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Il fenomeno Incel (involuntary celibate) - di Doranna Lupi

Il fenomeno Incel (involuntary celibate) - di Doranna Lupi

E' il tema affrontato nell'ambito del il ciclo di incontri on line di O.I.V.D. su "La ‘cultura' dell'odio contro le donne, tra social, scuola e religioni": la sintesi degli interventi di Andrea Donaera e Beatrice Petrella

Lunedi, 20/10/2025 -

È ripartito lo scorso 9 ottobre il ciclo di incontri on line dal titolo "La ‘cultura' dell'odio contro le donne, tra social, scuola e religioni", un progetto di sensibilizzazione e indagine realizzato dall'Osservatorio Interreligioso sulle Violenze contro le Donne (O.I.V.D.) attraverso il suo laboratorio 'Femminicidi e cultura dello stupro'. L'obiettivo è analizzare le molteplici forme dell'odio e del malessere sociale che si diffondono nella società contemporanea, con un focus particolare sull'ambiente on line. E soprattutto di osservare e decostruire tali fenomeni non da una prospettiva neutra - come si è soliti fare - ma da quello di una politica sessuata ( o di genere). Il primo appuntamento è stato dedicato a "Il fenomeno Incel" (involuntary celibate), le cui teorie risentite e misogine accusano il femminismo di aver "disintegrato" la società. L'incontro ha visto la partecipazione dello scrittore Andrea Donaera e della giornalista investigativa Beatrice Petrella, moderati da Giusy D'Urso. 

Le matrici del fenomeno e l'inchiesta di Beatrice Petrella
Ad aprire i lavori è stata la presidente emerita O.I.V.D., Paola Cavallari, che ha introdotto il ciclo di incontri sottoponendo una riflessione sulle matrici del fenomeno. Paola ha evidenziato come singoli elementi di misoginia e disagio maschile non siano una novità storica (dalla svalutazione delle donne nel mainstream alla fragilità dell'identità maschile, dal linguaggio sessista alla tentazione della vendetta), ma è l'impasto di questi ingredienti, "integrati e miscelati ben bene fra loro, confezionati in sistema e amplificati dal dispositivo social”, a essersi cementato nei gruppi Incel.

Il risultato è un'auto-legittimazione orgogliosa, un "vessillo di una onorevole rivalsa" finalizzato a restaurare un mondo "a loro misura", rivendicando un "privilegio maschile 'amputato' dalle donne", che nel loro gergo sono definite 'non persone'.

A seguire, la giornalista Beatrice Petrella ha condiviso l'esperienza della sua inchiesta, "Oltre", vincitrice del Premio Roberto Morrione 2024, per la quale si è infiltrata per nove mesi nelle comunità Incel italiane (forum e gruppi Telegram), spacciandosi per un uomo. Ho trovato ammirevole il suo coraggio e la sua determinazione nel condurre un'indagine tanto complicata, mossa dalla consapevolezza che "il punto fondamentale della comunità Incel è una profonda misoginia".

Petrella ha spiegato che gli Incel si sentono titolati a odiare le donne perché queste negherebbero loro il diritto al sesso e alla felicità. Nonostante ciò, paradossalmente, questi uomini, che definiscono le donne non-people, attribuiscono loro un enorme potere: quello di scegliere il partner basandosi sulla teoria LMS (Looks, Money, Status), secondo cui una donna sceglierà sempre un partner con una combinazione di questi tre elementi superiore alla loro.

L'inchiesta ha anche rivelato l'età sempre più variegata degli adepti: se nel 2014 erano adolescenti, oggi si trovano uomini sulla settantina, ma anche ragazzini di undici-dodici anni. La loro radicalizzazione è facilitata da Internet e dagli algoritmi, che li indirizzano verso la "manosfera", un ecosistema di comunità misogine.

Petrella ha rimarcato l'esempio di Elliot Rodger, autore della strage di Isla Vista, considerato un idolo dagli Incel per essersi vendicato contro le "non-persone". L’analisidella giornalista ha collegato l'ideologia Incel a stragi misogine storiche e ha sottolineato come la misoginia, spesso banalizzata sia un leitmotiv con risvolti violenti che andrebbe maggiormente monitorato anche nel contesto dei femminicidi.

Per gli aderenti, un punto cruciale è la difficoltà di abbandonare questi gruppi. L'ideologia Incel non mette in discussione il malessere dei suoi membri, offrendo al contrario continue conferme e creando una "comunità di comfort, ma di comfort profondamente malevolo". Molti Incel si sottopongono alla valutazione del proprio aspetto da parte di altri utenti dei forum, in un circolo vizioso di bassa autostima e fissazione estetica (come la ricerca ossessiva di una "mascella squadrata"). Petrella ha concluso con un appello: è necessario un sostegno chiaro e capillare, a partire da un'educazione sesso-affettiva nelle scuole fin dalla tenera età, in quanto l'attuale "buco" nel sistema scuola-famiglia permette a queste ideologie di fiorire. 


La narrazione di Andrea Donaera: la miseria maschile e il "lato oscuro"

Lo scrittore Andrea Donaera ha offerto una prospettiva unica, quella di un uomo che usa la narrazione per affrontare questo disagio. Il suo romanzo "La colpa è mia" (Bompiani 2024) sugli Incel è un atto di coraggio intellettuale di un uomo che ha deciso di mettere in luce la miseria maschile che cova non solo in queste comunità, ma in molti ambienti con cui lui è entrato in contatto.

Donaera ha esordito sottolineando l'importanza del lavoro giornalistico di Beatrice Petrella, definendolo un supporto "lucido" e necessario per chi, come lui, opera nella finzione. Ha rivelato che la scelta di scrivere sugli Incel non è stata dettata da un'opportunità editoriale, ma dalla consapevolezza di essere stato per anni "circondato da persone o più o meno proto-Incel, o addirittura davvero già radicalizzate".

L'esperienza personale di Donaera nasce infatti dalla frequentazione ventennale di quelli che un tempo erano i "mondi nerd"(videogiochi, fumetti): luoghi inizialmente periferici, prevalentemente maschili e caratterizzati da un forte “gate keeping”(la difesa del proprio mondo dall'accesso esterno). In questi ambienti, ha osservato, si sono sviluppate tematiche in cui il femminile assumeva un ruolo specifico, quello che poi ha ritrovato nella comunità Incel: il femminile come luogo dell'alterità e del nemico.

Secondo l'analisi dello scrittore, il patriarcato contemporaneo si fonda proprio su questo pilastro: il maschio vive in un "perimetro" dove si svolge "la vita vera", mentre al di fuori c'è "l'alterità, il femminile, l'estraneo, anche il nemico". L'Incel, in questa logica, vede le donne come "il donna", un "esemplare senza volto", una "non persona" che, se inclusa nel perimetro, deve sottostare alle regole maschili.

Un elemento centrale della radicalizzazione Incel è la convinzione di appartenere a un'élite che ha capito la realtà, definendosi “redpillati"(espressione mutuata da Matrix). Questa auto-percezione genera cattiveria non solo verso "il donna", visto come mostruosa alterità e nemico ostile, ma anche verso gli altri maschi che, a loro dire, non hanno capito. L'ostilità degli Incel è una risposta al sentirsi persone ferite, che si traduce nella "logica del nemico, che è tutto un mare negativo da eliminare",una logica consolatoria e risolutiva che offre risposte (sbagliate) a persone che non hanno avuto accesso a un'adeguata educazione affettiva. Lo scrittore ha paragonato il loro desiderio a un "conato cieco e scomposto" rivolto non alla realtà, ma a una "rappresentazione" distorta de "il donna" che risiede solo nelle loro teste. Il consenso plurale della comunità rafforza questa visione, facendo credere agli Incel che il loro metodo sia la giusta soluzione.

In conclusione,Donaera ha ripreso l'archetipo del doppio (citando Dostoevskij, Fight Club e Dr. Jekyll and Mr. Hyde)su cui ha basato il suo romanzo. A suo avviso, il "lato oscuro" del maschio occidentale contemporaneo è proprio la sua parte Incel o patriarcale. Per liberarsi da questa “sporcizia” e creare una "comunità decente", è necessario che ogni maschio si confronti con questa parte oscura ereditata, un compito che l’autore ha sottolineato essere fondamentale negli sforzi congiunti di inchieste, letteratura e attivismo. 

L'incontro si è poi trasformato in un vivace dibattito che ha spostato il focus dal fenomeno Incel in sé alle sue radici culturali, rimarcando il legame con il patriarcato, il razzismo e le dinamiche neoliberiste, evidenziando la consapevolezza che non si tratti di un'anomalia isolata, ma di un sintomo estremooriginato dalle resistenze di un patriarcato multiforme, duro a morire. Il confronto ha toccato anche temi fondamentali quali la prostituzione, la pornografia e il sex work (comprese le nuove forme digitali come OnlyFans), dove è emersa una divergenza di posizioni tra le tesi sostenute da Donaera e Petrella, incentrate sulla libertà di scelta individuale, e il percorso di analisi del nostro Osservatorio Interreligioso sulle Violenze contro le Donne (O.I.V.D.), in particolare del Laboratorio su Prostituzione e Pornografia.

Per il nostro Osservatorio, infatti, la pornografia e la prostituzione, anche nelle loro declinazioni digitali contemporanee, non sono considerate espressione di libera scelta e autodeterminazione. Le analizziamo piuttosto come dispositivi intrinsecamente patriarcali e sistemi mercificati che strutturano l'accesso ai corpi delle donne, in continuità con la cultura sessualizzata che lo scrittore stesso ha criticato.

Nonostante la discordanza su questi punti specifici, il dibattito ha dimostrato l'importanza di un confronto libero e rispettoso tra diverse prospettive e analisi della società elaborate da intellettuali e artisti.

Per una donna della mia generazione, che ha attraversato le stagioni del femminismo e ha lottato per una certa libertà, ascoltare la giornalista Beatrice Petrella e lo scrittore Andrea Donaera è stato come tornare al punto zero del patriarcato. Non un regresso, ma l'improvvisa, brutale chiarezza con cui si palesano le paure, l'ansia e i desideri maschili rispetto alla relazione con il femminile.

Analizzando queste comunità digitali di involuntary celibate, il loro odio e il disperato bisogno di ripristinare il diritto maschile sul corpo della donna, è possibile cogliere la genesi di ruoli e stereotipi che hanno confinato per secoli donne e uomini in una realtà che molte e molti percepiscono ormai come distopica.

Mappare e decostruire le infinite forme del patriarcato e le conseguenti crisi del maschile è apparsa come la strada obbligata per una trasformazione profonda delle relazioni che porti a un cambio di civiltà.

Per la registrazione dell’incontro: https://youtu.be/BpwbawW61rU


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