Lunedi, 08/09/2025 - Le numerose imbarcazioni della Global Sumūd Flotilla per offrire aiuti aprendo un canale umanitario per Gaza sono partite dalla Spagna, per incontrarsi se tutto andrà bene, il 10 settembre nel Mediterraneo, con le altre provenienti da Tunisi e da altri porti per rappresentare molti paesi del mondo. La nostra Flotilla partita da Genova, acclamata da una grande manifestazione di sostegno con 40.000 presenze è approdata a Catania accolta da più di 15.000 persone. La partecipazione dei cittadini è stata straordinaria, fino ad esporre cartelli pro-Palestina, come l’iniziativa di un artigiano nella vetrina del suo negozio. La Flotilla, oltre ai portuali di Genova, i militanti sindacali Riccardo Rudino e José Nivoi, tra i tanti volontari, ospita i rappresentanti dell’opposizione, Marco Croatti, del M5S, Arturo Scotto e Annalisa Corrado del PD, Benedetta Scuderi di AVS. Tutti hanno sottolineato la necessità di rispettare almeno il diritto internazionale facendo arrivare aiuti umanitari a persone che muoiono di fame, cessando il massacro definito senza mezzi termini, genocidio. Sparare a bambini che, con un recipiente in mano, corrono verso i dispensatori di morte, non si era ancora visto in nessuna parte del mondo. Non era mai stato così peculiare nel suo disumano cinismo il progetto di epurazione di un popolo. Eppure l’anima di popolo sopravvive a tutto, anche alla morte, vissuta ormai come destino inevitabile per mantenere in vita la dignità di ogni persona, martoriata dalla brutalità dello strapotere distruttivo. Inutile il volgare tentativo di offrire 5000 euro per abbandonare la propria Terra, già destinata a un progetto pro-resort di lusso o a chi, a dir poco, secondo un’egocentrica idea di fede, è più meritevole di altri esseri umani per sentirsi cittadino modello subentrante. L’ha spiegato bene il cronista palestinese Sami al-Ajrami, costretto a lasciare Gaza spostandosi in Egitto, come ha reagito la sua famiglia al suggerimento di mettersi in salvo: “Saremmo comunque uccisi e preferiamo morire nella nostra terra”. Non si era mai visto prima d’ora una caccia ai giornalisti, uccisi scientemente in blocco, con una strategia ben conosciuta: una bomba per farli arrivare tutti sul posto e poi un’altra efficace bombardata per togliere di mezzo qualsiasi altra informazione o ripresa, che non sia quella di regime.
Tra i nostri politici di opposizione presenti sulla Flotilla, che hanno parlato a Catania e rilasciato interviste, spicca tra gli altri, l’intervento di Benedetta Scuderi, la giovane eurodeputata del Partito Verde Europeo, rappresentante AVS, che sottolinea le possibilità avute dalla UE e dal nostro governo per non essere complici di questo genocidio: al livello diplomatico avrebbero potuto interrompere gli accordi commerciali, smettere di vendere armi, offrire i viveri su imbarcazioni nazionali. “...Il governo israeliano non si ferma rispetto a niente, ormai ha superato ogni linea di diritti nazionali e internazionali, ma noi non dobbiamo fermarci o farci intimidire. Noi non abbiamo chiaramente niente a che fare con i terroristi, siamo imbarcazioni civili che vogliono portare soltanto aiuti umanitari”. Ciò che preoccupa l’eurodeputata è che fino ad ora la UE e, nemmeno il nostro governo, si sono espressi favorevolmente per dare supporto a una missione che vuole soltanto portare cibo a chi sta morendo di fame. Nonostante ciò ci si aspetta una protezione dei propri cittadini nel caso si verificassero le pesanti minacce ventilate dal governo israeliano. Benedetta Scuderi ammette di avere paura ma è niente rispetto alla sua rabbia e a quanto si senta impotente come rappresentante delle istituzioni. Vuole portare comunque il suo corpo in questa missione, come tanti altri, per gridare: “Non in nostro nome”! Il corpo vuol dire anche anima cosciente. L’eurodeputata è una giovanissima donna e i suoi occhi sono lo specchio di un’anima sincera, idealista, pronta a tutto per questa umanità. Il suo esserci con il proprio corpo ricorda simbolicamente il giovane studente che a Piazza Tienanmen bloccò l’avanzata dei carri armati. Quella era solo una manifestazione, mentre in questo caso il potere avrebbe già mostrato il peggio di ogni malvagità, sentita, pensata, voluta e fatta.
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