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Il consenso: l'emendamento che ... fa bene anche all’uomo

Il consenso: l'emendamento che ... fa bene anche all’uomo

"In attesa dell’educazione e del costume, fortunatamente governo e opposizione hanno concordato sulla necessità che la giurisprudenza sancisca definitivamente che senza consenso è sempre reato di stupro..."

Domenica, 16/11/2025 - Mi è rimasto impresso che, mentre tenevo una conversazione sul femminismo in un ambiente di giovani cattolici non bigotti, approfondivo il comportamento di uomini e donne nella coppia, sintetizzando che, quando la donna dice no, è NO, qualunque sia il rapporto con una moglie o una compagna. Un ragazzo - età tra liceo e università - candidamente sbottò: Ma, allora, perché mi sposo?
Come dire che, per un uomo che si dice cristiano, il matrimonio - un sacramento, che sarebbe una cosa seria non una cerimonia in abito bianco e un pranzo impegnativo - è l’autorizzazione della Chiesa a commettere atti che in confessione vengono ancora - credo - chiamati impuri. Un’esplosione di realismo che porta a considerare quanto scarsa sia la conoscenza della realtà profonda di un paese che si dice spregiudicato, in cui l’attualità della performance - sfortunatamente esibita in Parlamento - del ministro dell’educazione Valditara ha mostrato come un uomo al vertice della responsabilità del fondamentale comparto scolastico, sia una persona che non ha idea di che cosa sia il corpo di un ragazzo o di un bambino e, comunque, la corporeità nella sua complessità fisica e valoriale a partire da sé.
Il momento di perdita del controllo fino ad insultare il Parlamento, - non è stato solo un oltraggio contro l’opposizione - e ad abbandonare l’aula, ha dimostrato le fragilità emotiva di una persona poco padrona di sé, assolutamente inadatta a portare nel paese un avanzamento culturale urgente. Se un genitore può fare l’amicone del figlio e racconta una barzelletta sporca a tavola, non è poi disinvolto nel parlare da educatore della sessualità umana.
Tema delicato, estremamente importante per un paese che in questo momento è troppo nevrotizzato per fornire strumenti culturali formativi urgenti perché da alcuni anni i bambini di otto/nove anni trovano su internet siti pornografici sui quali si fanno un’educazione rovinosa per il loro benessere psicofisico da adulti. Oltre al fatto che si tratta di siti infiltrati da indirizzi di pedofili - gli adulti che amano spedire foto di piccolini figli o nipoti non sanno che alimentano la mercificazione corrotta - è irresponsabilità sociale non rendersi conto di dover prevenire urgentemente dei danni.
Un’amica che porta il teatro nelle scuole, raccontava che in una classe di maturandi nessuno sapeva - nell’interpretare una situazione amorosa - che cosa sono i preliminari: un segnale in cui i problemi dell’affettività perdono terreno addirittura nella buona educazione.
Oggi il problema torna a galla - indirettamente, tutto “politico”, nella normativa che riguarda la definizione si spera definitiva del reato di stupro. Nel codice fascista era reato contro la morale e penalmente diventava irrilevante, lasciando la donna vittima, spesso colpevolizzata. Adesso tocca applicarlo: nei tribunali, nelle famiglia, nel privato in cui non tutto è “paritario”, anche perché per le donne resta differente.
In attesa dell’educazione e del costume, fortunatamente governo e opposizione hanno concordato - leadership femminile - sulla necessità che la giurisprudenza sancisca definitivamente che senza consenso è sempre reato di stupro. Certo dovrà seguire anche con le penalizzazioni ed eventuali altri articoli del codice, ma il principio deve definire per sempre la cultura e i comportamenti, sociali e individuali, della relazione privilegiata tra gli uomini e le donne.
Le donne dimostrano che c’entra la dignità, fondamento dell’umano che si fonda sempre sul reciproco rispetto.
Senza consenso è sempre stupro.
I bambini non sanno cosa vuol dire, tranne, forse, qualche fantasia: con la compostezza necria, vanno forniti delle nozioni necessarie a superarla: non è solo zoologia, ma la pubertà o lo “sviluppo” sono come le “caldane” per le signore in menopausa: con chi parlarne se non con gli interessati?
Bene, però, che sia stato votato d’urgenza l’emendamento che rappresenta un atto di civiltà giuridica, etica, educativa. Bene che sia anche un atto di civiltà parlamentare, con l’accordo governo/opposizione.
Nella prima Repubblica l’opposizione aveva rigore, ma era propositiva oltre che aggressiva e praticava misure di convenienza che comportavano aiuto al governo se era aiuto al paese. Il rispetto del consenso fa bene anche all’uomo che, si reputa libero se non è disponibile al rapporto che pretende dalla partner: quello che i vecchi giuristi chiamavano “debito coniugale”, sempre stato violenza, autorizzata dal codice ostinatamente “neutro”. 

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