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La calunnia è un venticello... Brigitte Macron e la forza della verità!

La calunnia è un venticello... Brigitte Macron e la forza della verità!

Tornano le false insinuazioni contro la Première Dame di essere transgender con l'obiettivo di minare la sua credibilità, ma soprattutto quella del marito, Manuel Macron

Martedi, 23/09/2025 - Il femminile di giornata settantadue / La calunnia è un venticello... Brigitte Macron e la forza della verità!
Era il 2017 quando, in Francia, Macron veniva eletto presidente della Repubblica e quindi la moglie Brigitte Macron diveniva la Première Dame. Un avvenimento accompagnato, quasi immediatamente, da una campagna denigratoria nei confronti di Brigitte, che ritrova proprio in queste settimane un rilancio davvero difficile da accettare.
E' ignobile, infatti, l’attacco dell’americana Candace Owens - star dell’ultradestra - che ha rilanciato la teoria complottista secondo cui la Première Dame sarebbe transgender, una vigliaccata insultante che vuole sminuire la sua onestà e credibilità ma cheè vuole essere un attacco anche alla credibilità del marito Manuel Macron.
Per tornare un attimo indietro nel tempo, l’elezione di Macron sin dall’inizio fu accompagnata dalla curiosità legata a sua moglie, molto più grande di lui, conosciuta in un corso di teatro scolastico. Quando si sono sposati, nel 2007, lui aveva 30 anni e lei 54; il matrimonio è avvenuto dopo il divorzio di Brigette dal suo primo marito (Andrè-Louis Auzière), con il quale aveva avuto tre figli.
La curiosità, non innocente, nei confronti di questa coppia importante e singolare per la differenza d’età e anche per la loro visibile e convincente relazione forte e positiva, scatenarono immediati tentativi di un attacco che, rivolto alla Première Dame, contemporaneamente coinvolgesse la credibilità del presidente.
E’ il marzo del 2021 quando due donne legate all’estrema destra francese, Natacha Rey e Amandine Roy, da esperte agitatrici del web iniziano a diffondere teorie del complotto secondo cui Brigitte Macron sarebbe in realtà nata uomo. Supportano la loro teoria dichiarando che il vero nome fosse Jan Michel Trogneux, ovvero quello che di fatto è sempre stato il nome del fratello. Non a caso Brigitte e il fratello citano le due donne per diffamazione e le stesse verranno condannate ad un risarcimento danni; la storia avrà però ulteriori risvolti, ancora in itinere. Ma il venticello della calunnia, del dubbio, delle riserve del -sì però- era partito con la sua forza dirompente rendendo sempre più chiaro come l’attacco riguardasse comunque sempre la coppia nel suo complesso, nel tentativo di minare, attraverso i sospetti sulla moglie, la credibilità di Macron quale presidente della Repubblica, uomo determinato e determinante nella politica francese ma sicuramente una delle voci più significative ed anche scomode, data la capacità propositiva e d’iniziativa; protagonista dell apolitica guardato con riserva in Europa e anche sicuramente in America.
Un richiamo non casuale che ci porta al nuovo pesantissimo attacco, appunto, di Candace Owens che nel cuore dell’estate ha rilanciato la teoria secondo cui Brigitte sarebbe transgender. Immediata la denuncia di Brigitte e Manuel Macron nei confronti della Owens per diffamazione, presentando la causa in America e per precisione presso la corte suprema del Dalaware, facendosi rappresentare dall’avvocato statunitense Tom Clare.
Candace Owens, già collaboratrice di Kirk, è commentatrice politica e attivista conservatrice pro-Trump, è un personaggio discutibile e contorto. Vittima di bullismo nell’infanzia scolastica perché afroamericana, nal tempo è passata attraverso diverse posizioni fino a negare il suprematismo bianco come problema e a sostenere che gli afroamericani hanno la mentalità delle vittime arrivando poi a schierarsi decisamente con la destra. Significativa una frase che la caratterizza: “la sinistra odia l’America e Trump la adora”. Poche parole, ma utili per tratteggiare un personaggio che non c’è da stupirsi se ha deciso di rilanciare i dubbi su Brigitte Macron, insinuando veleno sulla sua credibilità per arrivare a insidiare anche quella del marito, il presidente Macron.
Ma in questa vigliaccata, basata sull’insulto e sul rafforzare il dubbio che un “si dice” ben pronunciato, una volta in cammino proprio come un venticello sfiora, cresce, s’intrufola, s’aggira ingovernabile, e lascia sempre e comunque in molte persone il dubbio, punteggiato di ma, però, forse, chissà!
Però Owens sulla sua strada lastricata di miseria umana ha trovato Brigitte, una donna decisa ad andare oltre ogni difficoltà, anche oltre ogni riserbo, credendo alla forza della verità. Ed è per questo che ha deciso di piegare con coraggio ogni pudore ed ogni resistenza a mettere a nudo la sua preziosa vita privata, per battere e abbattere ”un caso di bullismo planetario”, come ha definito l’avvocato Clare l’attacco a Brigitte Macron.
Ecco, allora, contro gli insulti ed il veleno buttato lì senza prove, senza certezze, senza pezze d’appoggio e nella disonestà che punta su “intanto io lo dico poi si vedrà”, che Brigitte con il sostegno concreto del marito si rende disponibile a rendere pubblica qualunque cosa serva a battere e irridere gli insulti velenosi di Candace, a ristabilire la verità.
Mostrerà a tal fine tutto ciò che serve: prove scientifiche, documenti ufficiali, fotografie delle gravidanze, anche immagini intime e dati medici. Disagio e umiliazione sono prezzi alti da pagare per chiunque e tanto più per chi sa di essere sotto lo sguardo di nemici senza scrupoli e cattivi in nome di una battaglia non di principio ma biecamente d’interesse politico e di consenso rubato con dicerie, menzogne e inganno che insinuano il dubbio, quel dubbio assai difficile da estirpare quando abbia messo la sua prima radice .
La vicenda di Brigitte Macron e la sua determinazione a difendersi coinvolge profondamente anche suo marito che oltre a sentirsi coimputato in un attacco che usa lei anche per attaccare lui; si sente fortemente colpito da tale violenza senza pudore e oltre ogni limite del rispetto umano che colpisce sua moglie.
Una storia simbolica per il peso mediatico dei protagonisti e della protagonista, accusata in prima persona, ma che va al di là dei personaggi e racconta la miseria umana a cui il potere e l’ansia di rafforzarlo può portare alcune persone ma contemporaneamente anche il rispetto con cui guardare chi, come Brigitte Macron, pur di far trionfare la verità e sbugiardare chi l’umilia, decide di mettersi a nudo uscendo da quel riserbo che non semplicemente il suo ruolo ma la sua dignità di persona le avevano fatto scegliere come modalità, per interpretare la sua funzione di Première dame.
Come in questo caso, capita che i comportamenti a cui assistiamo vadano oltre i protagonisti per la valenza etica, simbolica, che propongono. Ed è per questo che, decisamente schierata dalla parte di Brigitte, mi piacerebbe farle arrivare un grazie perché il suo “doloroso lavoro” volto a ripristinare la verità e a rimandare l’insulto al mittente ha e avrà un valore oggettivo a prescindere da chi è lei, quale sia il suo ruolo e di chi sia la moglie. Anzi, se riuscirà nel suo intento, di ripristinare la verità d’essere donna, madre e moglie nella normalità, proprio dato il suo importante ruolo pubblico, la stampa, l’informazione che la tampina senza pietà daranno risalto ad un risultato che può essere d’interesse generale, perché una volta in più sottolineerà che alle calunnie non si possono alzare le spalle ma combatterle con coraggio per difendere la propria di dignità di persone, qualunque sia il nostro posto, la nostra posizione nella società.
Paola Ortensi 23/ 9/ 2025

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