Sabato, 04/10/2025 - Roma, 5 ottobre 2025. Si stimano un milione di partecipanti partiti da Porta San Paolo poco dopo l’orario stabilito. Il corteo arriva a San Giovanni verso le ore 16:00, mentre al Colosseo stazionano ancora una marea di partecipanti, e per almeno un’altra ora non riescono a procedere per il numero straordinario di quel grande fiume umano di giovani, bambini, famiglie e anziani. La manifestazione termina verso le 19:00, con la presenza da altre regioni d’Italia, senza alcun partito di riferimento, nonostante che nel corteo s’intravedano alcuni leader politici. I giovani organizzatori del parco mobile, lanciano slogan e brevi interventi. I primi ad arrivare sono alcuni bambini palestinesi con i loro genitori. Bambini con un piglio dignitoso e serio come per ricordare al mondo che pur essendo piccoli, già conoscono la gravità e grevità del Male. Dal palco mobile tra un intervento e l’altro, i palestinesi scandiscono soprattutto “Free Palestine”, come per ricordare a tutti e a loro stessi la necessità di sopravvivere per la libertà. Uno di loro termina lo slogan con un commovente: “Palestina mia…”. La voce è rotta dall’emozione, un sentimento condiviso da tutti i nostri connazionali, indignati per le piccole vittime innocenti e per un popolo inerme destinato, contro ogni logica umana, a un’epurazione senza precedenti. Come affermato da Francesca Albanese, le prime vittime di Hamas sono stati proprio i palestinesi, molti di loro anche gambizzati. In un intervento dal palco si ringrazia il popolo italiano per la presenza massiccia e per il grande cuore che ha dimostrato di avere. Questa manifestazione, pur portando nell’anima la rabbia di un ingiusto massacro, offre genuinamente l’immagine della libertà dei popoli, tutti uniti per la Pace. Coincidente con l’arrivo del corteo due sposi italiani ritardatari entrano nella Basilica quasi correndo! La sposa tiene in mano il suo strascico per non cadere. Un bel presagio nel giorno di San Francesco, dove i giovani del corteo s’arrampicano sulla bellissima statua del Santo sventolando le loro bandiere. Il messaggio lasciato dal nostro amato Santo è la fraternità e il rispetto per la creazione, promuovendo un ritorno alla semplicità, all’amore per ogni creatura attraverso un servizio altruistico. Proprio come “l’accoglienza” riservata alla Global Sumul Flotilla…Trapela ancora l’indignazione di tutti contro l’arrembaggio alla Flotilla, con “gavettoni” al pari di una autentica pirateria in acque internazionali, dove l’esercito israeliano scorta i volontari della Flotilla, con armi puntate nelle loro carceri, sequestrando anche le medicine, senza mai dare cibo né acqua per tutta la notte. L’eurodeputata Benedetta Scuderi, tra l’altro, in un’intervista TV, svela la menzogna riferita anche da alcuni media che la Flotilla fosse sprovvista di aiuti umanitari, ma un filmato girato nei porti dove sono state caricate le imbarcazioni prima della loro partenza smentisce questa ennesima falsità di regime. Intanto sembra siano partite molte altre imbarcazioni alla volta di Gaza, con la medesima speranza: aprire finalmente un varco umanitario, secondo il diritto internazionale. L’interessamento della Farnesina facilita il rientro degli eurodeputati italiani, mentre gli altri restano in attesa di un processo o di un rimpatrio. Il popolo italiano insorge con immediate e precedenti manifestazioni nazionali. Gli unici a non capire il senso dell’indignazione dei nostri connazionali e degli attivisti sulla Flotilla, circa 500 rappresentanti di 45 popoli diversi, sono il governo italiano e quello israeliano che danno la medesima versione: “la Flotilla pagata da Hamas voleva solo creare problemi al governo”! C’è da dire che in ogni secolo regni sovrano un disturbo peculiare: al tempo di Sigmund Freud andava di moda l’isteria, ora si predilige la paranoia, sicuramente più consona al potere, che necessita costantemente di un nemico da additare per agire indisturbato. Il nemico è la formula vincente per ogni genere di autoritarismo, che attecchisce con una sorta di taglia e incolla sul pensiero ridotto di tutti coloro che necessitano ancora del “capo”, di un padre padrone al quale consegnare una delega, tanto per semplificare i loro minimi concetti, come pensare prima a sé stessi fregandosene degli altri. La delega sostituisce così ogni senso di responsabilità e di riflessione. Non a caso Theodore Adorno nel 1950 creava il test atto a misurare la personalità autoritaria come stereotipo del pensiero politico, ora probabilmente sconosciuto agli studenti universitari.
Il bagno di folla di questi giorni è una ripresa della politica da una base dormiente, o da persone troppo deluse da atteggiamenti superficiali dei leader dei partiti, sempre pronti alle semplificazioni su tutti i fronti, volutamente o meno, ignari o no, dei conflitti di interessi in atto. Fanno da padrone le multinazionali del farmaco e quella delle armi. Entrambe si muovono con strategie orwelliane, spesso ignare pure ai migliori politici. Alcuni se ne sono accorti ma è impossibile ancora parlarne. Ad esempio, perfino un canale TV cosiddetto di opposizione, ha permesso a un ambasciatore israeliano di insultare i nostri connazionali, evitando domande adeguate alla circostanza, probabilmente già concordate. Una vergogna senza precedenti la sudditanza che sembrerebbe agita anche dalla stampa verso questo Paese, già definito autocratico, che per una storia e destino peculiare, intenderebbe reagire, forse inconsciamente o meno, con una supremazia antidemocratica sul mondo. Così la nuova forma di resistenza non è solo dovuta, ma augurabile e non contro qualcuno, ma solo a favore di una rinnovata coscienza.
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