Omaggio al cinema, alle donne, alla bellezza, nell’ultimo film del regista spagnolo presentato al 72° Festival di Cannes.
Mercoledi, 22/05/2019 - Tempo di bilanci, per l’intramontabile Pedro Almodóvar il regista spagnolo più amato del mondo, che nel prossimo mese di settembre compirà 70 anni. Si rinnova e si trasforma, con la maturità, il suo modo di pensare e di sentire nei confronti della vita, del lavoro, del cinema, dell’amore, ma sempre Almodóvar rimane fedele a se stesso, con una rara capacità di descrivere l’animo umano, il mondo femminile e quello del cinema, toccando oggi le corde del sentimento più che dell’eros, attraverso una sorta di testamento spirituale e professionale personalissimo, dove la memoria, l’amore, la bellezza, la morte e il destino sono sempre presenti.
Grazie ad una magnifica messa in scena - colori densi e brillanti per gli abiti di scena e per la casa museo di Almodóvar piena di quadri ed oggetti di arte contemporanea - ad uno stile registico inconfondibile, che scende fino al cuore dei suoi protagonisti e degli spettatori ma occupa gli spazi circostanti mostrando al tempo stesso la visione d’insieme, e grazie alle prove attoriali di interpreti con cui lavora da anni, il film rimanda un senso generale di pienezza e di ammirata commozione, per il coraggio e l’autenticità con cui il regista si racconta e si mette a nudo: debolezza e grandezza, dolore e gloria, sembra volerci dire l’artista, vanno di pari passo e tutto è in continuo divenire.
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