Sabato, 20/12/2025 - In favore della scelta di vita della famiglia si è schierato subito il vescovo e gran parte dell’opinione pubblica, nonostante le relazioni dei servizi sociali, che accuserebbero i genitori di uno stile di vita poco consono a quanto richiesto dalla “norma” e dai cosiddetti diritti dei bambini. Si è detto e scritto di tutto sui diritti e doveri della famiglia, fino ad arrivare a un’analisi politica sugli effetti del post capitalismo! La ricerca dell’armonia attraverso una vita naturale è stata interpretata in rete come una conseguenza quasi obsoleta del capitalismo. Secondo il giurista Ugo Mattei, invece, a proposito di capitalismo, la trasformazione capitalistica del mondo occidentale si potrebbe definire “capitalismo della sorveglianza”. Nell’ambito di una visione occidente-centrica è facile confondersi tra omologazione e libertà di scelta, soprattutto quando per un modello contemporaneo di “bene sociale” s’impone una sorta di “ideologia dell’armonia”. Ugo Mattei analizza “la degradazione della privacy in era neoliberale, quando le varie autorità indipendenti sono state create per rendere gli apparati pubblici più amichevoli nei confronti dei mercati”. Ormai, tanto per fare un esempio evidente, c’è un bombardamento quotidiano mediatico sull’uso benefico dei farmaci, dalle purghe all’ansia lieve…, così è quasi automatico che il loro utilizzo indiscriminato diventi a poco a poco un modello “socialmente utile”. Un esperto nazionale come Silvio Garattini puntualizza tale insidia in ogni sua intervista: “Anche la medicina è ormai un mercato”! Il diritto, in una società di consumatori docili e prevedibili, nonché normalizzati e domati, non sarà così indispensabile. Così “il capitalismo della sorveglianza è strutturalmente incompatibile con diritti effettivamente garantiti dalla legislazione”, afferma Ugo Mattei. Secondo il giurista la violazione della privacy è endemica alla struttura del capitalismo della sorveglianza.
Henning Kohler, pedagogista curativo di fama europea affermava che i bambini hanno bisogno di vivere il tempo dell’apertura, in cui nulla che venga dall’esterno li costringa impedendo l’incanto e il senso della meraviglia, essenziale nutrimento per lo sviluppo dell’infanzia. In ambito pedagogico è molto importante che non si rendano schiavi di un tempo cronologico.
La loro vita accanto ai genitori, così aspramente criticata, ha permesso a quei bambini di apprezzare tanti di quei valori che li aiutano nello sviluppo armonico dei loro sensi di base, quali il senso del tatto, della vita, del movimento e dell’equilibrio, indispensabili per costruire in modo sano la loro identità fisica e un altrettanto sviluppo sociale. Tante malattie dell’infanzia e non solo, dipendono dalla mortificazione di tali sensi. Nell’ambito dello sviluppo psicologico, il senso del tatto vissuto male, ad esempio nella difficoltà di sentire i propri confini rispetto alla mancata percezione del calore materno, si traduce nell’età adulta nella difficoltà di percepire l’Io altrui.
Il senso della vita, un autentico sistema di allarme alla ricerca del benessere, viene seriamente minato senza le cure materne. La vita si esprime attraverso processi ritmici e il trauma dell’improvvisa assenza dei genitori, uno shock come l’allontanamento, possono attivare nel bambino disturbi oltre che psicologici, anche nei sistemi simpatico e parasimpatico. Il senso della vita è collegato con il pensiero, con la comprensione di ciò che verrà detto, con la capacità di tradurre ciò che si ascolta in una rappresentazione, in concetti, cioè nella capacità di comprendere il pensiero dell’altro.
Il senso del movimento è legato alla percezione del proprio movimento ma anche allo sviluppo della parola e un trauma nello sviluppo di tale senso può portare a non comprendere il senso del parlato dell’altro.
Attraverso il senso dell’equilibrio, connesso con i nervi motori e dislocato nell’orecchio, si sviluppa un giusto rapporto con lo spazio e con il tempo. A questo senso è legato lo sviluppo della volontà. L’organo dell’equilibrio permette di sentire il senso dell’esistenza e dell’altro essere umano in uno spazio comune. L’acrobata si spoglia dei pesi materiali per essere in equilibrio. Quando questo senso è particolarmente mortificato possono svilupparsi problemi di vertigini fino all’oblio o successivamente alla demenza.
Ci sono testimonianze che attestano una vita “sociale” dei bambini e l’allontanamento dai genitori interrompe dei ritmi nella loro vita, non senza serie conseguenze per la loro salute. Il cliché di un modello standardizzato alle tante omologazioni sociali richiede una seria riflessione sul perché di tanta violenza già dall’infanzia su animali e altre persone (bullismo in primis). Andrebbe rivisto il significato di sano sviluppo sociale. Vivere in modo molto semplice nella natura non significa “possedere” i propri figli o rubare bambini come si riscontra purtroppo in alcuni gruppi nomadi.
Quando s’imbatte in un cliché c’è la tendenza a reiterare nelle decisioni prese, che sembrerebbero non tenere conto del sano sviluppo del bambino e dei suoi diritti. In questo caso, come suggerito da alcuni giornalisti sarebbe stato più utile un po’ di buon senso e di attenzioni dialettiche, più che punitive per una mancata omologazione.
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