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La differenza delle donne e degli uomini di fronte all'aborto

La differenza delle donne e degli uomini di fronte all'aborto

Una riflessione sul tema dell'interruzione volontaria di gravidanza, tema sempre critico, a partire dal film l'événement di Audrey Diwan

Lunedi, 13/12/2021 -

Sono andata a vedere un film durissimo, che dovrebbe essere visto soprattutto dal pubblico maschile: L'événement. Perché sull'argomento l'uomo resta portatore di una dissociazione atavica che lo induce a rimuovere la propria responsabilità in materia. La materia è l'aborto. Mi preoccupa la nuova legge del Texas che ha cancellato la "pro choice", della sentenza Roe vs Wade del 1972, nonostante la resistenza delle immediate manifestazioni in tutte le città americane di donne infuriate. Mi preoccupa di più la notizia che la Corte Suprema sia pronta a sostenere il governo texano e generalizzare il divieto contando sulla maggioranza dei voti conservatori imposta da Trump e in piena sintonia con la può essere stata incoraggiata dall'intervento della Conferenza episcopale americana che intendeva scomunicare Biden per la sua posizione "abortista", progetto abbandonato perché la visita in Vaticano del Presidente ha stoppato l'impegno già in calendario. Il papa non potrebbe opporsi, pena la denuncia "giustificata" di eresia dagli oppositori, anche se la misericordia che lo ispira si è evidenziata nell'omelia all'inizio dell'anno pandemico 2020: "Le donne sono fonte di vita. Eppure sono continuamente offese, picchiate, violentate, indotte a prostituirsi e a sopprimere la vita che portano in grembo... Ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio, nato da donna. Dal corpo di una donna è arrivata la salvezza per l'umanità: da come trattiamo il corpo della donna comprendiamo il nostro livello di umanità". In Italia le donne impedirebbero interventi riduttivi della 194, ma Meloni e Salvini si sono già dichiarati e al Movimento per la vita non parrebbe vero tornare in giro con i filmati sugli "omicidi". Da quando la denuncia sociale di una pratica che le donne subiscono, non praticano per libera espressione di volontà - la libera volontà delle donne è quella di decidere se si sentono pronte a una maternità - non c'è alternativa se i rapporti con il partner non rispettano i desideri di entrambi e la donna non può dire no, mentre l'uomo "abusa": "Altrimenti, dice anche il cattolico, perché mi sarei sposato".... Comunque, nonostante le leggi "permissive", periodicamente il problema torna a galla e torna all'origine. Infatti il convincimento della maggior parte delle donne (la legge italiana superò lo scoglio referendario con il 68% dei voti favorevoli al mantenimento della legge) teme i buoni propositi di chi non ha a cuore l'etica umana, ma strumentalizza i limiti sociali del sempre latente pregiudizio patriarcale. Oggi parlano i numeri degli aborti ufficiali, ma non si ricorda che cosa fosse la pratica clandestina delle cui torture fisiche e psicologiche La storia di Anna - in Francia L'événement - si fa carico per farla vedere alle ragazze, le cui mamme non disponevano di pillole abortive. Pratiche ancora clandestinamente orribili in molti paesi del mondo svantaggiato, dei cui embrioni nessuno ha mai curato la contabilità.


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