Una riflessione al femminile sulla 'guerra fredda' in occasione dell'anniversario della caduta del muro di Berlino
Lunedi, 02/12/2019 - L’anniversario della caduta del muro di Berlino è stata l’occasione per riprendere in mano quella tragica storia e il contesto in cui è nata e si è sviluppata. Come è noto, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale l’alleanza delle forze contro il nazifascismo si ruppe per la volontà dei principali vincitori - gli USA e l’URSS - di controllare, egemonizzare, dividersi sfere di influenza. Il risultato fu la divisione del mondo in due blocchi contrapposti che corrispondevano a due idee alternative di società.
Naturalmente anche nel nostro paese l’Unione Donne Italiane dovette fare i conti con la rottura del fronte antifascista che si determinò tra il ‘47 e il ‘48, ma nonostante la scelta di stare con le formazioni della sinistra, continuò a perseguire, pur tra innegabili ambivalenze e contraddizioni, una pratica trasversale, convinta che l’emancipazione, l’affermazione della dignità femminile fossero valori per tutte le donne al di là dell’appartenenza di classe o di partito. Questo suo convincimento teorico nella pratica trovò non pochi ostacoli proprio a causa del clima rovente tra i due maggiori partiti: la DC e il PCI. La guerra fredda era entrata fin dentro le coscienze e incistata nei modi e nel linguaggio della lotta politica. In verità, così come avevano fatto le Costituenti che al di là delle appartenenze avevano combattuto insieme la misoginia dei colleghi maschi durante la stesura della Carta Costituzionale, anche le donne dell’Udi, del Cif, le parlamentari DC, PSI, PCI in varie occasioni riuscirono ad oltrepassare il “muro” delle contrapposizioni per guadagnare leggi antidiscriminatorie a vantaggio di tutte e produrre elementi inediti di civiltà come nel caso del nuovo diritto di famiglia. Memorabile fu l’appello, purtroppo inascoltato, che nel 1954 le donne dell’Udi indirizzarono alle democristiane riunite nel congresso del loro partito; un appello che così si concludeva “Donne cattoliche, liberiamoci di ogni settarismo. Incontriamoci le une con le altre veramente come sorelle, così come ci incontrammo durante la lotta di liberazione nazionale. In questo X Anniversario della Resistenza, stringiamoci in una azione concorde Perché l’Atomica sia posta fuori legge Perché finisca la Guerra fredda Perché sia concesso a noi donne di allevare i nostri figli in un clima di serenità, di speranza, di fiducia nell’avvenire”. Se si tiene presente il livello di conflitto, di demonizzazione dell’avversario/a che caratterizzava quegli anni, questo gesto che potrebbe sembrare ingenuo, testimonia da un lato la tensione forte verso un altro modo di praticare il conflitto politico, dall’altro la convinzione che, restando unite, le donne potevano veramente cambiare le cose.
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