criteri di cromia e di contenuto. (Foto 8 Cy)https://www.facebook.com/HeleneFoata/ (page)
instagram : helenefoataofficialart
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