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Intervento di Luttazzi

Intervento di Luttazzi

Quando con la satira si offendono le donne.

Mercoledi, 31/03/2010 -
Sono una donna e come molte telespettatrici e telespettatori ieri sera ho seguito la trasmissione di Santoro “raiperunasera”. Dopo l’intervento di Luttazzi ho riflettuto su alcune questioni, forse poco politiche, se la politica è quella che ci stanno mostrando in televisione e sui giornali. Desidero esprimere il mio disgusto rispetto al monologo del comico e al suo fare satira alla stregua del Premier, tanto criticato. Per l’ennesima volta noi donne veniamo usate come strumento per descrivere il peggio dell’idiozia che si trova in circolazione. Dal Premier, come belli oggetti da mettere in mostra e da beffeggiare nella loro intelligenza, dicendo: “una donna con le palle”, e mi pare un luogo comune che non si addice più alle donne in carriera, visto che ci arrivano senza il benché minimo tripudio di attributi, anzi, il transgenderismo, specie sotto questo governo non mi sembra ben visto; dal volgare Luttazzi con una commediuola vignettistica in cui la donna deve rappresentare quel 60% di obnubilati che votano Berlusconi, a dire del comico, che accettano passivamente sesso anale. Chiaramente il mio intervento e’ ben lungi dall’essere un moralismo, dato che il piacere di ciascuno è sacro. Il problema nasce quando nell’intenzione di infamarsi tra destra e sinistra, di nuovo la caduta di stile e le volgarità usate per parlare di donne, diventano mero strumento per far riflettere, con immagini “forti”, un pubblico forse incapace di afferrare la realtà con un linguaggio ancora sostenibile. E non voglio pensare che, proprio un comico di sinistra, in una trasmissione che sottolinea la “mancata libertà d’informazione”, confonda tale libertà esprimendo le sue idee in modo becero e carico di machismo libidinoso. Il fatto è, che dietro questa spavalderia si nasconde un pessimo giudizio dei cittadini su cui far agire l’arma del senso di colpa, e l’umiliazione, nell’essere passivi e accettanti. Peccato che ha configurato questo pensiero usando “le donne”. Metodo paternalista, livido, che si addice di più al Premier, quanto meno per il fatto di non entrare in contraddizione con il suo di metodo. In un momento dove più che la critica va sollecitata l’auto-critica, figuriamoci la sguaiataggine, assai più pericolosa del fraintendibile riferimento di Mario Monicelli alla rivoluzione. E’ fuori luogo che anche un professionista di satira butti in pasto al pubblico dei luoghi comuni come carne cruda alle bestie, dimenticando che nella qualità di ciò che si dice, spesso è racchiuso il giudizio verso il proprio interlocutore. Allora mi chiedo, c’è così tanta sfiducia nell’intelligenza degli ascoltatori da dover invitare un Luttazzi che investendo di rabbia personale un monologo, ci fa un quadro della donna non meno svalutante di quelli fatti dal Premier? E perché indignarsi per le allusioni di Berlusconi e salvare quelle di Luttazzi? O forse adesso dobbiamo parlare anche di donne di serie A e donne di serie B quelle di destra sono donne oggetto e quelle di sinistra no! Almeno la dignità non ha genere. Se Luttazzi, ha bisogno della dualità uomo-donna, per disegnare chi ne ha più e chi ne ha meno, di dignità, tentando di suggestionare gli ascoltatori in modo offensivo ed equivoco, rispetto alla certezza di questo valore, è bene ricordargli che qui c’è in gioco altro che il suo infantile egocentrismo. Sono stufa che noi donne dobbiamo essere oggetto di un paese incapace di porre argomenti interessanti con un linguaggio accettabile sia da destra che da sinistra nel rispetto della donna come Soggetto, e non perché io sia una donna di sinistra mi sento meno offesa se a fare un pessimo uso del linguaggio è un uomo o una donna di qualsiasi schieramento politico.



Desy Vanni.

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