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In occasione del 25 aprile una rosa ideale per commemorare la partigiana Teresa Mattei

In occasione del 25 aprile una rosa ideale per commemorare la partigiana Teresa Mattei

L’iniziativa dell'ANPI per il prossimo 25 aprile, denominata "SONO ROSE, FIORIRANNO", ha lo scopo di mettere in risalto il contributo fondamentale delle partigiane alla lotta di liberazione dal nazifascismo

Venerdi, 21/04/2023 - Il prossimo 25 aprile, in tutta Italia, alle ore 17, i rappresentanti dei Comitati provinciali e delle sezioni ANPI deporranno una rosa nel luoghi del martirio delle partigiane o sotto le targhe delle vie che le ricordano. L’iniziativa, a carattere nazionale, denominata "SONO ROSE, FIORIRANNO", ha lo scopo di mettere in risalto il contributo fondamentale delle partigiane alla lotta di liberazione dal nazifascismo.
“Dopo la fine della guerra, direi a partire dal 1948, c’è stato una specie di silenzio generale sulla resistenza femminile”, afferma la storica Simona Lunadei, autrice di molti testi sull’argomento tra cui “Storia e memoria. Le lotte delle donne dalla liberazione agli anni 80”, “questo perché si cercò di normalizzare il ruolo delle donne, che proprio durante la guerra avevano sperimentato un’emancipazione di fatto dai ruoli tradizionali”.
Successe, però, che degli anni ’90 in poi alcune partigiane incominciarono a scrivere e parlare della propria esperienza durante la Resistenza, per permettere agli storici, ma soprattutto alle nuove generazioni, di conoscere quale ruolo primario esse avessero avuto non solo nell’emancipare l’Italia dagli oppressori nazifascisti ma nell’avviare il nostro Paese verso il riconoscimento dei diritti fondamentali delle donne italiane, primariamente quello al voto. Personalmente mi reputo privilegiata per avere ascoltato dalla diretta voce di una partigiana, Teresa Mattei (1921- 2013), alcuni degli episodi della sua esperienza nella Resistenza, con il nome di battaglia Chicchi. A lei dedico questa rosa ideale, consapevole che i fiori possono certamente sfiorire, ma la storia della partigiana Teresa rimarrà lì, salda e ferma nel tempo.
Partecipò durante la guerra di Liberazione a molte azioni dei Gruppi di Difesa della Donna e prese parte all'insurrezione di Firenze, che accompagnò l’affrancazione della città dagli occupatori nazi-fascisti. Ma precedentemente aveva anche organizzato gli scioperi del marzo del ‘43 a Firenze ed Empoli. Quando Teresa raccontava la sua esperienza di militante della guerra di Liberazione non aveva un tono celebrativo né esaltava le azioni intrepide e rischiose a cui aveva preso parte. Piuttosto cercava di trasmettere al proprio interlocutore il significato della Resistenza per le donne che ad essa aveva aderito, “una stagione drammatica ma felice perché tessuta di speranza e illusa di libertà (Mirella Alloisio, partigiana vivente).
Così Teresa Mattei raccontava: “A me, che ho fatto la partigiana e la gappista, non è che piacesse molto andare in giro a fare saltare treni o queste cose. Invece la continua fedeltà istintiva che hanno avuto tutte le donne era la Resistenza, perché loro hanno svuotato gli armadi per vestire i soldati che disertavano e scappavano a casa, hanno diviso una patata a metà con chi aveva fame, hanno rischiato la vita tenendo in soffitta profughi ed ebrei. Era quella, secondo me, la Resistenza vera…. Le donne sono sempre concrete sono “orizzontali” e, quindi, anche in quelle circostanze gravi, si tiravano su le maniche e dicevano” C’è da fare questo e si fa”. Anche le staffette: “Tu, che sei donna, vai là a quel paese e dai questa missiva, ricordala bene”, perché non si poteva scrivere messaggi per timore di intercettazioni. Queste erano le staffette. Io, in bicicletta venivo da Firenze e andavo fino a Viareggio a portate gli ordini, perché ero una ragazza, quindi passavi inosservata rispetto ad un uomo”( (R)ESISTENZE Il passaggio della staffetta, a cura di Laura Fantone e Ippolita Franciosi).
Durante una delle sue tante corse in bicicletta, per recapitare ai partigiani un ordine di intervento, fu intercettata dai nazisti che la stuprarono e torturarono, spezzandole finanche i denti, apportando al suo corpo delle conseguenze che sarebbero durate tutta la vita. In un’intervista a Gianni Minà narrò che di quell’episodio non raccontò nulla ai genitori, attenta com’era a non farli soffrire. Come fu anche a loro particolarmente vicina nel periodo di elaborazione del lutto conseguente al suicidio del fratello Gianfranco, avvenuto nelle carceri nazifasciste di via Tasso a Roma. Anch’egli partigiano scelse la morte per non cedere alle torture dei suoi aguzzini, che tentarono invano di estorcergli i nomi di altri suoi compagni di lotta impegnati a contrastare l’occupazione nazista della città, nel periodo immediatamente precedente alla strage delle Fosse Ardeatine.
Proprio il riferimento a questo episodio della lotta di Liberazione dal nazifascismo, con i recenti commenti a sproposito da parte del presidente del Senato La Russa, capace di un’indegna rappresentazione dell’attentato partigiano di via Rasella che fu l’occasione per rappresaglia delle Fosse Ardeatine, mi fa oltremodo riflettere.
Come è possibile che testimonianze come quelle di Teresa Mattei, partecipe in prima linea alla Resistenza, ancora stentino a divenire patrimonio collettivo del nostro Paese?
D’altronde la stessa Teresa, nel 2004 se la prendeva contro quanti “cercano di falsificare la vera storia del nostro Paese e della gloriosa guerra di liberazione dal nazifascismo, insultando la memoria dei nostri morti”.
Di questa opera di revisionismo storico, se non proprio negazionismo, è ulteriore prova l’oltraggio che ha subito di recente il monumento dedicato a Teresa Mattei, nella omonima piazzetta presso i Giardini Luzzati di Genova, inaugurato in occasione dell’Otto marzo di quest’anno e deturpato la notte successiva. Il monumento, consistente in una fioriera-panchina costituita da gradoni in cemento con sedute in legno su diversi livelli, conteneva fioriere ed un albero di mimosa per ricordare l’impegno della parlamentare Teresa Mattei, una delle ventuno elette all’Assemblea Costituente, in favore dei diritti delle donne, nonché il suo contributo nella scelta della pianta come simbolo della Giornata internazionale della donna.
E’ mia speranza che il prossimo 25 aprile, in occasione dell’iniziativa "SONO ROSE, FIORIRANNO", piazzetta Teresa Mattei a Genova sia ricolma di rose, per onorare la sua figura di partigiana combattente nella guerra di Liberazione, perché, come scrisse Nilde Iotti “Alle donne dell’antifascismo e della Resistenza è toccato un compito difficile e grande, che è servito non solo alla libertà del nostro paese ma anche ad andare avanti sulla strada dell’emancipazione della donna”.

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