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Il Piemonte avrà la contraccezione gratuita per donne under 26 e disoccupate

Il Piemonte avrà la contraccezione gratuita per donne under 26 e disoccupate

Contraccezione gratuita in Piemonte per le giovani donne sotto i 26 anni e per le donne disoccupate nei 12 mesi successivi al parto e nei 24 mesi successivi all'interruzione di gravidanza per le quali viene garantito l’accesso libero e diretto senza tic

Mercoledi, 04/07/2018 - La Regione Piemonte  avrà la  Contraccezione gratuita per le giovani donne sotto i 26 anni e per le donne disoccupate nei 12 mesi successivi al parto e nei 24 mesi successivi all'interruzione di gravidanza per le quali viene garantito l’accesso libero e diretto senza ticket nei Consultori sanitari.

Un sentito grazie alla Consigliera Regionale Nadia Conticelli che si è fatta carico di portare avanti questa azione politica e ha saputo dare una risposta al tema della contraccezione gratuita, prendendo a modello la delibera dell'Emilia Romagna, entrata in vigore da pochi mesi

La disponibilità di contraccettivi gratuiti, erogati a carico del Servizio Sanitario Nazionale, è condizione necessaria per assicurare il diritto alla procreazione responsabile, con ricadute importanti sulla salute delle donne. Nel nostro, a differenza di altri Paesi europei, come la Francia, il Belgio e la Germania, l'Inghilterra e la Svezia,  la contraccezione è interamente a carico delle cittadine e dei cittadini. Non è quindi un caso che l'Italia sia tra gli ultimi, in Europa, nell’utilizzo della pillola anticoncezionale.

Sulla base di questi dati, e in seno ad  un più ampio progetto riguardante la maternità, il Comitato di Torino di SeNonOraQuando?  aveva   deciso, nei mesi scorsi,  di sollecitare la Regione perchè l'Istituzione territoriale si facesse carico di un problema che,  avrebbe dovuto  essere risolto a livello nazionale e che si inserisce nel più ampio contesto della  l. 194 e della sua attuazione.

Oggi, infatti,  in Italia il costo della contraccezione risulta troppo oneroso per tante donne, coppie e famiglie in condizioni di disagio economico, acuite dalla crisi. La concreta difficoltà di regolare la propria fertilità, programmando  le gravidanze, ma anche la  possibilità di non scegliere un contraccettivo  adatto, hanno evidenti ripercussioni negative  sulla salute fisica e psicologica di queste donne, accentuando ulteriormente i loro problemi economici e sociali, che dovrebbero invece essere rimossi, come prevede la L.194 sull'interruzione volontaria di gravidanza.

Questo provvedimento si inserisce  in una più ampia delibera, a firma Marco Grimaldi,  “Indirizzi e criteri per garantire l'effettivo accesso alle procedure per l'interruzione della gravidanza ai sensi dell'articolo 9, comma 4 della legge 22 maggio 1978, n. 194”.
La delibera è la prima in Italia a rendere stringente l’articolo 9 della legge del 1978, che sancisce il dovere delle strutture sanitarie di assicurare il diritto all’interruzione di gravidanza e assegna alla regione il controllo sull’attuazione della legge anche attraverso la mobilità del personale.

Con la delibera oggi approvata, si dà mandato all'Assessore alla Sanità, Antonio  Saitta di fare un monitoraggio della situazione in tutte le  Asl della regione,  al fine di garantire che in ogni territorio l’obiezione non superi la soglia del 50% e dunque superare l’eccessiva concentrazione degli interventi al Sant’Anna di Torino. In caso la soglia fosse superata, la delibera consente ai direttori di attuare il turn over, avviando un call interna per reclutare medici e infine, se ciò non fosse ancora sufficiente, di procedere a chiamate pubbliche e assunzioni rivolte a medici che praticano Ivg.

"Il Consiglio regionale, - ha dichiarato  Nadia Conticelli, -  potenzia il servizio di prevenzione, tutela della salute della donna e della procreazione consapevole, rafforzando il ruolo dei consultori territoriali. Una scelta - sottolinea - già compiuta dalla Regione Emilia Romagna e sostenuta dalla rete delle associazioni femminili, una per tutte Se Non Ora Quando,  in linea con quanto avvalorato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità che inserisce i contraccettivi tra i farmaci definiti essenziali. La legge vigente, la n. 194, rimane un’ottima legge, va applicata in tutti i servizi pubblici e con  particolare attenzione all’età adolescenziale. Il tema dell’informazione, della prevenzione e dell’accompagnamento alla contraccezione è fondamentale e deve essere garantito nelle strutture pubbliche che devono essere il più possibili aperte; le attività svolte nei Consultori - conclude - devono avere un adeguato riconoscimento organizzativo in termini di attrezzature, di personale in grado di fornire tutti i servizi, proprio come previsto dalla legge nazionale, che rimane una legge di civiltà che va affermata quotidianamente".
Auspichiamo,  che altre regioni prendano a modello l'Emilia Romagna e il Piemonte per poter dare effettiva e piena applicazione al dettato della Legge 194, che indica nella prevenzione e nell'accompagnamento alla contraccezione uno dei capisaldi della legge stessa.

Laura Onofri

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