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Il corpo delle donne e la disabilità: se ne parla a Fragagnano (TA)

Il corpo delle donne e la disabilità: se ne parla a Fragagnano (TA)

È il 26 Luglio 2021, in Senato si fa accesa la discussione sulla legge Zan e l'associazione “Una strada diversa” invita ad un dibattito sul concetto di rispetto

Mercoledi, 28/07/2021 - Una panchina arcobaleno in bella vista a Piazza Regina Elena a Fragagnano come simbolo della diversità, è un atto di coraggio e di lunghe vedute di una comunità che conta poche migliaia di abitanti.
È il 26 Luglio 2021, in Senato si fa accesa la discussione sulla legge Zan, ed è per questo che l'associazione “Una strada diversa”, appoggiata dall'amministrazione comunale (presenti il sindaco Fischetti e l'assessora Bisanti), ha aperto un dibattito sull'argomento creando un coro di voci e accogliendo ogni nota, ogni pensiero sul disegno di legge e sul concetto di “rispetto”.
La docente Manuela Monda ha manifestato l'importanza di tenere sempre viva l'asticella a scuola sul significato di rispetto, sul contrasto all'odio che si può raggiungere squadernando diversi stereotipi. Anche partendo da un gioco con i bambini della scuola elementare che si chiama “il gioco del rispetto” che insegna a non avere paura di declinare la parola pescatora o magistrata. Che tranquillamente il traduttore automatico mentre scrivo questo articolo mi segna come errore. Ecco da dove si parte: anche dai programmi del PC si possono superare stereotipi e ostacoli che minano la strada alla emancipazione delle bambine.
Anche io, Elena Manigrasso, docente di scuola media, sono stata invitata a raccontare le mie “azioni scolastiche” sul tema della educazione di genere. Penso che le bambine abbiano ancora tanti ostacoli da superare nel loro percorso di affermazione, che è importante cercare a livello educativo di scardinare tutto questo. Se non vengono tolti gli ostacoli le donne possono vivere, anche se godono di ottima salute, in uno stato di dis-abilità. Questo il mio intervento:
Quando ad una persona non vengono riconosciuti i diritti è come se la si ponesse in uno stato di disabilità, di non opportunità nella evoluzione della persona. Il contesto di privazione e di emarginazione crea disabilità. Godere invece di diritti civili, politici, sociali crea l'evoluzione della persona. La donna privata dei suoi diritti non dallo Stato in cui essa vive, ma nelle sue pareti domestiche, viene ad essere ridotta a persona disabile.
La disabilità dall'OMS è definita come mancanza o limitazione a compiere determinate attività, a permettere all'individuo una partecipazione sociale adeguata.
Nella donna abusata nelle pareti domestiche le limitazioni non avvengono da elementi biologici ma da abusi e limitazioni inflitti dal partner. L'OMS include il modello medico e il modello sociale della disabilità. La disabilità è anche un concetto relazionale.
Bisogna promuovere, proteggere e garantire il pieno e uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali e promuovere il rispetto per la intrinseca dignità di ognuno (la dignità non è negoziabile, è intrinseca in ognuno di noi).
A livello di giurisprudenza in tribunale bisogna far notare quando in una situazione di coppia ci sia disparità, una crudeltà di trattamento di una persona rispetto all'altra, che subisce ogni tipo di privazione. Non viene permessa libera circolazione, libera scelta, utilizzo del tempo libero nelle pareti domestiche ecc. Si deve impedire alle donne di essere vittime di segregazione. Si deve tutelare fortemente l'assistenza alla maternità, il diritto all'istruzione, il diritto alla libertà. Soprattutto si deve agire in spirito di fratellanza e solidarietà, invece di far passare l'essere donna come svantaggio sociale e emarginazione. Leggo un piccolo stralcio tratto dal dizionario contro la lingua sessista promosso dall'Istituto Comprensivo Bonsegna-Toniolo. Adele, Taranto: “Sto qui sola perché ho disobbedito. Incredibile ma vero. Ogni volta che me lo ricordo pianto un seme di dignità dentro di me, è magnifico quando mi sorridono per strada e quando rispondo al sorriso senza dovermi giustificare, senza essere coperta di insulti. Tu hai offeso la formazione della mia personalità ad appena 19 anni con percosse e umiliazioni. Con segregazione; l'articolo 2 mancava in casa mia”. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Se la legge Zan tende a migliorare e a rafforzare questi principi inalienabili che ben venga.
Elena Manigrasso

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