La recente sentenza d'assoluzione di S. Berlusconi dal reato di prostituzione minorile viene esaminata con la lente speciale dell' "inevitabile ignoranza"
Mercoledi, 23/07/2014 - Sollecitata da un’amica con cui condivido l’appartenenza a Se non ora quando, mi sono soffermata sulla sentenza di assoluzione di S. Berlusconi alla luce di un’altra chiave di lettura. Difatti a lei, che mi invitava a considerare come le minorenni da quel dispositivo giudiziario si ritrovassero in una posizione meno tutelata rispetto alla normativa precedente, ho dovuto riconoscere che non aveva tutti i torti. Sarebbe oltremodo opportuna una riflessione su di un aspetto poco rimarcato della decisione della Corte d’Appello di Milano, probabilmente perché troppo presi dalle conseguenze che suddetta sentenza riverberava sullo scenario politico italiano. Indubbiamente i media nazionali ed esteri ci hanno indotto a tale interpretazione, del tutto consona all’atavico difetto italico di suddividerci in fazioni l’un contro l’altro armate, anche se a dire il vero stavolta il clima particolare delle larghe intese partitiche pare che abbia reso meno contrapposti i contendenti.
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