Una storia rimasta nell'ombra dal lontano 1916. Ora ve la raccontiamo in tutta la sua drammaticità
Mercoledi, 01/11/2023 - La storia che vi presento dalle colonne di questo storico giornale mi ha tenuta occupata per mesi. Da quando, seduta al tavolo di un ristorante, ho intercettato una conversazione tra la sindaca di Celle di San Vito (FG) con la console generale di Francia in Italia, Lise Moutoumalaya, venuta nel piccolo paese della Puglia per inaugurare la statua di Carlo I d’Angiò, fondatore del paese, mi si è accesa la voglia di conoscere questa storia dimenticata.
Adelaide Modena era una contessa. Apparteneva ad una antica famiglia che deteneva vasti possedimenti nella bassa friulana, a Scodovacca, ed il cui patrimonio diventerà sempre più esiguo nel corso tempo per via di carestie, debiti contratti durante il regime napoleonico, allontanamento dai terreni durante la guerra e, non da ultimo, per questioni ereditarie. Lei ed il suo figliastro Augusto (che, in effetti, alla nascita fu registrato come Agostino) furono mandati prima in Toscana, tra Firenze e Lucca, poi in Puglia: Augusto a Lucera, dove pare vendesse biciclette, e Adelaide in un paesino poco distante, Celle di San Vito, il più piccolo centro della Puglia. Fu forse internata in una delle cellette dove anticamente abitavano i monaci e dove Carlo d’Angiò, nel Milleduecento, fece installare alcune decine di famiglie che si era portato dietro dalla Provenza, durante le lotte nelle quali sconfisse Federico II di Svevia. Dall’atto di morte di Adelaide si ricava il suo domicilio ed è proprio lì dove un tempo stavano i monaci. Vi passò tutto l’inverno del 1915 ed a marzo dell’anno successivo vi morì, a soli 54 anni.
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